All’alba di domenica 10 agosto, davanti al Tempio della Concordia, Il Risveglio degli Dei si presenta come un progetto ambizioso e corale firmato Savatteri Produzioni: un sunrise show che mette in fila figure e narrazioni del mondo classico affidandosi alla voce narrante di Cassandra, a canzoni inedite e a coreografie curate, interpretate da oltre quaranta performer.
La scelta di far parlare Cassandra come voce narrante crea un filo unitario che attraversa episodi molto diversi: la sua presenza funziona da guida e da commento interno, ricollocando i singoli miti all’interno di un’unica cornice temporale e interpretativa. Le canzoni originali e il lavoro coreografico si pongono al servizio del racconto più che come fine a sé stanti.
Il momento dedicato a Narciso pone al centro il tema dell’autocontemplazione e del rapporto tra identità e immagine. La drammaturgia sembra voler interrogare la vulnerabilità che si nasconde dietro la bellezza, più che celebrare il mito in chiave spettacolare.
Nel passaggio dedicato ad Apollo e Dafne emergono i temi del desiderio, del rifiuto e della metamorfosi: la scena valorizza il conflitto tra la forza del desiderio e il diritto all’autonomia dell’altro, con un particolare accento sulla tensione emotiva dei personaggi. Davvero efficace il momento della trasformazione della fanciulla in albero di alloro.
L’accostamento fra Medusa e Perseo solleva questioni complesse - la violenza, la colpevolizzazione della vittima, e il ruolo dell’eroe - e la messa in scena invita a rivedere le categorie tradizionali di “mostro” e “eroe”, mettendo in luce la dimensione tragica della storia di Medusa.
Il motivo del dono del fuoco e del sacrificio per l’umanità rimane centrale: Prometeo dà inizio allo spettacolo e incarna il costo dell’innovazione e della responsabilità verso il sapere e la civiltà.
Efesto è evocato nella sua duplice natura di artigiano e emarginato: il tema della creazione come lavoro e fatica trova spazio e viene collegato al valore dell’artefice nel processo creativo.
La vicenda di Amore e Psiche funge da contrappunto emotivo: al centro restano fiducia, prove e rinascita dell’affetto, con un esito che parla di superamento degli ostacoli e riconciliazione. L'abbraccio finale dei due personaggi ha riprodotto il capolavoro di Canova.
Il duello fra Achille ed Ettore introduce un punto di intensità epica: il confronto tra i due eroi richiama temi di onore, destino, gloria e mortalità e l'intervento di Andromaca è risultato emozionante. La presenza di questo episodio amplia la scala del racconto, che passa da scene più intime e psicologiche a un momento che evoca la dimensione tragica della guerra, concetto ribadito e condannato attraverso il dio Ares.
L’operazione coraggiosa e pregnante si è avvalsa della bellezza della panoramica della Valle dei Templi che di per sé rappresenta una cornice significativa che dialoga con la materia mitica.