Un riesame dei materiali conservati e un confronto con la documentazione fotografica hanno permesso di identificare correttamente gli elementi del costume di Fiorilla disegnato da Franco Zeffirelli per Il turco in Italia del 1955
L’Archivio Storico Artistico del Teatro alla
Scala ha intrapreso una serie di iniziative di riordino, catalogazione e
restauro che investono diversi ambiti dell’immenso patrimonio conservato. Nella
prima settimana di dicembre una sessione di fotografie a 360° di una selezione
di costumi storici è stata l’occasione per revisionare la catalogazione dei
materiali conservati e riconoscere tra i costumi generici una vestaglia
indossata da Maria Callas nell’edizione dell’aprile 1955 del Turco in Italia
di Rossini diretta da Gianandrea Gavazzeni.
Tra i costumi disegnati da Franco Zeffirelli era
catalogata una camicia da notte bianca con bustino. L’unica foto conservata nel
nostro Archivio fotografico della scena in casa di Don Geronio ci mostra la Callas
che indossa, oltre alla camicia da notte, una vestaglia di pizzo dal colore non
definibile perché l’immagine è in bianco e nero. Preparando il materiale per le
giornate dedicate alla digitalizzazione dei costumi storici, la responsabile
del magazzino costumi ha ritrovato in una scatola con materiale generico de Il
turco in Italia una vestaglia di pizzo rosa senza nome. La vestaglia
corrisponde esattamente a quella indossata dalla Callas nella foto e alla descrizione
dei costumi di Fiorilla contenuta nei libri di sartoria dove il n° 171 risulta
composto da “camicia tela seta bianca guarnizione pizzo bianco nastri rosa /
vestaglia pizzo tenda rosa”.
Inoltre, un esame attento della camicia da notte
la riconduce piuttosto alla produzione della Sonnambula di Bellini
diretta da Leonard Bernstein nel marzo 1955 – un mese prima del Turco – e
sempre interpretata dalla Callas con la regia di Luchino Visconti e i costumi
di Pietro Tosi. Tra i costumi del Turco, è invece conservata un’altra
camicia da notte con bustino incorporato comparabile con quella della foto e
non attribuita, che quindi potrebbe essere proprio quella descritta al n° 171
del libro di sartoria.
L’episodio, in sé rilevante, testimonia l’importanza
dell’opera di recupero e valorizzazione degli archivi potenziata con la
creazione del nuovo Archivio Storico Artistico un anno fa e apre prospettive
per il futuro.
Le prossime rappresentazioni di Médée
sono inoltre l’occasione per ripresentare due lettere di pugno di Maria Callas
a proposito di Medea alla Scala, testimoniate in archivio ma poco
conosciute.
La mostra su Maria Callas al Museo
Intanto
continua al Museo Teatrale la mostra “Fantasmagoria Callas” a cura di
Francesco Stocchi, allestita da Margherita Palli. La mostra costruisce un
itinerario articolato in cinque tappe, dove ciascun capitolo è affidato a una
diversa espressione artistica. Attraverso l’interpretazione dello stilista
Giorgio Armani, del musicista e compositore Alvin Curran, degli artisti
contemporanei Latifa Echakhch e Francesco Vezzoli e del registra Mario Martone,
la figura di Maria Callas emerge da una narrazione corale e multidisciplinare,
pensata appositamente per l’occasione.