Eugenio Murrali - Città del Vaticano
Immergersi nella profondità del tempo e nella bellezza luminosa delle immagini e allo stesso tempo ascendere, non solo fisicamente. Perché Pétros ení è perfezione della ricerca storica e tecnologica, ma soprattutto itinerario spirituale per i pellegrini che vogliono conoscere in profondità San Pietro e la Basilica che custodisce la sua memoria. Il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro, spiega come la mostra nasca da un progetto di costruzione virtuale di "una sorta di gemello digitale della Basilica, esplorata anche nei suoi tratti non visibili, normalmente, al pubblico, e ricompresa nella sua storia e nella sua attualità". L'esposizione diventa così un accesso a una comprensione più profonda di ciò che questo monumento custodisce quanto alla memoria e al carisma di San Pietro.
Il percorso della mostra
Fin dal titolo Pétros ení il pellegrino è introdotto nei misteri affascinanti che la Basilica custodisce. L'espressione, che significa "Pietro è qui", è l'interpretazione che l'archeologa Margherita Guarducci fece del graffito sul frammento di muro rosso ritrovato durante gli scavi voluti da Pio XII e che indicherebbe la presenza dei resti del Santo. Nella prima parte della mostra, il visitatore, attraverso un viaggio fatto di immagini virtuali e opere concrete, si inoltra nelle tappe principali della vita di San Pietro, fino al suo martirio. Potrà quindi seguire l'evoluzione della Basilica attraverso i secoli, facendosi anche un'idea di come il colle Vaticano si sia trasformato nel tempo e del ruolo che la basilica ha rivestito e riveste come centro della cristianità e come spazio di arte e meraviglia.
Uno strumento di conservazione
Le oltre 400mila fotografie, che hanno permesso di digitalizzare in 3D la Basilica di San Pietro e che, anche con il supporto dell'intelligenza artificiale, rendono possibile questo attraversamento inedito della sua storia e dei suoi spazi, sono un modello di eccezionale utilità anche per la conservazione delle architetture e del patrimonio artistico in esse custodito. Spiega il cardinale Gambetti: "L'opera di scansione dei minimi particolari, anche infinitesimalmente piccoli, dei tratti strutturali e decorativi della Basilica, costituisce una base per una diagnostica più attenta e profonda, legata all'aspetto conservativo". Comparando nel tempo i dati raccolti grazie a una potente e sofisticata tecnologia, sarà possibile programmare interventi preventivi, importanti sia per il patrimonio artistico che per la sicurezza. La Fabbrica di San Pietro, con i suoi esperti e i suoi studiosi, ha potuto realizzare un progetto tanto complesso anche grazie alla collaborazione di Microsoft, Iconem, Dadada e di altri partner internazionali.
Le Sale Ottagone
Gli spazi che ospitano la mostra, le Sale Ottagone, sono state oggetto di un restauro che ha, tra l'altro, riportato alla luce le bellissime volte in mattone. Per il cardinale Gambetti esse sono "un elemento significativo di questo percorso immersivo, perché non è soltanto l'utilizzo dei mezzi multimediali a consentire al visitatore di conoscere meglio la basilica, ma anche la sua architettura, congiunta ad alcune opere esposte", così da unire la dimensione virtuale e quella fisica del complesso monumentale. Pétros ení, conclude il presidente della Fabbrica di San Pietro, si rivela per le persone "un'esperienza più profonda, più intensa, più spirituale, perché comprendendo meglio, anche l'animo può aprirsi a una conoscenza più ampia e più profonda di quelli che sono i significati della Basilica".
Vatican News, 26 luglio 2025