Chitarrista degli Afterhours dal 2015, diplomato in contrabbasso, il polistrumentista, produttore e compositore Stefano Pilia espande la sua poetica di scrittura senza confini con il nuovo album “Lacinia”, in uscita martedì 25 febbraio 2025 in digitale per SZ Sugar e in doppio vinile e CD per Die Schachtel.
La costante ricerca e l’apertura verso nuovi stimoli — manifesto della neonata etichetta discografica SZ Sugar, che è anche casa editrice di Pilia — sono le basi per il ciclo di composizioni che proseguono l’indagine di Pilia sulla dimensione dello spirituale attraverso il numero e la geometria.
«Lacinia si può tradurre dal latino come merletto, brandello od orlo, — dice il compositore ligure — è la linea che delimita una forma, un confine tra finito ed infinito. Sia per quanto riguarda i singoli brani, sia per l’intera opera, l’idea dell’album è quella di definire un tragitto circolare dove inizio e fine convergano suggerendo l’immagine di un tempo chiuso, ciclico e rituale: un eterno ritorno, dove il rapporto numerico, confine tra il limite e l'illimitato, è principio archetipico che rappresenta il “sacro” e “l'inaccessibile” e, allo stesso tempo, “motore immobile” e principio generativo della composizione musicale».
I brani di “Lacinia” si sviluppano in una serie di meditazioni sonore che stimolano l'ascolto attivo, evocano echi di antica musica liturgica e devozionale – come quella di Gesualdo da Venosa, Claudio Monteverdi, John Dowland – attraverso un ricercato intreccio tra processo acustico ed elettroacustico, drone e musica da camera. Ma è anche una musica in profonda risonanza con le opere di compositori più contemporanei quali Arvo Pärt, La MonteYoung, Pauline Oliveros, Éliane Radigue, Krzysztof Penderecki e Sarah Davachi.
Come il precedente album “Spiralis Aurea” anche “