Gianluca Battistel, Srebrenica: il docu-romanzo "Una settimana di luglio" a 30 anni dal massacro

 


L’11 luglio 1995 era un martedì. Faceva caldo e gli Italiani, per la maggior parte, pensavano al mare e alle vacanze. In pochi si interessavano della tragedia che si stava compiendo nei Balcani, che sembravano così lontani.

Un paio di anni prima, nel 1993 le Nazioni Unite avevano dichiarato Srebrenica “area protetta”, messa sotto la tutela dei Caschi Blu. Ma questo non bastò a proteggerla da uno dei più efferati eventi della storia recente.

 

A partire proprio dall’11 luglio 1995 infatti, dopo un assedio durato tre lunghissimi anni, in un’afosa settimana d’estate i paramilitari serbi, sostenuti dall’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina e dal generale criminale di guerra Ratko Mladić, entrarono definitivamente nella città di Srebrenica per dare inizio a una vera e propria operazione di pulizia etnica. Migliaia uomini, ragazzi e adulti musulmani, cercarono inutilmente protezione presso i Caschi Blu o disperatamente la salvezza attraverso una sfiancante fuga per i boschi. Quello che solo nel 2007 sarebbe stato ufficialmente riconosciuto come genocidio dalla Corte Internazionale di Giustizia, accadde infatti senza che le forze militari dell’ONU dispiegate sul territorio muovessero un dito.

 

A trent’anni esatti dal massacro di Srebrenica, il filosofo e giornalista italiano Gianluca Battistel arriva in libreria con il romanzo-documentario UNA SETTIMANA DI LUGLIO. Una storia romanzata che scorre sullo sfondo della storia reale, ricostruita dall’autore con numerosi viaggi, ricerche e interviste, su cui si innestano personaggi di fantasia, ma estremamente realistici, costruiti sulle drammatiche testimonianze dei sopravvissuti.

Elmin, Melisa e Ahmed – i tre protagonisti principali di una storia corale - non si conoscono e condividono soltanto l’appartenenza al popolo sbagliato nel momento storico sbagliato. Il collasso della Jugoslavia li travolge e le loro esistenze finiscono per intrecciarsi nell’enclave musulmana di Srebrenica, stretta da un assedio di tre anni, fra stenti e bombardamenti, speranze effimere e rabbia impotente. Fino a un’afosa settimana di luglio, quando saranno costretti a fuggire per i boschi, braccati dall’esercito serbo-bosniaco. Una lunga, sfiancante marcia; una lotta per la sopravvivenza. Chi di loro emergerà da questo incubo di fame e sete, di follia e terrore, di suicidi e crudeltà, lo farà con la consapevolezza di aver attraversato l’inferno, e di non poter più tornare a essere la persona che era prima.

 

Il lettore è portato nella viva realtà dei fatti di Srebrenica attraverso una narrazione essenziale, nitida, a tratti cruda, quasi da cronista di guerra. Ne scaturisce un autentico romanzo documentario, che in un ritmo via via più incalzante trascina il lettore nella spirale di orrore e violenza in cui si trovano avvolti i protagonisti e i loro compagni di sventura – mogli, figli, amici. Nelle vicende narrate emergono i lati oscuri dell’essere umano, che non solo conducono a commettere atrocità verso il prossimo, e a giustificarle con motivazioni religiose, etniche, territoriali, ma spesso assottigliano la distinzione tra vittima e carnefice.

 

Il romanzo esce a trent’anni di distanza dai fatti, da quel luglio 1995 la cui cornice risulta ancora straordinariamente attuale nel delineare le ambiguità, le contraddizioni e la ferocia che si nascondono sotto il guscio delle società civili. Perché la tragica parabola di Srebrenica assume, come dimostrano gli attuali conflitti armati e i genocidi in corso, connotati archetipici, universali.

 

Una settimana di luglio è in vendita in libreria e sulle principali piattaforme online.

 

Solo la conoscenza e il ricordo della storia può proteggerci dal ripetersi di simili gravi fatti.

Sperando che possiate aiutarci a divulgare la memoria di questi fatti segnalando il romanzo ai vostri lettori, restiamo a disposizione per qualsiasi necessità di approfondimento, anche per organizzare eventuali interviste con l’autore.

Fattitaliani

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