Dopo la recensione, le interviste al Maestro Carlo Goldstein, al tenore Enea Scala e al basso Giovanni Battista Parodi, Fattitaliani ha incontrato il baritono Vittorio Prato, che ha interpretato Giuseppe in "Rivoluzione" che da poco assieme a "Nostaglia" la seconda parte del dittico verdiano che tanto riscontro ha incontrato da parte del pubblico della Monnaie di Bruxelles.
C'è una frase, un momento in cui ti riconosci perfettamente in Giuseppe o al contrario un passaggio nel quale ti discosti da lui completamente come personalità e scelte di vita?
Ti sei confrontato con il "vecchio" Giuseppe?
No. Ma credo avrebbe dovuto farlo più lui con me…
Che idea avevi dei movimenti del Sessantotto? quest'opera ti ha aiutato in un certo qual modo a comprenderne portata e idee?
Il Sessantotto mi ha sempre affascinato. È stato un periodo che ha stravolto il mondo, ha portato il profumo della libertà, un bene prezioso e troppo spesso offeso. Il sessantotto ha dato le basi per costruire una società migliore, anche se ci siamo riusciti solo in una piccolissima parte. Verdi, poi, è un simbolo di libertà. Quella del Risorgimento non è individuale, ma collettiva: la forza di un popolo che non vuole essere sottomesso, che ama un unico Stato sotto una sola bandiera. Riadattare i testi delle opere verdiane è stato un passo ardito ma ben riuscito.
Personalmente, in che cosa secondo te consiste una "Rivoluzione" al giorno d'oggi? in quale campo andrebbe incoraggiata?
Oggi si parla tanto di rivoluzione tecnologica e di Intelligenza Artificiale. Ma la rivoluzione più grande che dovremmo avere il coraggio di fare è quella di restare umani, affrontare le proprie paure con il dialogo, con la coscienza di sé, con il rispetto degli altri e delle diversità. Siamo tanti e troppi su questa terra, la vera rivoluzione è cercare l’armonia nella coesistenza.
E come hai trovato l'idea di Goldstein-Lada per questo dittico verdiano? si può parlare qui di "Rivoluzione"?
Carlo Goldstein e Krystian Lada sono stati geniali. Se rivoluzione significa “osare”, le barricate sono state sfondate ed è arrivato tutto il calore del pubblico, la più bella risposta a tanto lavoro di lunghe settimane di prove. Evviva Verdi.