GIANFRANCO IOVINO, NEL ROMANZO "ABBRACCIAMI" BULLISMO SCOLASTICO, TRA DISAGI ESISTENZIALI, OMOFOBIA E PENE D’AMORE ADOLESCENZIALE CON SFONDO LA ROMANTICA ISOLA DI PROCIDA.



di Andrea Giostra - ABBRACCIAMI continua a riscuotere successo di vendita e riconoscimenti letterari per un libro che la critica ha definito il libro più coinvolgente e d’attualità dei romanzi scritti da Gianfranco Iovino.

Parlare di bullismo in un romanzo non è impresa facile, soprattutto quando sfiora le delicate terre degli adolescenti afflitti da atti persecutori di omofobia, sempre più al centro di cronache giovanili, per una società che non riesce ancora ad accettare la “normalità” di un’esistenza basata sulla libertà d’azione e di pensiero, che rende l’amore libero di essere espresso e vissuto senza schemi e forzature.

E in questo contesto si sviluppa anche la trama di ABBRACCIAMI (Capponi editore) che vede protagonista un adolescente sensibile e disperato per un amore difficile da dichiarare, quando il coraggio manca se intorno ti rendi conto ci siano solo spietati nemici, pronti a prendersi gioco di te, perché tu sei un debole che non deve reagire, ma solo subire la prepotenza di chi si sente in diritto di umiliare e offenderti per il sadico gusto di farti del male, anche solo con le parole, per divertimento, noia o invidia.

Andrea Stefani, questo il nome del protagonista, vive il dramma del bullismo omofobico, amplificato nel dramma dalla sua incapacità a farsi rispettare e la ristrettezza di vie di fuga quando vivi su un’isola, quella spettacolare di Procida, fatta ben immaginare e vivere al lettore, quando il mare diventa una prigione e il chiacchiericcio della piazza ti punta silenziose occhiate d’accusa contro, per colpa del tuo modo “diverso” di apparire, comportarti e vivere la vita, che per altri non è la normalità.

Si incentra sul dramma esistenziale di un ragazzo diciassettenne la nuova fatica letteraria di Gianfranco Iovino, giornalista e scrittore nato a Roma ma da trent’anni a Verona, direttore commerciale con la passione per la scrittura creativa, che lo ha portato alla realizzazione di 7 romanzi di narrativa contemporanea, e lo vede protagonista di numerosissimi interventi presso scuole, associazioni sportive e centri di aggregazione giovanile per presentare  il suo ultimo romanzo con tema il bullismo, quello che  rovina coscienze e può determinare atti estremi nei più fragili, che preferiscono respingere quelle violenze gestuali e verbali rinchiudendosi nella loro stanza, bruciando il tempo migliore della propria esistenza, oltre che raggiungere livelli pericolosissimi di disistima verso se stessi.

Ma nel nuovo romanzo di Gianfranco Iovino, giunto alla seconda ristampa in meno di un anno dalla sua pubblicazione, c’è spazio per parlare anche dell’amore adolescenziale e tutti i patemi esistenziali di un’età delicatissima oltre che della vecchiaia, quando viene obbligata ad essere vissuta in una RSA, distante dai tuoi affetti familiari, circondato da estranei, quando invece senti di avere ancora tanto da poter dire e dare, proprio come accade ad Antonio,  che rappresenterà per il giovane Andrea un nonno improvvisato e sostegno morale, di cui si ciberà pur di resistere alla cattiveria quotidiana perpetratagli contro da un certo “Mocio”, suo coetaneo di scuola, che farà di tutto per rendergli la vita difficilissima, per il solo gusto di divertire i suoi adepti e quanti altri assistono silenziosamente agli atti violenti, senza mai opporsi o difenderlo.

Chiediamo all’autore di spiegarci dove ha tratto ispirazione per scrivere Abbracciami

«Questa volta ho voluto affrontare un tema che conosco bene, perché anche io l’ho subito da ragazzo, quando a scuola la prepotenza dei più grandi aveva il dominio su me, obbligandomi a subire, oltre che scappare e nascondermi pur di non affrontare la malvagità di chi non trovava mai di meglio da fare se non prendersela con i più fragili e meno abituati a respingere con pari violenza quelle superbie. Il bullismo dei miei tempi era però diverso da adesso, in quanto bisognava cercare di evitare i gruppi violenti, cercando di nasconderti e, soprattutto, fare in modo che non si venisse a sapere in giro quanta cattiveria si accanisse su di te, per evitare di essere ulteriormente preso in giro, mentre oggi c’è un nemico spietato che fa molto più paura: lo smartphone, che ti rende eroe non voluto di filmati che fanno viaggiano in rete e ti umiliano l’esistenza nel giro di pochissimo spazio e tempo.»

