Regista e direttore artistico di spettacoli a livello mondiale, Giuliano Peparini, nato a Roma nel 1973, inizia da giovanissimo a seguire corsi di danza. La sua carriera professionale parte a soli quattordici anni, quando entra nel corpo di ballo dei principali programmi Rai, per poi essere scelto nel cast dell’edizione italiana del musical A Chorus Line.
Considerato un innovatore nel mondo delle arti sceniche, Peparini porta sul palco un linguaggio che unisce teatro, danza, canto, circo e arti visive. Il suo approccio artistico è immersivo e globale: sin da giovane si trasferisce a New York per perfezionarsi alla School of American Ballet, scuola ufficiale del New York City Ballet, tra le più prestigiose accademie di danza degli Stati Uniti.
Nel 2024, fonda la Peparini Academy, con sede a Roma: più che un progetto didattico, un sogno che diventa realtà. L’obiettivo è formare una nuova generazione di artisti completi, in uno spazio fondato su eccellenza, rigore e libertà creativa. Danza, teatro, canto e movimento si intrecciano in un percorso formativo che riflette una visione artistica integrata e internazionale.
L’estate del 2025 lo vede impegnato in numerosi progetti in Italia e all’estero. Torna a Macao come Direttore Artistico del rinnovato spettacolo The House of Dancing Water, prodotto da Melco Resorts & Entertainment: oltre 40 milioni di dollari per reinventare questa produzione iconica. L’arena da 2.000 posti al City of Dreams ospita una piscina da 17 milioni di litri d’acqua, con tecnologie idrauliche avanzatissime e scenografie mozzafiato. Il nuovo allestimento prevede anche un’inedita interazione tra artisti e pubblico fin dall’ingresso a teatro.
INTERVISTA A GIULIANO PEPARINI
Siracusa: è stato direttore artistico di due grandi eventi al Teatro Greco. L’ultimo, Na nuttata ri passioni, ha celebrato i vent’anni dell’iscrizione della città all’UNESCO. Quali sono gli elementi principali della manifestazione?
Ho pensato ad un appuntamento popolare, così come proposto dal sindaco Francesco Italia. Un momento aperto a tutti dove si incontrano tutte le arti della scena – testo, musica, danza, immagine – perfettamente inserito nelle grandi celebrazioni che la città ha previsto per quest’anno. La mia ambizione è quella di offrire un’esperienza immersiva, poetica e accessibile, capace di toccare ognuno. È un viaggio attraverso la bellezza, in tutte le sue forme: a volte spettacolare, a volte fragile, ma sempre sincera. La difficoltà maggiore sta proprio nel toccare l’animo senza cadere nel cliché. Camminiamo su un filo sottile, tra emozione e misura. Con il mio Team, soprattutto nel lavoro sui testi – da Khalil Gibran a Pirandello, da Ovidio a Plutarco – abbiamo voluto che ogni frammento diventasse un respiro, un soffio, un momento sospeso. Al centro del progetto c’è una convinzione forte, la trasmissione. Se l’UNESCO ha scelto di onorare Siracusa e la Sicilia è perché rappresentano un’eredità viva, che spetta a noi far dialogare con il presente e trasmettere alle nuove generazioni. Ho voluto rendere omaggio alla bellezza siciliana in tutta la sua ricchezza: i miti fondativi, i paesaggi, la musica, l’architettura e, naturalmente, il cinema, attraverso riferimenti come Il Gattopardo o Nuovo Cinema Paradiso. Un grazie va agli ospiti d’onore che hanno guidato la serata ed agli artisti sul palco.
Com’è il suo rapporto con la città di Siracusa e con la Trinacria?
Un rapporto che si rafforza di anno in anno, in modo concreto e profondamente umano. Vi è un legame stretto con i tecnici e il Team di produzione della Fondazione INDA con cui collaboro regolarmente. La loro rigorosità, la creatività e l’impegno sono esemplari. Lavorare al loro fianco è sempre un privilegio. E poi c’è il rapporto con il pubblico… credo che mi abbiano un po’ adottato. È un legame affettuoso, caloroso, autentico, che mi emoziona profondamente. Ogni incontro per strada mi trasmette una fiducia sincera, che mi spinge a non voler deludere mai. Per me, la Sicilia è una terra che canta, che piange, che ricorda. Mi abita profondamente. E ho voluto che ogni quadro riflettesse una sfaccettatura di quest’isola-mondo, e di questa città-mondo: che sia attraverso l’omaggio a Caravaggio, la cui presenza aleggia ancora su Ortigia, o attraverso la voce di un bambino che evoca Santa Lucia nella cattedrale, in un momento sospeso di speranza.
Pochi giorni prima ha portato in scena al Teatro Greco L’Iliade.
L’Iliade che ha registrato il tutto esaurito addirittura due mesi prima della prima. In solamente tre repliche gli spettatori sono stati oltre i sedicimila, ennesima riprova di quanto il teatro sia fonte di valori. Un successo ancora più prezioso considerando che si tratta di un’opera assai complessa, dal tema duro e attuale: la guerra. Eppure, il pubblico ha saputo rispondere con una partecipazione straordinaria. È la dimostrazione che, quando si rispetta l’intelligenza e la sensibilità degli spettatori, loro rispondono con una fedeltà rara e autentica.
Quali sono i progetti per la prossima stagione?
Dallo spettacolo a Macao – House of Dancing Water – iniziato in primavera, fino al docu-film Point Zero che ho diretto e che racconta la Peparini Academy, che compie quest’anno un anno di attività. Il docu è stato realizzato in collaborazione con SDL2005 in cui Sonia Bruganelli è produttrice. L’autunno si apre con nuove produzioni teatrali. Il 15 ottobre inizierà la seconda tournée italiana dell’opera pop I Tre Moschettieri, che ho avuto il piacere di dirigere, prodotta da Stefano Francioni. Si tratta di uno spettacolo ibrido, dove musica, prosa e danza si intrecciano per ridare vita al romanzo di Dumas, in una forma contemporanea e popolare. Sul palco, ritroviamo Giò Di Tonno, Vittorio Matteucci e Graziano Galatone nei ruoli di Athos, Porthos e Aramis. E voglio ringraziare sinceramente mia sorella Veronica (n.d.r. Veronica Peparini) e Andreas Muller, che hanno realizzato delle coreografie potenti e originali, contribuendo in modo decisivo alla forza visiva ed emotiva dello spettacolo.
A settembre riprendono le lezioni alla Peparini Academy.
L’Academy non rappresenta solo un progetto didattico, ma il compimento di un sogno personale ed artistico: quello di trasmettere, condividere e formare una nuova generazione di artisti completi. È stata fondata su valori di eccellenza, rigore e libertà creativa, e vuole essere uno spazio unico e prezioso per incoraggiare gli allievi, fin dalla giovane età, a sviluppare sia lo spirito critico che la creatività. Qui le arti si incontrano e si intrecciano in un progetto che affonda le sue radici su una visione artistica globale in cui ogni disciplina inserita nel programma di formazione dialoga con l’altra.
La Special Class, programma d’eccellenza dell’Academy, accoglie ogni anno i talenti più promettenti che hanno l’opportunità di formarsi in un ambiente che unisce alta preparazione tecnica ed attenzione umana. L’Academy è anche una filosofia: credere che il lavoro, la passione e la sensibilità possano costruire carriere straordinarie. È un luogo dove si impara a sognare in grande, ma anche a trasformare quei sogni in realtà concreta. Molto più di un centro di formazione, è una casa artistica viva, un laboratorio di sperimentazione, una fucina per il futuro delle arti sceniche dove scoprire e preparare giovani promesse.