Italia in svendita: il ceto medio muore, il governo conta i carri armati



"Quando il potere diventa sempre più insensibile, la povertà diventa sempre più intollerabile."  John Steinbeck

Gli stabilimenti balneari sono vuoti, le spiagge silenziose anche nei giorni di punta, i ristoranti turistici dimezzano i coperti.
Sulle autostrade, il traffico da “bollino nero” non si vede: anche a metà agosto, le code sono rare e brevi.
Non è un’estate tranquilla: è un’estate spenta.

Il segnale è chiaro: un italiano su due non andrà in vacanza.
Non per scelta, ma per impossibilità.
Stipendi fermi da vent’anni, inflazione a due cifre negli ultimi anni, mutui e affitti alle stelle.
E da pochi giorni, nuovi aumenti di luce e gas, che colpiranno milioni di famiglie già schiacciate dalle bollette invernali.
La vacanza è diventata un lusso. Il ristorante un’eccezione. La gita fuori porta una spesa da ponderare.

Anche il mercato dell’auto è allo stremo: crollo delle immatricolazioni di nuove vetture, parco macchine tra i più vecchi d’Europa. Non per scelta ecologica, ma perché una utilitaria oggi costa come un appartamento di provincia vent’anni fa.
La produzione industriale rallenta, non per mancanza di capacità, ma per assenza di domanda: se i cittadini non comprano, le fabbriche fermano le linee.

A peggiorare il quadro, c’è la sanità pubblica ridotta al minimo: liste d’attesa infinite spingono chi può a rivolgersi al privato, mentre chi non può… rinuncia a curarsi.
Il ceto medio è passato dalla prudenza alla rinuncia, dalla rinuncia alla sopravvivenza.

E mentre tutto questo accade, il governo versa miliardi nel riarmo.
Non un piano serio per il sostegno agli stipendi.
Non un’azione contro la fuga fiscale dei colossi del web.
Non una tassa sugli extraprofitti scandalosi delle banche.
Non un freno ai guadagni record delle aziende energetiche che hanno speculato durante la crisi — le stesse che ora alzano ancora le bollette.

Hanno scelto altro.
Miliardi per nuovi sistemi d’arma, mentre gli ospedali chiudono reparti.
Fondi per blindare i confini, mentre le scuole cadono a pezzi.
Campagne mediatiche per distrarre, mentre il carrello della spesa diventa una roulette russa.

Non è incompetenza: è una strategia politica fredda e calcolata.
Un popolo povero è più facile da controllare.
Un popolo stremato non sciopera.
Un popolo che vive nell’ansia del domani accetta catene in cambio di briciole.

La nostra Costituzione, figlia della Resistenza, immaginava uno Stato fondato sul lavoro, garante di istruzione, salute e dignità. Oggi quello Stato viene smantellato pezzo per pezzo.
Il ceto medio è il bersaglio, perché finché esiste, c’è una massa di cittadini liberi abbastanza da poter pretendere giustizia e abbastanza solidi da potersi ribellare.

Ecco perché l’Italia non è povera per caso. Viene impoverita scientemente.
Per togliere forza politica, per ridurre la voce collettiva, per trasformare cittadini in sudditi.

Appello

Oggi la metà del Paese non può permettersi una settimana di mare.
Domani sarà la metà del Paese a non potersi curare.
E dopodomani, con le bollette di luce e gas fuori controllo, sarà la metà del Paese a dover scegliere tra riscaldarsi e mangiare.

Chi ha ancora una voce, la usi.
Chi ha ancora un diritto, lo difenda.
Chi ha ancora dignità, non la svenda per paura.

Perché se il ceto medio muore, muore la Repubblica.
E a quel punto, resterà solo il silenzio… interrotto dal rumore dei carri armati. 

Carlo Di Stanislao

Fattitaliani

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