Fattitaliani intervista Andrea Caruso: "Oltre i confini della mente: il coraggio di riscrivere sé stessi"



Cosa succede quando la fatica quotidiana diventa una gabbia e la routine soffoca il potenziale più autentico dell’essere umano? È da questa domanda – semplice ma radicale – che prende avvio il percorso di Andrea Caruso, autore del libro Oltre i confini della mente. Dopo oltre vent’anni trascorsi nei cantieri, tra lavoro fisico e responsabilità operative, Caruso ha intrapreso un cammino personale e spirituale che lo ha condotto a esplorare i meccanismi della mente, il potere delle emozioni, e il potenziale spesso inespresso che abita dentro ciascuno di noi.

Frutto di un’intuizione improvvisa e di una lunga ricerca interiore, il suo libro è insieme un racconto autobiografico e una guida per chi desidera uscire dai condizionamenti mentali e avvicinarsi a una consapevolezza più profonda. In questa intervista, Andrea Caruso condivide le origini della sua trasformazione, le difficoltà affrontate, e la visione che anima il suo lavoro: un invito ad andare oltre le proprie paure, abitudini e limiti per ritrovare il coraggio di essere sé stessi.

Un dialogo intenso e sincero, rivolto a chi è pronto a mettersi in discussione, e forse, a scoprire un nuovo modo di guardare alla propria vita. L'intervista di Fattitaliani.

Andrea Caruso, come nasce Oltre i confini della mente? Qual è stata l'occasione che ha dato inizio a questo viaggio?
Dopo oltre vent’anni trascorsi nei cantieri, tra fatica fisica e responsabilità, ho iniziato a sentirmi prigioniero di una routine che cominciavo a percepire come una gabbia, nonostante la passione che avevo per il mio lavoro.
La svolta è arrivata quasi per caso, con una visione improvvisa che mi ha aperto le porte al mondo delle invenzioni e dei brevetti. Da quel momento ho iniziato a farmi domande: perché mi sono ritrovato in quella situazione anche se non ero diretto da quella parte? Perché mi sono ritrovato in possesso di qualcosa che mi aveva sempre affascinato, ma che avevo sempre visto come lontano e irraggiungibile?
Da lì è cominciata una ricerca incessante, che mi ha spinto ad approfondire il funzionamento della mente e il potere delle emozioni. Il desiderio di condividere le mie scoperte e riflessioni ha dato forma a Oltre i confini della mente.
 
Nel libro si legge che spesso ci percepiamo come un’entità unica, mentre in realtà siamo composti da tante parti diverse. Quando ha iniziato a osservare se stesso e gli altri con questa consapevolezza?
Questa consapevolezza è arrivata gradualmente, ma in modo sempre più chiaro.
All’inizio sentivo che dentro di me c’erano pensieri contrastanti, emozioni che cambiavano improvvisamente, reazioni che non capivo. Mi sembrava di essere in conflitto con me stesso.
Col tempo, ho iniziato a rendermi conto che non ero fatto di una sola parte, ma di tante voci interiori, programmi mentali, ricordi ed emozioni che, in certi momenti, prendevano il controllo senza che me ne accorgessi.
È stato proprio studiando il funzionamento della mente e osservando le mie reazioni che ho capito.
Da quel momento ho iniziato ad ascoltare me stesso con molta attenzione, e allo stesso modo a osservare anche gli altri, riconoscendo in loro le stesse dinamiche. Questo mi ha aiutato a sviluppare una comprensione più profonda.
 
Ha definito la mente come un insieme di abitudini, pensieri, emozioni, automatismi. Come possiamo riconoscere quali di questi ci limitano e quali ci potenziano?
Per riconoscere ciò che si muove dentro di noi, bisogna avere il coraggio di mettersi in discussione, accettare gli errori e i fallimenti non come una pena da sopportare, ma come influenze inconsce che ci spingono ad agire in un modo piuttosto che in un altro.
E, in ultima analisi, tutto passa dal perdono: verso sé stessi e verso gli altri.
Serve affrontare un percorso di profonda introspezione, senza paura di vedere ciò che, fino a quel momento, abbiamo evitato.
 
