I Matia Bazar compiono 50 anni, 50 anni di successi, di clamorose fuoriuscite e di ritorni. Il botta e risposta tra Piero Cassano e Antonella Ruggiero

 


Si dice che l'unione faccia la forza, lo dimostrano i gruppi musicali che negli anni, mettendo in primo piano la musica e in secondo piano la smania di un successo individuale o a chissà quali altre motivazioni non note al pubblico, hanno resistito a fuoriuscite e ingressi di nuovi componenti.

Non è il caso dei Matia Bazar, gruppo che negli anni ha superato a più riprese l'abbandono di componenti centrali come Antonella Ruggiero, prima, e quello di Silvia Mezzanotte negli anni successivi. Due voci straordinarie della nostra discografia che hanno lasciato il segno più alto proprio quando erano la voce dello storico gruppo che quest'anno tra l'altro festeggia cinquanta anni di carriera. Ho letto l'intervista di Roberta Scorranese apparsa sul Corriere della Sera, mi hanno lasciato perplesso le parole della Ruggiero quando la giornalista le chiede: «ha più sentito il resto della band negli anni successivi?», lei risponde: «ci siamo visti ai funerali di due di loro purtroppo!», risposta che ho trovato lì per lì priva di tatto, oltre che con errori nella punteggiatura che in questa citazione ho provveduto a correggere (è chiaro che la giornalista non ha la fortuna di avere come me un'amica di nome Miranda sempre pronta a intervenire nei miei punti e virgola!). 

Oggi è tornato sulla questione il maestro Piero Cassano, storico fondatore del gruppo, autore di successi straordinari che ha così risposto alla Ruggiero dalle sue pagine social: «Gentilissima Sig.ra Antonella Ruggiero ho "purtroppo" letto le tue dichiarazioni pubblicate ieri 8/8/2025, dal Corriere della Sera in merito alla tua intervista. Come vedi ho virgolettato il "purtroppo", perché certe tue dichiarazioni, te lo dico senza mezzi termini, non ti fanno onore. Anzi senza mezzi termini hanno fatto venir fuori la persona che seppur bravissima nel cantare, non racconta molte verità, se le gira e le racconta alla "sua" maniera. Irriconoscente nei confronti di un grande passato di gruppo, ma soprattutto priva di totale rispetto nei confronti di GIANCARLO GOLZI e ALDO STELLITA, (si chiamano così le persone morte tuoi ex compagni MATIA BAZAR, che non hai avuto minimamente il coraggio di nominare) e ti dimentichi sempre di CARLO MARRALE, del sottoscritto PIERO, poi di MAURO SABBIONE e SERGIO COSSU. Ricordati Antonella, non dimenticarlo mai, che se sei la "grandissima Antonella Ruggiero" l'artista stratosferica di oggi, lo devi sicuramente alla tua voce, ma anche a tutti noi indistintamente. Carlo Marrale più di me ha scritto per te e per il gruppo canzoni uniche, meravigliose, che rimarranno storia nei tempi dei tempi, quelle che ti hanno dato la prima vera notorietà. Canzoni tra l'altro che nei tuoi concerti canti ancora.

Imperdonabile alla domanda se ti eri mai più sentita col resto della band, la tua insensibile risposta : "Ci siamo rivisti ai funerali di due di loro". Due di loro? E i nomi? INACCETTABILE! Avevo da subito capito che, seppur brava, avevi un carattere poco sensibile. Capisco lo sforzo che fai con te stessa per apparire al pubblico una persona normale, perché ti senti "diva", un essere superiore. Ma solo perché hai una bella voce? Abbi rispetto di tutti Antonella, a cominciare da te stessa e non raccontare cose non vere. A me ti presentò tale Eros, il tuo ragazzo di allora, e non la PFM, e ti feci fare, consenzienti Aldo, Carlo e Pucci Cochis batterista di noi allora J.E.T, i cori nel nostro disco 'Fede Speranza, Carità'. Fu da lì che poi iniziò il tutto. Come pure dimentichi il mese passato noi da due soli nelle sale prova Fratelli Gaggero a Genova, quando scrissi per te nota dopo nota 'Cavallo Bianco'.»

Non nego che per partito preso sono sempre dalla parte degli autori, coloro che sanno scrivere con dedizione ogni singola nota, ogni singola parola che valorizzi la vocalità del o della cantante in questione. Quando ho letto le parole da parte dell'ex, qui lo scrivo con sarcasmo, “una di loro” ammetto che le ho trovate sgradevoli e prive di tatto. Frasi come «i funerali di due di loro» non si possono sentire! Entro nel merito della questione non per mero gossip, ma per, con onestà intellettuale, cogliere l'occasione per nominare, dare il giusto peso a due autori straordinari come Giancarlo Golzi e Aldo Stellita. Speriamo che questa diatriba sia l'occasione per deporre l'ascia di guerra tra musicisti e cantanti e che si possa trovare il modo di festeggiare i cinquanta anni di carriera di un gruppo che ha fatto e che continua a fare la storia della musica italiana.

Antonino Muscaglione

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