L’essenza dell’attesa in “Come quando fuori piove” di Arianna Chiara

Arianna Chiara torna con un nuovo singolo che cattura l’anima e invita alla riflessione. “Come quando fuori piove” è un brano che affronta con sensibilità il tema dell'attesa e dell'indecisione, due emozioni spesso vissute come ostacoli, ma che in questa canzone diventano momenti preziosi di scoperta personale. Lontano dalla frenesia della vita quotidiana, Arianna ci invita a fermarci, a osservare il mondo attraverso il filtro della pioggia e a rivalutare ciò che conta davvero. Il brano si distingue non solo per la profondità del testo, ma anche per un sound che mescola influenze R’n’B e jazz con una sonorità pop moderna e accattivante. È una canzone che parla al cuore e alla mente, portandoci in un viaggio introspettivo che molti di noi possono riconoscere come proprio.

Come nasce l’idea di parlare del tema dell’attesa e dell’indecisione in “Come quando fuori piove”?

Quest’idea credo che nasca da sensazioni personali, ma anche da molte storie e impressioni che ho potuto captare da miei amici e conoscenze. Ci si può sentire spesso in attesa di una risposta, di un risultato, di uno “scopo”, e penso che questo possa renderci vulnerabili e fragili di fronte a successi altrui, e a volte farci sentire un po’ persi, in un mondo, nel mio caso quello musicale, che sembra diventare sempre più veloce e competitivo. Allo stesso tempo però, ho voluto esprimere come questa sensazione, del sentirsi sospesi, in attesa, non sia necessariamente un male, ma anzi forse proprio il principio per iniziare a non guardare più intorno a noi, ma dentro di noi: capire chi siamo, cosa vogliamo, dove vogliamo andare. Fermarsi un secondo, abbandonando i clichè che hanno guidato le nostre azioni in maniera abitudinaria e concentrarsi sulle cose semplici e vere, come una giornata di pioggia, può essere davvero ciò che fa uscire dall’incertezza e dona più forza e consapevolezza di noi stessi.

Qual è stato il tuo processo creativo per unire le influenze R’n’B, jazz e pop nel brano?

Le influenze R’n’B’, jazz e pop si sono mischiate in maniera assolutamente spontanea, perchè questo connubio è il sound che amo e con cui sento di potermi esprimere in modo sincero e autentico: ho scavato nei miei gusti musicali e ho cercato di trasmettere le mie idee ai produttori, e il lavoro con loro in studio ha fatto il resto. Vedere nascere questo brano, accordo dopo accordo, strofa dopo strofa, scambiandosi idee e scartandone altre, e infine registrarlo e poterlo ascoltare così com’è ora è stato un processo di crescita sia personale che artistica, e come per ogni brano l’ascolto della versione finale è una sensazione meravigliosa.

Perché hai scelto il cielo e la pioggia come simboli centrali nella canzone?

Perchè sono cose che spesso diamo per scontate, ma che se osservate bene, possono sempre darci una nuova emozione; ad ogni sguardo sono diversi e uguali alla volta precedente, un po’ come lo siamo noi. Sono le cose semplici che possono ricordarci ciò che conta davvero e credo che il cielo, la pioggia, siano elementi che favoriscono una sorta di introspezione, e che quindi penso possano farci riflettere su quello che siamo. “Se guardo in alto mi sento meno fragile, come quando fuori piove”, perchè nel momento in cui si sta a guardare fuori dalla finestra una giornata di pioggia, la terra smette di girare, ci si può fermare un attimo e smettere di sentirsi “fuori fuoco”, lasciando perdere “feste, cene e clichè”, ovvero le cose superflue, dando più spazio a noi stessi.

In che modo “Come quando fuori piove” rappresenta un nuovo inizio per il tuo percorso artistico?

“Come Quando Fuori Piove” è assolutamente un nuovo capitolo perchè penso esprima bene il tipo di sound che voglio portare e continuare a ricercare, anche nel tipo di scrittura. È un nuovo inizio per il mio progetto e per la mia crescita personale, anche perchè fa parte di un percorso più ampio che ho intrapreso con Cosmophonix AD, a cui stiamo lavorando già da qualche mese… il 2025 sarà pieno di musica e tanti propositi, nuove canzoni e obiettivi da realizzare, e io non vedo l’ora!

Qual è stata la sfida più grande nel dare forma a questa canzone?

La sfida più grande penso sia stata quella di trovare nel testo delle immagini concrete per esprimere le sensazioni di cui ho parlato prima, che sono molto astratte e poco palpabili. Volevamo che questa idea emergesse bene ma era necessario trovare degli elementi comuni a tutti, ed è stato davvero stimolante lavorare con Faffa e Hanashi, mi hanno fatto capire molte cose e crescere nella scrittura. Anche trovare la melodia più giusta per il ritornello, che volevamo fosse semplice ma di impatto, ha richiesto molto tempo e lavoro in studio, ma ora penso che ne sia davvero valsa la pena e io non potrei essere più contenta del risultato.

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