Come ha superato quei momenti bui della sua vita?

«Resistendo ed evitando sempre di reagire a certe violenze, perché sarebbe stato solo peggio per me. Sapevo che se fossi riuscito a superare indenne quel periodo della mia vita, mi sarei salvato da timidezze e atteggiamenti introversi in futuro che ti determinano il bullismo, e così è stato, anche se non riesco a dimenticare alcuni episodi che mi hanno segnato in profondità. Le amicizie sincere, la fuga nella musica e la lettura, e l’abbraccio di mia madre, che mi accoglieva con le braccia aperte ogni volta mi incrociava con gli occhi spenti e lo sguardo mesto di ritorno da scuola, mi hanno salvato. Ma si sa che non per tutti quello che non uccide fortifica, perché ho letto di amare confessioni da parte di ragazzi che hanno preferito annullarsi dal mondo, senza considerare gli atti estremi autoinflitti sulla propria persona, perché si sono sentiti sempre troppo soli, disillusi dalla vita e senza mai nessuno che li abbia provato a difendere, perché nessuno vuole essere amico di uno “sfogato bullizzato”.»

ABBRACCIAMI ha per protagonista Andrea, ci sono spunti autobiografici nel suo personaggio? 
«In molti stati d’animo sì, perché appartengono e riguardano anche la mia adolescenza, quando non conoscevo rimedio su come vincere la timidezza e la paura di affrontare i “cattivi”, preferendo restarmene chiuso in casa o cercare le braccia di mia madre nelle quali proteggermi, anche se quel gesto consolatorio mi ha fatto amare il senso che è racchiuso in un abbraccio, al punto da avergli dedicato il titolo di questo romanzo, oltre che cercarlo e regalarlo di continuo nel mio quotidiano, perché in una stretta di braccia sincere puoi dire di tutto e dare tutto il meglio di te.» 

Come mai è stata scelta Procida come terra di sviluppo della trama?
«Perché l’ho sempre amata, oltre che frequentarla tantissimo da ragazzo, in quanto la famiglia di mio padre era di Pozzuoli e ci si andava spesso a fare il bagno alla spiaggia di Chiaiolella o della Corricella, posti davvero unici, che consiglio a tutti di visitare. Mi è nel cuore Procida, con i suoi colori e i suoi profumi, anche perché il Comune è stato molto gentile nell’attribuire al mio romanzo il patrocinio letterario, che mi ha inorgoglito tantissimo.» 

Può un romanzo, secondo lei, combattere e vincere il bullismo?

«Non credo, ma sono fermamente convinto che possa aiutare a stimolare coscienze anche solo parlandone di più, grazie alle presentazioni in scuole, biblioteche e spazi di aggregazione, dove la trama del mio romanzo diventa spunto di dialogo, raffronto e sviluppo. Ogni scuola e biblioteca dove ho presentato il romanzo è stato un biglietto da visita importante per diffondere più convintamente la tesi che solo parlandone si possono smuovere coscienze, sensibilizzare e salvarsi dalla resa, perché da soli non ce la possiamo fare, e da animali sociali quali siamo, abbiamo bisogno e obbligo di accerchiarci di persone sincere, rispettose e che ci rispettano, anche se possiamo apparire “diversi”, quando la diversità è un limite che ristagna negli occhi di chi non sa leggere nel cuore.»

La sua attività di presentazione e promozione volume la vede impegnato settimanalmente con tantissimi incontri nelle scuole, le biblioteche e i centri sportivi. Sono in programma altri incontri anche durante l’estate?

«Lo spero perché il mio libro sta trasformandosi in uno strumento di approfondimento importante a sostegno di un dialogo necessario, che interessa genitori, nonni, amici e familiari, sul tema del bullismo e la condizione degli anziani nelle case di riposo, ed io ne sono felicissimo perché dà valore alla mia idea che un libro è sempre da considerare un grande tesoro, di inestimabile valore, perché permette di viaggiare senza tempo e confini, entrando in certi anfratti di vita che, diversamente, non raggiungeremmo mai. Un libro è uno spettacolare messaggero di emozioni perché ti va volare lontano, pur restando fermi in un posto.»            

Non ci resta che concederci una pausa e immergerci nel romanzo Abbracciami di Gianfranco Iovino, per vivere da vicino le disavventure di Andrea Stefani e dare una mano anche all’associazione “Gli Invisibili APS” di Verona, a cui sono destinati i diritti d’autore sulle vendite, per sostenere e organizzare incontri nelle scuole superiori per sensibilizzare gli studenti alla lotta contro il bullismo e ogni altro tipo di violenza di genere.


Per ulteriori approfondimenti sull’autore: www.gianfrancoiovino.it

 

Sito editore: https://www.capponieditore.it/prodotto/abbracciami

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