“Non sappiamo se si tratta di Paragon nel mio caso. Si parla parla del cosiddetto caso Paragon perché tutto comincia con la scoperta da parte di Luca Casarini di essere stato colpito da uno spyreware, che si è scoperto essere Graphite di Paragon. In seguito a questo è partita l’indagine civile e hanno iniziato a ricostruire le tracce per scoprire quali altre persone fossero state colpite da Graphite o da spyreware equivalenti. Nei giorni scorsi c’è statala scoperta che anche il mio telefono l’8 febbraio 2024 riceveva la notifica da parte di Facebook che c’era un attacco da parte di uno spyreware legato a entità governative non ben identificate. Quanto è continuato? Non si sa. Per questo abbiamo fatto esposto, perché occorre scoprire tante cose in questa vicenda”. Così Don Mattia Ferrari, cappellano dell'ONG Mediterranea Saving Humans, a Che tempo che fa su canale NOVE
Sul ruolo ‘sovversivo’ della solidarietà: “Questa vicenda è l’ennesima conferma del fatto che la solidarietà è diventata sovversiva, non solo a livello politico ma anche a livello sociale. Questo è il punto ultimo del neoliberismo: arriviamo da decenni in cui si è inculcata la mentalità individualista, per cui ognuno di noi è un individuo che deve pensare sé stesso e che deve fregarsene degli altri, costi quel che costi. Quando ci sono realtà sociali, Mediterannea e tante altre, che danno carne alla solidarietà realizzano che un altro mondo è possibile. Qual è il problema vero di fondo? Essendo prete conosco tanta gente e chi pratica la solidarietà, chi vive la fraternità è molto più felice di chi vive l‘individualismo. Questa cosa è inaccettabile, perché chi è chiuso è rabbioso e arrabbiato, lo vediamo continuamente. Quindi devi togliere e sradicare chi pratica la solidarietà e la fraternità. Perché c’è il rischio che la gente si accorga che l’altro mondo possibile, quello solidale e fraterno, è molto migliore di quello attuale”.
Sulle condizioni di Papa Francesco: “Sono girate tante fake news in questi giorni, ma bisogna fare fede sui bollettini ufficiali, che vengono diffusi con grande verità e chiarezza, perché questa è stata l’indicazione che lui ha dato. Io credo che in questi giorni di malattia, in un mondo come il nostro così diviso e segnato da violenze e ingiustizie, grazie a Papa Francesco si sta realizzando un miracolo: tu stai vedendo nella preghiera e nell’affetto per Papa Francesco il mondo unito, con i poveri in prima fila. Arrivano immagini dei Paesi più sperduti del sud del mondo, così come dalle città del nord del mondo. Ovunque. Il mondo si è unito nell’affetto verso Papa Francesco e i poveri sono in prima fila. Questo è esattamente il sogno del pontificato di Papa Francesco, che poi è il sogno di Gesù, che alla fine è colui a cui il Papa si ispira. Questo è un grande insegnamento che Papa Francesco ci sta dando anche nella malattia: essere fratelli e sorelle tutti non è un’utopia, ma è una cosa che possiamo veramente essere. Sta a noi scegliere di credere in questo sogno e portarlo avanti nella vita di tutti i giorni. Anche in questi giorni possiamo essere grati a Papa Francesco per l’affetto che è riuscito a creare nel mondo”.
Un invito alla solidarietà: “Noi per molti aspetti stiamo per rientrare nella notte della storia, una notte da cui eravamo usciti grazie anche al sogno dell’Europa e dell’Unione Europea e adesso ci stiamo ritornando dentro, lo vediamo con i casi di spionaggio e con quello che sta succedendo sulla scena internazionale. Quello che però c’è, e noi lo vediamo quotidianamente, è che dal basso ci sono tantissime luci che illuminano questa notte della storia. Ci sono tante realtà sociali, nella Chiesa e nel mondo laico, che ogni giorno portano avanti la resistenza della solidarietà e della fraternità. La difficoltà che oggi abbiamo nella nostra società è unirci e invece dobbiamo farlo. In questi giorni, lo dicevamo prima, l’affetto verso Papa Francesco ci ha dimostrato che il mondo può essere unito quando si unisce in questo affetto. Quindi l‘invito è continuare a camminare sapendo che la fraternità e la solidarietà sono ciò che massimamente compie e realizza la nostra umanità e la prova l’abbiamo tutti i giorni”