Torino, 28 maggio apertura straordinaria di "Girare intorno all'arte", una mostra di Francesco De Bartolomeis



Martedì 28 maggio, in occasione della Giornata Mondiale del Gioco, l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino proporrà un’apertura straordinaria della mostra Girare intorno all’arte a cura di Tea Taramino e Irene Pittatore, un’esposizione delle oltre 700 opere realizzate da Francesco De Bartolomeis, decano dei pedagogisti italiani, padre dell’antipedagogia, critico d’arte e, in privato, artista. 

Tre iniziative per ricordare Francesco De Bartolomeis: la mostra Girare intorno all’arte (in corso fino al 30 giugno 2024), una pubblicazione e un convegno (tenutosi l’11 maggio scorso) per celebrare la vita, il lavoro e l’arte del grande pedagogista, docente ordinario per trentacinque anni all’Università degli Studi di Torino e poi Professore Emerito, Accademico ad honorem dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, spentosi lo scorso anno a 105 anni.

 

Francesco De Bartolomeis era convinto che per educare le giovani menti e permettere loro di capire fino in fondo (e non solo di apprendere in modo passivo), la scuola debba proporre concetti e nozioni come problemi da risolvere, qualcosa di cui fare esperienza diretta. All’interno di questo approccio formativo il gioco ricopre un ruolo importante, in quanto mezzo per fare esperienza di qualcosa e imparare così a conoscerla: un'idea che, nella sua vita privata, De Bartolomeis sviluppava in primis attraverso la pittura, per tentare di capire gli artisti e l'arte, che tanto amava. Una parte della mostra presenta l’immenso lavoro sviluppato nelle scuole dell’infanzia e primarie a Ivrea, Rivoli, Torino, Modena, Riccione, da insegnanti formate da Francesco De Bartolomeis, sulla base di una pratica che può iniziare come gioco per trasformarsi necessariamente in esperienza, ricerca e conoscenza.

La mostra - voluta da Rita Margaira, per anni sua compagna e collaboratrice - compone e restituisce attraverso un racconto organico, articolato in sezioni, alcune delle molteplici sfaccettature del lavoro teorico, dell’impegno nell’arte e nella società di un uomo che ha saputo lasciare un segno profondo nella storia culturale del Paese, grazie all’amore per la ricerca e alla posizione originale e non conforme alle pratiche culturali correnti.

 

Una vita vissuta senza risparmiarsi è la formula della sua longevità, come egli stesso afferma: “La smodatezza, nel senso di buttarsi nelle cose, di continuare a partecipare. Mi salva il fatto di continuare a scrivere, pubblicare, incontrare gente”. Parlava con pochi della personale attività pittorica e di sperimentazione artistica sulla forma e sul colore, mentre, nell'intimo della casa, realizzava una considerevole produzione di opere su tavola e su carta, astratte e vivacemente policrome.

 

Nell’allestimento, curato da Diego Giachelloquadrerie di pitture di minuscolo, piccolo e medio formato - più di 700 - sono le protagoniste dell’esposizione, quali interpreti di una “disubbidienza” curatoriale nello svelare questo aspetto quasi inedito. Fra le opere esposte alcune riportano un intervento postumo dell’amico artista Pino Chiezzi che, con cura e  originalità, le ha incastonate asimmetricamente in cornici, fuori misura, recuperate nell’appartamento.

 

Un video realizzato dall’artista Irene Pittatore raccoglie le interviste a Rita Margaira e a Pino Chiezzi, accompagnate da ventotto testimonianze di persone care a Francesco De Bartolomeis, girate in occasione dell’apertura al pubblico della sua casa-studio nel 2023: artisti e artiste con i quali ha condiviso importanti scambi, ex allieve, insegnanti e personaggi pubblici. 

 

Una raccolta dei numerosi volumi scritti per Feltrinelli, Loescher, La Nuova Italia e altri editori offre contezza della sua poderosa produzione nel campo della pedagogia, della critica d’arte e della pedagogia dell’arte.

 

La mostra vuole anche testimoniare il suo essere “pedagogista di base” in quanto padre dell’antipedagogia, perché De Bartolomeis con il sistema dei laboratori e l’insegnamento diede impulso a uno dei periodi più innovativi della storia dell’educazione proponendo una trasversalità progettuale che collegava teoria e pratica. Un’impostazione basata sulla sperimentazione che servì a indicare nuove rotte ai servizi educativi territoriali e alla scuola.

 

Il catalogo, pubblicato da Prinp Editore, raccoglie contributi di Piero Bianucci, Mario Calabresi, Lorenzo Campioni, Pino Chiezzi, Edoardo Di Mauro, Maurizio Maggiani, Rita Margaira, Lisa Parola, Anna Pironti, Irene Pittatore, Claudio Strinati, Tea Taramino, Paola Zanini.

 


 

INFO 
Accademia Albertina di Belle Arti di Torino 
comunicazione@albertina.academy – 011 0897370

 

Entrata da Via Accademia Albertina 8, Torino
Apertura mostra: sabato | domenica e festivi, dalle 10.00 – 18.00

Su appuntamento per gruppi: lunedì | martedì | giovedì | venerdì, dalle 10.00 – 18.00
Mercoledì Chiuso


Ingresso gratuito

Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top