Si apre la stagione della Prosa 2024/2025 del Teatro Ciak di Roma. A dare il via in grande stile sarà Edoardo Siravo con FALSTAFF E LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR di William Shakespeare nella versione e adattamento di Roberto Lerici, per la regia di Carlo Emilio Lerici, in scena sabato 2 e domenica 3 novembre.
La leggenda vuole che la Regina Elisabetta, conquistata dal personaggio di Falstaff visto nell’ENRICO IV e nell'ENRICO V, ordinò la stesura di una nuova commedia che lo vedesse protagonista assoluto. Shakespeare scrive quindi in quattordici giorni Le Allegre Comari di Windsor, una commedia dove inserisce il meglio del proprio repertorio: l'amore contrastato tra giovani, equivoci, scambi, travestimenti e beffe. Commedia condotta interamente dalle donne; donne che sarebbe giusto definire, in senso contemporaneo, “libere”, oltre che “allegre”; proprio perché libere di pensare e agire come le donne di oggi. Il personaggio di Sir John Falstaff diventerà il più amato della produzione comica shakespeariana ed entra, a pieno diritto, nella storia del teatro e nel cuore degli spettatori di tutti i tempi . Alla pari di Amleto.
In questa versione del testo - curata dal grande drammaturgo
Roberto Lerici - vedremo Falstaff,
con Edoardo Siravo come suo
interprete ideale, reduce dalla prima
guerra mondiale, proiettato negli anni 20. E lo vedremo riunire in sé alcune delle pagine più belle del personaggio Falstaff
presente nelle due precedenti tragedie
shakespeariane. Facendo acquisire
al personaggio, accanto
al lato dichiaratamente brillante, uno spessore, una profondità, un'umanità, che lo rende moderno e nostro
contemporaneo. Un personaggio che
riflette su un mondo comandato da un'idea di successo e bombardato da false notizie e false calunnie.
Un'idea di mondo ancora drammaticamente attuale. “Perché Falstaff oggi?
– dice il regista Carlo Emilio Lerici - Perché oggi, più che mai, ci sentiamo
tutti presi in giro da qualcuno o da qualche
entità. E Falstaff
e la sua ‘armata Brancaleone’ rappresentano quello che noi
siamo. Perché oggi è l’epoca dei “tutti
gabbati“. E alla fine ‘Allegri’ sono gli spiriti, ma ‘Tristi’ i risultati. E
Falstaff diventa così esempio di decadenza fisica e morale dell’uomo, visto come pagliaccio per il mondo. In un mondo che è
già pagliaccio. Divertente come ‘Bisbetica domata’
e filosofico come ‘As you like it’, le ‘Allegre
comari’ si colloca in un ‘mondo di mezzo’ che vuol
far ridere delle nostre lacrime. Invitati giornalmente
alla “cena delle beffe’’ l’uomo di oggi resta stritolato dal suo stesso meccanismo misto di vanità e interessi
personali. Ma l’uomo per Shakespeare, fatto della stessa materia di sogni, contraddizioni che si assommano, utopie che svaniscono, si
rassegna ma non muore. L’uomo esiste e
resiste. E, nonostante tutto, resta al centro del Globo”.