Alberto Giovinazzo ci guida tra le onde di “Akinori”: un racconto epico tra acustica ed elettronica

Con Akinori, Alberto Giovinazzo compie un nuovo passo nel suo percorso artistico, dando vita a un brano che unisce la maestosità del mare alla profondità delle emozioni umane. Il singolo, frutto di una collaborazione con il produttore Roberto Cannizzaro, si muove su un crinale sonoro che intreccia elementi elettronici e acustici, evocando immagini potenti e suggestive.

Tra atmosfere epiche e richiami ai canti dei marinai, Akinori si presenta come una vera e propria immersione simbolica nel mondo interiore del suo protagonista: un comandante prigioniero delle sue stesse azioni. La voce di Giovinazzo, intensa e scura, accompagna l’ascoltatore attraverso un viaggio sonoro che è anche un viaggio morale, dove la forza dell’oceano diventa metafora del peso delle scelte e dell’indifferenza umana.

In questa intervista, l’artista ci racconta il processo creativo dietro il brano, le sfide affrontate durante la produzione e il significato più profondo di un lavoro che, tra sperimentazione e radici, segna una nuova tappa della sua evoluzione musicale.

“Akinori” intreccia elementi acustici ed elettronici: come avete lavorato a questo equilibrio sonoro?

L’idea musicale che fa da sfondo ad Akinori era quella di realizzare uno scenario epico, un sound che fosse in grado di riprodurre la maestosità del mare e la fatica di ciò che comporta vivere in un ambiente marino. In questo l’elettronica ci è venuta in aiuto, senza sottovalutare l’importanza di elementi acustici che richiamano la semplicità dei canti marinareschi.

C’è stata una ricerca particolare sugli strumenti o sui suoni che meglio evocassero l'oceano e la sua forza?

Durante la fase di arrangiamento ad un certo punto mi è venuto naturale “mimare” vocalmente lo sforzo delle remate negli antichi pescherecci prima dell’arrivo di quelli a motore. L’ “oh issa” insieme all’atmosfera sonora ricreata credo evochino bene la forza oceanica delle acque marine.

In fase di produzione con Roberto Cannizzaro, quale è stata la sfida più grande?

Sicuramente commisurare e far convergere le differenti fonti di pensiero è stata la sfida più grande. Questo ci ha portato ad un ritardo significativo sui lavori ma spero che il pubblico ne possa apprezzare comunque il risultato nonostante le lunghe attese.

Come hai scelto l’approccio vocale per un brano così intenso dal punto di vista emotivo?

L’intonazione timbrica è abbastanza scura e decisa; volevo che l’ascoltatore potesse captare la durezza e l’efferatezza di Akinori a 360 gradi, coinvolgendo dunque anche il colore vocale del brano.

Quanto ha influito l’esperienza maturata negli anni precedenti sulla produzione di questo singolo?

Tutto il progetto musicale è frutto di numerosi cambiamenti nel corso della mia vita musicale. L’evoluzione è elemento imprescindibile del mio progetto artistico, mi fa piacere continuare a mutare il mio modo di pensare ed il modo di fare musica, senza rinnegare nulla. 

Fattitaliani

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