Ricky Ferranti ci racconta il suo singolo “Qua è dura”

“Qua è dura” è Ricky Ferranti un brano che parla di un dialogo immaginario con Dio e rivolgendosi a lui l’artista fa notare come sia difficile vivere su questo pianeta. Si evidenzia, da un lato, la possibilità di incontrarlo inconsapevolmente, magari alla stazione del tram mentre chiede due soldi o al bar sotto casa, e successivamente si fa emergere il divario tra ciò che il messaggio trascendente spirituale esalta e la strumentalizzazione materialistico distruttiva che viene fatta di tale messaggio. Divario che, ad esempio, trova la sua massima espressione nelle guerre a sfondo religioso che accompagnano l’uomo da millenni.

Come è nato il nuovo singolo “Qua è dura” e cosa rappresenta per te?

Ciao a tutti e grazie per l’intervista.

L’ispirazione è nata da una serie di pensieri che mi girano in testa fin dal liceo quando lessi della famosa scommessa sull’esistenza di Dio di Pascal.

Mettiamoci poi che arrivo da una famiglia Cattolica e praticante unito ad un interesse per tutto ciò che riguarda il trascendente.

Tutte queste cose unite a ciò che di assurdo avviene nel mondo, ad un certo punto, tra dubbi e certezze, hanno dovuto uscire nella forma canzone che per me è la più congeniale per esprimermi.

 

La tua passione per la musica è un elemento chiave della tua carriera. Come e quando è iniziata questa passione?

Mi sono avvicinato alla musica attraverso le tastiere e poi le chitarre. Ho ancora in studio una Farfisa anni ’70 che mi aveva regalato mio zio da bambino.

Il blues ed il rock mi hanno poi portato alle chitarre elettriche ed acustiche grazie agli ascolti della music anni 60-70 tipo Hendrix, Beatles fino a Clapton e Mark Knopfler.

 

Il processo creativo varia da artista ad artista. Puoi condividere con noi come sviluppi le tue idee musicali e componi i tuoi brani?

L’ispirazione avviene da piccole cose come una frase che ti colpisce detta da qualcuno o da una emozione o semplicemente da un viaggio.

La vita stessa è ispirazione. L’ispirazione è quando sono sintonizzato sulla frequenza giusta. Quando sono disposto a recepire cosa arriva dall’esterno e trasformarlo poi in qualcos’altro.

A volte scrivo prima le parole a volte la musica, non esiste una vera e propria formula e penso che questo sia la cosa veramente affascinante.

 

Oltre alla musica, hai altre passioni o interessi che influenzano il tuo lavoro artistico?

Mi piace leggere circa tematiche che trattano di misteri, quindi tutto ciò che vi è di inesplorato, dall’archeologia agli UFO.

Mi appassiona il mondo dell’elettronica, in questo modo sono riuscito a costruirmi degli effetti per chitarra e a comprendere meglio il mondo degli amplificatori.

 

Immagino che ci siano molti artisti che ammiri. Se potessi scegliere un artista con cui collaborare, chi sarebbe e quale motivo ti spingerebbe a lavorare con lui/lei?

La mia musica di riferimento è stato tutto il panorama Blues e rock anni 60 - 70.

All’interno di questo mondo musicale ormai diventato un classico ho comunque dei riferimenti precisi.

Clapton per il Blues, Hendrix per il Blues e Rock , Van Halen per il Rock ed i Dire Straits per il pop Rock.

Per il songwriting citerei I Beatles in assoluto.

Tutto questo unito alla classica che ho sempre apprezzato ed ascoltato tanto.

Sul veste italiano citerei tra i grandi cantautori Bennato e De Gregori o Alex Britti.

Tra questi mi piacerebbe collaborare, per un discorso chitarristico, con Britti e Bennato o De Gregori per un discorso più di songwriting.

 

Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti in cantiere? C'è qualcosa di particolare che i tuoi fan possono aspettarsi?

Il prossimo step sarà uscire con altri due singoli e poi con l’album definitivo.



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