I personaggi di Enrico Baj – ultracorpi alieni, generali roboanti, dame kitsch e robot inquietanti – popolano la Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano, in una mostra imperdibile dedicata al centenario della nascita dell’artista milanese.
Baj chez Baj, prodotta da Electa e curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, offre un viaggio attraverso quarantacinque opere suddivise in dieci sezioni, raccontando l’universo di un maestro che ha saputo unire dissacrazione e ironia per denunciare le contraddizioni della società moderna.Fin dai primi anni Cinquanta, Baj ha saputo trasformare le ansie e le speranze del suo tempo – dalla corsa allo spazio ai timori della guerra fredda – in opere polimateriche che mescolano satira e critica sociale. Fondatore del Movimento Arte Nucleare, Baj immagina un mondo post-atomico, fatto di forme organiche e mutanti, ma anche di figure grottesche che denunciano l’aggressività del potere e l’alienazione tecnologica. Dai Generali decorati con medaglie inutili ai Meccano assemblati con scarti metallici, fino alle Dame che ostentano fronzoli e vezzi, l’arte di Baj è una parata di maschere che smaschera il vuoto dietro l’apparenza.
Il percorso espositivo, tra satira e impegno, mette in luce il profondo impegno civile dell’artista, culminato nel monumentale I funerali dell’anarchico Pinelli, capolavoro ispirato alla tragica morte di Giuseppe Pinelli e al modello di Guernica di Picasso. Baj non si limita a denunciare l’ingiustizia sociale: attraverso un linguaggio grottesco e visionario, invita lo spettatore a riflettere sulla deriva culturale e morale di una società schiacciata dal consumismo e dal controllo tecnologico.
Tra le sale della mostra, lo spettatore incontra mondi complessi e caleidoscopici, in un viaggio unico nell’immaginario di Baj. Specchi frammentano la realtà, riflettendo una società alienata. I Mobili antropomorfi si insinuano nelle nostre vite domestiche, mentre le Dame idrauliche, con i loro dettagli rubati alla rubinetteria, incarnano l’ambiguità e la forza delle figure femminili. E poi c’è l’Apocalisse, un’opera monumentale realizzata tra il 1978 e il 1983, in cui oltre 200 sagome tracciano un’ironica e feroce riflessione sulla fine di un mondo che ha smarrito sé stesso.
A cento anni dalla sua nascita, l’arte di Enrico Baj è più che mai da considerarsi com eredità viva attuale. Le sue opere, che denunciano le “mostruosità” del potere e i pericoli della tecnologia disumanizzante, risuonano con le paure e le speranze del nostro tempo. Milano, la città natale di Baj, celebra il genio di un artista che ha saputo guardare il presente con occhi critici, disincantati e, soprattutto, liberi.
La mostra Baj chez Baj sarà visitabile presso il Palazzo Reale di Milano fino al l 9 febbraio 2025. Un’occasione celebrativa per riscoprire un maestro dell’arte italiana, capace di farci riflettere, sorridere e, soprattutto, non smettere di interrogarci sul mondo che ci circonda.