Fabio Martorana: quando perdersi è l’inizio per ritrovarsi davvero. L'intervista di Fattitaliani

Fabio Martorana - Ph. by Marisa Ronci

Torna con un nuovo singolo Fabio Martorana, artista poliedrico, cantautore e imprenditore. “Sarà come perdersi”, prodotto da Giancarlo Amendola e distribuito da Warner Music, è un brano che parla di momenti difficili nelle relazioni ma anche della possibilità di rinascere più forti. L’abbiamo incontrato per farci raccontare cosa si cela dietro le emozioni di questa nuova uscita.

Fabio, il titolo del tuo nuovo brano è evocativo: cosa significa per te “perdersi” in una relazione?

Perdersi, abbandonarsi, smarrirsi o più semplicemente lasciarsi andare, solitamente viene indicato come un periodo brutto a seguito di una rottura, dove spesso, per ritrovarsi veramente, è necessario affrontare un periodo di smarrimento, di distacco o di cambiamento, io intendo invece “perdersi” all’interno della coppia, perdersi per poi ritrovarsi insieme lungo un processo di crescita personale e di trasformazione e quindi di miglioramento.

Nel testo si parla di silenzi e oscurità, ma anche di speranza. Quanto è personale questo racconto?

Come in tutte le altre canzoni. Anche in questa non poteva mancare la parte personale, quella empirica, che esce irrefrenabile come un fiume in piena, le esperienze ci formano, ci rendono coscienti, e ogni tanto si fanno vive, bisogna lasciarle andare, buttarle fuori.

Hai definito il brano un invito a credere nell’amore. È anche un messaggio autobiografico?

Io sono sempre stato innamorato dell’amore, ne sono attratto da sempre, amo la passione e ci credo veramente, credo che l’amore abbia il potere di sistemare tutto, anche l’impensabile ed io ella vita ne ho piena esperienza.

Il video è stato girato in un luogo immerso nella natura: quanto conta per te l’ambiente nel racconto visivo di un’emozione?

Tanto sarà che sono cresciuto in mezzo alla natura, pertanto associo tantissime emozioni e natura.

Da “Anima Bianca” a oggi: come è cambiato il tuo modo di scrivere?

Probabilmente più riflessivo, però il modo di scrivere non credo sia cambiato, in quanto riesco solo se ispirato.

Cosa ti ha spinto a mantenere viva la passione per la musica nonostante una carriera professionale già avviata?

Non si sceglie di essere un artista, e anche se ho preso diverse strade professionali, quella parte di me lungo gli anni e rimasta attiva, e voleva uscire in maniera preponderante, è bastata solo una piccola occasione per farla esplodere.

Dentro ognuno di noi c’è una parte intima che a volte non conosciamo bene neanche noi.

Il tour estivo ti porterà in giro per l’Italia: cosa cerchi nel contatto con il pubblico dal vivo?

Emozioni, emozioni, emozioni, se potessi eliminerei i palchi, mi immergerei direttamente in mezzo alle persone e canterei con loro, insieme a loro.

Fattitaliani

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