Nel libro lei scrive: “Come possiamo cambiare senza sapere quali parti ci compongono?”. Secondo lei, da dove si comincia questo lavoro di consapevolezza?
Il lavoro della consapevolezza inizia con la comprensione dei meccanismi e degli automatismi, sia consci che inconsci.
È come imparare a guidare un veicolo: dobbiamo sapere come funzionano i comandi, quali sono i limiti e come guidare con abilità.
Solo allora possiamo iniziare a smettere di essere passeggeri e diventare noi i piloti della nostra vita. 
 
Cosa significa, per lei, “andare oltre i confini della mente”? Si tratta di un atto di coraggio, di disciplina, di resa… o di tutte queste cose insieme?
Per me, andare oltre i confini della mente significa andare oltre ciò che crediamo essere giusto o sbagliato, vero o falso, reale o immaginato.
Si tratta di spingersi oltre quel punto dove ci siamo sempre fermati; varcare quella soglia che non abbiamo mai osato superare, uscire nell’ignoto e superare il conosciuto.
Come possiamo cambiare se non andiamo oltre i confini della nostra mente?
E sì, per farlo servono tutte queste cose insieme: coraggio, disciplina, ma anche la capacità di lasciar andare.
Queste sono abilità che si acquisiscono con la consapevolezza del sé.
 
Nel percorso di crescita che propone, c’è spazio anche per il fallimento? Come ci si relaziona con gli ostacoli interni?
Il fallimento esiste solo nel momento in cui ci arrendiamo. È una scelta personale considerare un fallimento come tale.
Se decidiamo di reagire, sarà un insegnamento. Ma se ci arrendiamo, sarà un fallimento.
Gli ostacoli interni sono ostacoli fino a quando non li riconosciamo come tali. Una volta individuato ciò che ci blocca, esso cessa di esserlo… è solo questione di tempo.
Quando riconosciamo quello che non vogliamo più, e il perché lo facciamo, il cambiamento diventa una conseguenza naturale.
Come una ferita che sanguina: il corpo la riconosce e si attivano dei meccanismi di autoguarigione.
Allo stesso modo, una volta individuato ciò che ci ostacola, volontariamente o involontariamente si attivano dentro di noi dei meccanismi di autoguarigione.


 
Nel suo percorso personale, quali limiti mentali ha dovuto affrontare e superare per scrivere questo libro?
I limiti che ho affrontato sono stati molti.
Non vengo da un percorso accademico, non avevo mai scritto nulla prima d’ora, non avevo nessuna conoscenza in merito.
In un lavoro simile, dove chi ha studiato la materia probabilmente avrebbe impiegato molto meno tempo, io ho dovuto impiegare molto tempo e fatica.
Sono partito da zero.
L’unica cosa che mi ha dato la forza di andare avanti è stata la ferma convinzione che dovevo farlo a qualsiasi costo.
Una convinzione nata da un’auto-suggestione così profonda da non lasciarmi altra scelta che continuare. 
 
C’è un esercizio, un’abitudine o una pratica che consiglia a chi vuole iniziare a lavorare su di sé da subito?
Credo che una delle tecniche più efficaci sia l’ipnosi. È una tecnica molto potente.
Ma anche la lettura, le meditazioni guidate, le affermazioni audio e i webinar possono avere un impatto profondo.
Tutti strumenti che aiutano la mente ad aprirsi e ad accedere a un livello più profondo di consapevolezza.
L’importante è trovare quello che risuona con noi… e iniziare.
  
Che tipo di lettore immaginava mentre scriveva? E che tipo di lettore ha poi trovato, una volta pubblicato il libro?
Quando scrivevo, immaginavo tutti i tipi di lettori: chi era già dentro un percorso di crescita e chi era solo all’inizio.
Ma una volta pubblicato il libro, ho capito che non tutti sono predisposti ad andare oltre.
Non tutti sono pronti a mettersi in discussione o a guardarsi dentro con sincerità.
E va bene così: ognuno ha i suoi tempi. 
 
Se dovesse riassumere in una frase il cuore del suo messaggio, cosa direbbe a chi prende in mano Oltre i confini della mente per la prima volta?
Direi: vai avanti fino alla fine e non fermarti per nessun motivo. Questo libro parla direttamente al tuo inconscio, e solo attraversandolo tutto potrai coglierne il vero senso.
Fattitaliani

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