“Nell’immaginario collettivo, l’atleta viene idealizzato come simbolo dello stato di salute perfetto e quindi immune da complicanze cardiovascolari. Eventi drammatici come l’arresto cardiaco di Edoardo Bove ci lasciamo sgomenti, proprio perché contrastano con questa convinzione, peraltro falsa, che gli atleti siano immuni da queste complicanze. La realtà ci dice che il cuore può tradire anche l’atleta, specialmente l’atleta che presenta una patologica cardiaca, molto spesso clinicamente silente ma insidiosa, perché può predisporre a un’instabilità elettrica del cuore che può determinare un arresto cardiaco”. Così Domenico Corrado, Ordinario di Cardiologia, Università-Azienda Ospedaliera di Padova, a Che tempo che fa sul NOVE.
Sui controlli: “I controlli ci sono, sono previsti in Italia per legge. All’inizio degli anni ‘80 è stata introdotta in Italia questa legge che prevede la visita per idoneità sportivo-agonistica per quelle persone intendono praticare attività sportiva a livello agonistico e questo screening è molto accurato e si basa sull’elettrocardiogramma da sforzo e ci ha dato grandi soddisfazioni. Il nostro osservatorio padovano sulle morti improvvise nella Regione Veneto dimostra che da quando è entrato in vigore questo screening abbiamo ridotto la mortalità del 90% tra i soggetti screenati. Lo screening però è un sistema che non può essere considerato perfetto: le maglie sono strettissime, ci possono essere patologie che sfuggono”.
Sulle malattie che portano a casi come Bove: “È difficile prevederlo, ma tuttavia abbiamo dei punti fermi perché questi arresti cardiaci non avvengono per caso. La cosa importante non è lo sport di per sé, che aumenta la mortalità degli atleti o che precipita questi eventi, lo sport agisce semplicemente come un fattore triggerante, una fibrillazione ventricolare con aritmia che arresta i cuori in atleti che hanno una patologia cardiaca che predispone queste aritmie. Quali sono queste malattie? Dipende dall’età. Negli atleti master o senior, la causa più frequente è la malattia aterosclerotica delle coronarie, per cui il fatto precipitante è un’ischemia miocardica, esattamente come quella che porta all’infarto. Nelle persone più giovani, come Edoardo Bove, c’è un ampio spettro di patologie cardiache che possono essere genetiche, congenite o acquisite. Lo screening è un momento importante per un’identificazione”