Che periodo è della sua vita?
Mi trovo in un momento di passaggio profondo e consapevole. È come se fossi in bilico tra il lasciare andare qualcosa che non mi appartiene più e l’accogliere con fiducia ciò che sta arrivando. Ho quasi 50 anni e sento forte il desiderio di semplificare, di andare all’essenziale, di circondarmi solo di ciò che è vero, vivo, nutriente. Questo è anche un tempo in cui sto imparando a essere più gentile con me stessa, ad accettare i miei limiti e a riconoscere le mie forze. Ho scelto di fare spazio al silenzio, alle pause, alla lentezza – tutte cose che la società ci insegna a temere o a evitare, ma che per me oggi sono diventate fondamentali. Nei miei contenuti social, nei podcast, nelle passeggiate al tramonto, c’è il tentativo di raccontare questo spazio interiore che sto coltivando. Un tempo in cui la priorità non è "fare di più", ma "sentire meglio".
Com’è nata l’idea del libro “La presenza in pratica”?
L’idea è nata da un’urgenza personale e, allo stesso tempo, universale: come si fa a rimanere centrati quando tutto intorno corre? Avevo bisogno io per prima di trovare strumenti semplici, concreti, per tornare al momento presente, anche solo per pochi secondi al giorno. Non volevo scrivere un saggio teorico sulla mindfulness, ma offrire un compagno di viaggio quotidiano, pratico, accessibile a tutti.
La presenza in pratica è un invito a prendersi cura della propria interiorità un giorno alla volta. Ci sono 365 esercizi perché ogni giorno merita uno spazio di consapevolezza: può essere lavarsi le mani in silenzio, guardare il cielo con gratitudine, respirare consapevolmente prima di rispondere a un messaggio. Sono gesti minuscoli, ma capaci di trasformare la nostra qualità di vita. Per me è stato terapeutico scriverlo, e mi auguro che lo sia anche per chi lo leggerà.
Cosa pensa del periodo storico che stiamo vivendo?
Credo che siamo in un tempo straordinariamente complesso, in cui convivono crisi globali, ansie personali, trasformazioni radicali. Ma proprio per questo, anche pieno di opportunità. Viviamo in una società che ci spinge alla velocità, alla performance, alla continua esposizione. Ma allo stesso tempo, c’è una crescente ricerca di senso, di autenticità, di profondità. E questo è bellissimo.
Sento che molte persone stanno risvegliando una nuova sensibilità, più orientata al benessere, al rispetto, alla sostenibilità. Però è facile perdersi, sopraffatti dalle notizie, dalle aspettative, dai paragoni. In questo contesto, il ritorno alla presenza – alla capacità di stare con quello che c’è, con quello che siamo – diventa non solo un atto di cura personale, ma anche di resistenza culturale. Un modo per rimanere umani.
Come vede la nuova generazione e cosa consiglia loro per affrontare il futuro?
Li vedo lucidi, svegli, profondi. Molto più consapevoli di quanto a volte diamo loro credito. Hanno a disposizione strumenti incredibili, una rete globale, un potenziale creativo immenso. Ma sono anche esposti a una pressione enorme: devono “essere qualcuno” già da giovanissimi, mostrarsi costantemente all’altezza, sopravvivere in un mondo precario.
Il mio consiglio, se posso permettermi, è questo: non lasciate che il rumore vi faccia dimenticare la vostra voce. Coltivate la vostra interiorità con la stessa cura con cui curate i vostri profili online. Prendetevi tempo per ascoltarvi davvero. Il futuro si costruisce anche da lì: da uno sguardo sincero verso se stessi, da un gesto gentile, da una scelta fatta con amore. Non dobbiamo sempre accelerare. A volte, rallentare è la forma più potente di rivoluzione.
Cosa vuole che arrivi alla gente che leggerà il suo libro?
Vorrei che chi apre La presenza in pratica si sentisse accolto, non giudicato. Che trovasse nelle sue pagine uno spazio intimo, protetto, nel quale poter respirare e ritrovarsi. Desidero che il libro non venga letto tutto d’un fiato, ma vissuto come un rituale quotidiano. Anche solo un minuto al giorno può fare la differenza, se è un minuto di vera presenza Il messaggio profondo che vorrei trasmettere è questo: non c’è bisogno di diventare qualcuno di diverso per meritare amore, calma, gioia. Tutto parte da qui, da ora, da come trattiamo noi stessi e la nostra vita ogni giorno. Se anche solo una persona, grazie al libro, sentirà di avere un posto dove attingere forza nei momenti difficili, allora avrà avuto senso tutto il cammino che mi ha portata fin qui.