Italia e UE: tra apparenza e ridicolaggine

 


"È difficile sconfiggere qualcuno che si finge alleato mentre ignora le tue necessità." Niccolò Machiavelli

"Chi troppo si fida del potere perde la propria libertà." Dante Alighieri

Se si volesse cercare un esempio lampante di inefficienza e ipocrisia istituzionale, basta osservare l’Italia e l’Unione Europea. Dazi commerciali, promesse di sconti, accordi transatlantici e incontri interminabili tra leader europei e statunitensi dovrebbero rappresentare la politica economica internazionale. Invece, ciò che emerge è uno spettacolo surreale, tra burocrazia paralizzante, tatticismi incomprensibili e decisioni dettate più dall’apparenza che dall’interesse reale del Paese.

L’Italia e l’UE oggi sembrano muoversi in un teatro di illusioni. Da un lato, c’è la retorica: il governo italiano annuncia di essere in buoni rapporti con partner internazionali, di voler ridurre i dazi su vino e acciaio, di promuovere campagne commerciali negli USA. Dall’altro lato, i risultati concreti sono minimi o nulli. Gli imprenditori italiani si ritrovano intrappolati in una rete di regole e tariffe incomprensibili.

Giorgia Meloni ha cercato di sfruttare la sua “amicizia privilegiata” con Donald Trump come leva diplomatica. La presidente italiana ha mostrato fiducia che i rapporti personali con l’ex presidente potessero garantire vantaggi nei negoziati economici. Tuttavia, questa convinzione si è rivelata illusoria. Nonostante foto ufficiali e strette di mano, i risultati concreti sui dazi e le esenzioni sono stati minimi.

Il caso dei dazi: un esempio lampante

Recentemente, l’UE e gli USA hanno siglato un accordo con tariffe al 15% su farmaci e auto, senza alcuna esenzione significativa per vino e acciaio, settori simbolo della produzione italiana. Questo scenario è politicamente e simbolicamente rilevante. Prodotti identitari vengono penalizzati, mentre i vertici politici sembrano più concentrati su fotografie e comunicati stampa.

Ammonimento di Machiavelli: mai fidarsi ciecamente di chi detiene il potere.
Ammonimento di Dante: chi si piega troppo al potere perde dignità e libertà.

Una UE fragile e incoerente

L’Unione Europea appare paralizzata dai propri vincoli istituzionali. La rigidità sulle regole sugli aiuti di Stato, le lungaggini burocratiche e l’attenzione più alla forma che alla sostanza rendono l’UE incapace di proteggere efficacemente i propri membri.

La strategia di sostegno ai produttori di vino italiani propone di investire in eventi promozionali negli USA, con risorse condivise tra Italia e Francia, per convincere Washington a ridurre i dazi. È un piano surrealista, perché i cittadini pagano per un fallimento diplomatico.

La politica interna italiana: apparenza sopra sostanza

L’Italia vive da anni tra tatticismi politici, annunci roboanti e promesse non mantenute. Le accise sui carburanti sono rimaste o aumentate, nonostante dichiarazioni elettorali. Il sostegno ai settori produttivi penalizzati dai dazi appare disomogeneo, dividendo produttori e cittadini e dimostrando mancanza di visione strategica coerente.

Gli incontri internazionali sono un teatro dell’apparenza: si scattano fotografie, si stringono mani e si sorride, ma i risultati concreti sono scarsi o nulli.

Conseguenze economiche e sociali

La mancanza di efficacia nelle politiche commerciali ha conseguenze tangibili. I produttori italiani di acciaio, vino e altri beni strategici devono fare i conti con tariffe elevate che riducono la competitività. Le aziende più piccole rischiano di chiudere, mentre le grandi sopravvivono grazie a strategie finanziarie complesse.

Il malcontento sociale cresce: i cittadini percepiscono che i governi agiscono più per immagine e consenso politico che per risolvere problemi reali.

La retorica del coordinamento europeo

Il coordinamento tra Stati membri spesso si riduce a discussioni interminabili e compromessi al ribasso. Francia, Germania e Italia dichiarano di voler abbattere i dazi sul vino e l’acciaio, ma ogni passo concreto richiede mesi e non sempre produce risultati.

L’Italia nel contesto globale

Guardando al contesto globale, l’Italia appare debole e poco credibile. Paesi con minori risorse riescono a negoziare accordi vantaggiosi, mentre Roma sembra sempre un passo indietro. La politica estera italiana viene percepita come debole e poco incisiva.

La convinzione di Meloni di contare su un rapporto privilegiato con Trump si è rivelata un grave errore di valutazione politica. Gli interessi commerciali degli Stati Uniti non sono subordinati a legami personali.

Settori economici colpiti: vino, acciaio e oltre

I dazi e la lentezza dell’UE hanno colpito duramente settori simbolo dell’economia italiana. Il vino rappresenta identità culturale e patrimonio globale; le tariffe riducono la competitività, penalizzando le PMI.

L’acciaio italiano soffre per le tariffe che compromettono l’export. Altri settori come formaggio, salumi e pasta artigianale rischiano di essere penalizzati indirettamente. Il rischio è una perdita di competitività complessiva.

Esempi storici di fallimenti diplomatici italiani

Enrico Mattei (ENI, anni ’50-’60) sfidò i monopoli petroliferi, cercando autonomia energetica per l’Italia. La sua politica fu ostacolata da interessi esterni e la sua morte sospetta nel 1962 resta un ammonimento storico.

Negli anni ’80, il governo di Bettino Craxi (1983-1987) avviò trattative per rafforzare l’industria italiana, ma molti negoziati furono bloccati dagli USA, preoccupati dalla competitività italiana.

Negli anni ’90, i governi di Carlo Azeglio Ciampi (1993-1994), Silvio Berlusconi (1994-1995) e Lamberto Dini (1995-1996) affrontarono ulteriori difficoltà. Il governo Ciampi negoziò in fretta con l’UE per evitare sanzioni; Berlusconi promise interventi coordinati con Bruxelles senza benefici concreti; Dini gestì ministeri con lentezza burocratica, aggravando le difficoltà produttive.

Questi esempi mostrano che fidarsi ciecamente di rapporti personali o poteri esterni porta sempre a risultati scarsi, come conferma oggi il caso di Meloni e Trump.

Ammonimenti finali: storia e prudenza

La storia insegna che mai fidarsi ciecamente del potere e mai essere servili verso interessi esterni. Machiavelli ammoniva che prudenza e astuzia sono fondamentali per difendere uno Stato, mentre Dante ricordava che chi si piega perde dignità e libertà.

Il caso di Meloni e Trump dimostra che amicizie dichiarate non garantiscono vantaggi reali. La politica estera e le trattative commerciali richiedono strategie solide, coerenza e lungimiranza, non semplici fotografie e strette di mano.

In conclusione: l’Italia e l’UE sono ridicoli se si pensa che apparire amici sia sufficiente per ottenere rispetto e vantaggi reali. Chi non impara dalla storia è destinato a ripetere gli stessi errori, pagando il prezzo in termini economici, politici e di credibilità internazionale.

Carlo Di Stanislao

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