GUIDO STRAZZA A 101 ANNI TORNA A SANTA FIORA con una mostra dal 23 dicembre 2023 al 6 gennaio 2024



Pittore e incisore tra i più importanti nel panorama artistico italiano, Guido Strazza a 101 anni torna a Santa Fiora (GR), sua città natale, con la mostra “E’ annuncio la cometa di luce nella notte” a cura di Gianluca Murasecchi e Simona Ciofetta, ospitata dal 23 dicembre 2023 al 6 gennaio 2024 presso Palazzo Sforza Cesarini. L’inaugurazione sarà sabato 23 dicembre alle ore 11.30.

La mostra

L’esposizione si apre con una serie di opere dagli anni Cinquanta del Novecento a oggi, che ripercorrono i temi principali del percorso creativo dell’artista e della sua ricerca sul segno, sul rapporto del segno con la luce e il colore.

Un momento centrale di sacra riflessione rievoca la concezione di una fulgida nascita in questa esposizione antologica di opere su carta di Guido Strazza, tema che accompagna anche un ritorno al luogo natale dell’autore e, non di meno, un tema che prepara la prossima nascita diuna sede museale a Santa Fiora, la quale ospiterà permanentemente circa sessanta opere donate dall’artista al suo luogo d’origine.

La cernita di opere di questa mostra rappresenta un caleidoscopio riassuntivo dei cicli che hanno determinato i passaggi concatenati della sua intera produzione, con una selezione determinata, per l’occasione, per evidenziare creazioni in cui la natura sovrannaturale e la natura terrena siano poste in un gioioso dialogo. La campionatura qui presentata è comunque esaustivamente rappresentativa di un pensiero che, pur sempre muovendo dal fulcro centrale del segno, si è diramato in soggetti solo apparentemente trasversali tra loro ma che un filo persistente e ravvisabile ha sempre annodato. Già dai primi studi di Aeropittura il suo segno intrecciato in vortici e movimentazioni continue si è radicato in una concezione motrice che di lì in poi è fiorito costantemente, dal viaggio in America Latina, ricettacolo di opere in cui si avverte la sospensione indeterminata delle dimensioni di tempo e spazio, percepibili come del tutto rovesciate nell’emisfero australe, sino ad un dialogo che si è connesso con i graffiti primitivi conosciuti in Liguria, presso la località dei cosiddetti Balzi Rossi, nel 1958, in esemplari che hanno allacciato gestualmente l’immobilità rocciosa con l’eterna mobilità di trasparenze e fluidi. Gesto che si asciuga nella contemplazione del paesaggio olandese, contemplazione e pretesto per una linea d’orizzonte che riassume un al di qua e un al di là estensibile ad ogni senso della concezione e della visione.

Segno che si dinamizza nella permanenza veneziana e torna ad essere riflessivo nel suo ritorno a Roma negli anni ’60, propriamente nel ciclo pittorico Il Giardino delle Esperidi, tema in cui l’esistenza terrena è anelito ed espressione di intensa felicità proprio in quelle delineazioni dei frutti paradisiaci raccolti, contenuti in uno sguardo solare e non turbato dal decadimento.

Anche nel ciclo Ricercare, il segno, apparenza della congiunzione di due o più campi cromatici, diviene poi struttura, così come avviene successivamente nelle Trame o nelle Trame quadrangolari.

La natura, da lui osservata, nel suo corso di progressione e adattamento, sin dai paesaggi latino-americani e sino al ciclo degli Insetti o degli Alberi, pronuncia sempre un ordine costruttivo sequenziale in cui le illimitate varianti sono pur sempre un razionale passaggio da uno stato all’altro con un collegamento di tracce, di cristallizzazioni o tempeste di gesti, di significazione di un’impronta portata a determinarsi in una specificata direzione oppure nel suo contrario.

Ma anche la natura dell’urbanità sedimentata di Roma, dei suoi Muri e delle sue Colonne o la geometrizzazione felice di elaborazioni metafisiche quali quelle presenti nelle pietre dure policrome dei maestri Cosmati si accordano concertatamente tra istintività, immediatezza e stratificazione oggettuale e spontanea della storia. Il passaggio al tema dell’Arco, già emerso agli inizi degli anni ’80 e sviluppato poi interamente alla fine degli anni ’90, è sintesi della forma del ponte, segno di congiunzione aereo tra due termini assoluti agli antipodi,  in un gesto ampio e fluido o nevrile e interrotto, dimostrazione di un ininterrotto incedere in una legatura filosofica di energie minime o cosmiche, periferiche o centrali che si riconnettono a loro volta, come ad esempio accade per le circolarità centrali delle ripartizioni cosmatesche con le propulsioni di luci, interiorizzate o esteriorizzate, presenti nelle Aure, in cui il segno, solo apparentemente, sparisce per riformarsi nelle retine osservanti e incantate, sistema che era stato già introdotto nelle regolarità esatte del ciclo Ricercare ma che qui trova un assioma originario e universale.

Carte, tutte, che abbracciano quasi per intero un secolo straordinario vissuto dall’artista, nato per fato e ora rinascente per scelta in quel di Santa Fiora.

Foto: Guido Strazza, Aura, 1995, grafite, carboncino e pastello su carta, mm 580x830

SCHEDA INFORMATIVA

Titolo: “E’ annuncio la cometa di luce nella notte. Guido Strazza (Santa Fiora 1922)”
Sede: Santa Fiora (GR), Palazzo Sforza Cesarini, Piazza Garibaldi, 25
Curatori: Gianluca Murasecchi e Simona Ciofetta
Periodo: 23 dicembre 2023 – 6 gennaio 2024
Ingresso libero
Orari: tutti i giorni 11.00-13.00 – 14.30-18.00 (25 dicembre escluso)
Info: tel. 0564 965327; sindaco@comune.santafiora.gr.it;
arcaedizioni@gmail.com

Fattitaliani

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