CONNESSIONI DI FILIPPO GIGANTE, UN ESEMPIO DI SERVIZIO PUBBLICO. L'INTERVISTA

 


di Mariano Sabatini

Ho avuto modo di constatare da vicino, essendo stato da lui intervistato, come Filippo Gigante – un destino nel cognome – abbia costruito il suo piccolo grande impero di Connessioni. Un format, spalmato su più piattaforme, che si è fatto notare per professionalità, originalità, profondità, sostenute dalla palmare empatia dell’ideatore/conduttore. Ad oggi sta per inaugurare la quindicesima stagione, alle spalle più di 400 puntate e ospiti e più di 300mila ascolti solo su Spotify. Ma è ascoltabile ovunque e a questo link si può scegliere come e dove: https://creators.spotify.com/pod/profile/filippo-gigante/ . Una vera corazzata. E pensare che fu la cantante Giorgia a ispirare il progetto nel lontano novembre 2016, durante una lunga e intensa chiacchierata negli studi di RadioNorba. Fu proprio lei a parlare a Gigante di “connessioni” in quell’occasione: <<E così, tra parole di stima e riflessioni sincere, questa parola è arrivata quasi come un segno. Qualche giorno dopo quell’incontro indelebile, dovevo pensare a un nuovo format per un programma radiofonico da proporre a Yes We Radio, una giovane e dinamica radio web. Dopo due stagioni radiofoniche e alcuni speciali, ho scelto di trasformare il format in un podcast, inaugurando questa nuova fase con una madrina d’eccezione: la conduttrice e divulgatrice televisiva Licia Colò, ospite della prima puntata>> spiega il conduttore pugliese di Alberobello. Autore e Web Editor, da più di 20 anni lavora nel mondo della comunicazione, principalmente come social media manager, copywriter e web content publisher. Laureato in Informatica e Comunicazione Digitale e specializzato in Editoria Libraria e Multimediale, ha lavorato e collaborato con diverse realtà del territorio nazionale. Ha pubblicato racconti e poesie, mentre Bianco e nero è il suo romanzo d'esordio, a cui ha fatto seguito La piscina delle mamme, entrambi tradotti in altre lingue. Un vero personaggio crossmediale, insomma, tra l’altro inconfondibile con la sua frezza bianca, che ha fin da bambino e che Cristiano Malgioglio deve avergli copiato.

La parola connessione cosa rappresenta per te? 

Ci sono parole che sanno descrivere ciò che siamo e “connessione” per me rappresenta la “parola-specchio” del mio modo di rapportarmi con gli altri. Mi reputo una persona empatica. Spesso capita di ritrovarmi ad ascoltare una confidenza o scambiare quattro chiacchiere con dei perfetti sconosciuti. 

Produttivamente il podcast è faticoso da realizzare? 

Certamente. La produzione di un podcast come “Connessioni” porta via un bel po’ di tempo. Mi piace studiare ogni ospite, leggere quando mi è possibile il suo ultimo libro, ascoltare l’ultimo album, cercare e vedere film, trasmissioni o altre interviste… dedico tutta una fase di studio a seconda dell’ospite- autore, cantante, attore - e poi c’è la registrazione, successivamente mi spetta riascoltare tutto e montare ogni singola puntata e cercare di collocarla seguendo un calendario editoriale che possa garantire massima promozione anche attraverso eventuali articoli o recensioni “connesse” all’ospite.

Come hai modulato nel tempo gli argomenti e la scelta degli ospiti? 

Nel tempo, le case editrici hanno da subito accolto la possibilità di poter presentare ai miei microfoni i loro autori famosi e esordienti, probabilmente perché la promozione dei singoli libri ha una buona vetrina e poi per i libri ho un certo debole! Ma a “Connessioni” c’è spazio per ogni tematica, l’importante è avere una buona storia.

Cosa ti fa decidere se un personaggio è adatto a Connessioni?

In realtà credo che ognuno di noi abbia una storia da raccontare, perciò tutti potrebbero prenderne parte. Mi affido ai diversi uffici stampa che mi propongono dei nomi oppure se ho adocchiato delle storie curiose o interessanti contatto direttamente i protagonisti o i loro agenti.


Con quale categoria di persone piace più conversare?
 

Non credo ci sia una categoria di persone specifiche, mi piace molto ascoltare gli altri e arricchirmi delle loro storie, delle loro esperienze. Tutto ciò che ruota tra natura, libri e musica è sempre il benvenuto!

Il più antipatico? 

Non l’ho intervistato (ride).

Si creano amicizie? 

Non ho dubbi, assolutamente sì. La mia messaggistica privata ne è la prova. E poi c’è il bello di incontrarsi durante un festival, una presentazione e se capita una cena. Coltivare i contatti umani significa anche aprirsi a quanto c’è ancora di bello intorno a noi.

La fama è sempre il discrimine o ci sono sorprese in ordine al gradimento da parte degli ascoltatori? 

Ti dirò, alcuni nomi illustri hanno raccolto meno ascolti rispetto a nomi di professionisti o figure meno celebri. Ma questo non mi sorprende, secondo me anche l’ascoltatore sa cogliere quel pizzico di cordialità, quella traccia di empatia che fa la differenza. La psicologia, come tematica trattata in alcuni episodi, raccoglie sempre alti consensi di pubblico. La gente ha bisogno di essere ascoltata, compresa, aiutata nell’affrontare una piccola o grande difficoltà.

Un esempio di servizio pubblico realizzato in modo indipendente il tuo.

Sì, credo rappresenti un esempio di servizio pubblico indipendente per diverse ragioni: ha una missione educativa, l'accessibilità gratuita, la produzione autonoma e l'impatto culturale positivo su un vasto pubblico di ascoltatori. Nel tempo si è affermato come un punto di riferimento culturale, promuovendo la diffusione di conoscenze e stimolando il dialogo su temi rilevanti.

Perché proliferano i podcast? 

Dalla pubblicazione dei miei primi episodi podcast a oggi, c’è stata un’altissima prolificazione. Questo perché offrono contenuti accessibili, personalizzati e fruibili ovunque, adattandosi ai ritmi quotidiani. Permettono una connessione con l’ascoltatore e rispondono al bisogno crescente di approfondimento autentico in un formato flessibile, intuitivo e coinvolgente.

Quali sono state finora le tue grandi soddisfazioni?

La pubblicazione del podcast “Connessioni - Quando le parole uniscono” ha creato nuovi contatti, nuove collaborazioni con diverse case editrici nazionali e altre realtà che presto, spero di rivelare. E poi sono felice, in questi anni, di aver potuto anche pubblicare dei romanzi brevi e curato l’organizzazione e la comunicazione di diversi eventi.

Cosa sogni per il tuo lavoro?

Se iniziassi a svelare i miei sogni correlati al mio lavoro, probabilmente rischierebbero di non diventare realtà… Ma spero di aver lasciato una piccola traccia di me per ogni singola “connessione” raccolta.


Fattitaliani

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