Giovani e Natale. Lucattini: "un’opportunità per recuperare benessere”

 


DISAGIO PSICOLOGICO E APATIA, SONO I GIOVANI AD ESSERNE I PIÙ COLPITI. 

Intervista di Marialuisa Roscino

Quali sono, a Suo avviso, i fattori che determinano nei ragazzi questo disagio psicologico? 

La maggior parte dei giovani non sviluppano nessuna malattia psicologica diagnosticabile ma vivono una situazione di disagio che è fisiologico, fa parte di alcuni snodi evolutivi e di crescita tipici dell’adolescenza e che generalmente i ragazzi superano da soli, attraverso le buone relazioni con i coetanei (il gruppo dei pari d’età), con l’aiuto della famiglia e grazie all’incontro con persone stimabili nella scuola e negli ambienti extrascolastici. Una minoranza tra gli adolescenti che sviluppa disturbo psicologico importante, ha una predisposizione personale o familiare con una precisa età d’insorgenza; infatti, si manifesta alle prime delusioni sentimentali e al cambio di ciclo scolastico (tra i 15 e 19 anni). Esiste però anche un gran numero di giovani, i dati parlano del 25%, che pur non sviluppando una malattia ha disagio superiore alla norma. Questo accade per una concausa di più fattori che cimentano i giovani in serie di sfide: lo studio, fenomeni sociali, il ripresentarsi del ciclico del Covid-19, i conflitti bellici, la fragilità economica delle famiglie, etc., molti giovani vivono tutto ciò con un forte impegno emotivo e con grande fatica 

In questo 25% dei giovani, il disagio come si manifesta?

Insorge lentamente ed è progressivo finché compare apatia, mancanza di piacere nel fare le cose, perdita di interesse per la propria persona e per la sfera sociale. In questa situazione, il confine tra adattamento difensivo alle difficoltà esterne e depressione può divenire labile. La passività agli eventi e la difficoltà a prendere parte ad attività che richiedono attenzione e concentrazione per un tempo prolungato, sono mortificanti, non sono percepite come espressione di un disagio interiore o di una malinconia profonda, per cui si sentono intimamente mortificati e interiormente inermi, al di là di quello che mostrano al di fuori.

In un mondo caratterizzato da cambiamenti climatici, economici e sociali, gli adolescenti come possono affrontare queste sfide?

A seguito dei rapidi mutamenti a cui assistiamo, dai cambiamenti climatici a quelli socioeconomici, gli adolescenti si trovano immersi in una realtà in continuo e rapido cambiamento che rispecchia loro i propri cambiamenti interiori. Quello che al momento sembra ancora mancare, però, è la possibilità di avere una visione prospettica che guardi al futuro avendo presente il passato comune, la Storia e le tradizioni familiari, in cui i giovani possano inserire la propria la storia personale. Se pensiamo ad esempio, ai social media da cui i giovani attingono informazioni quotidianamente, sono radicati in un “presente assoluto”, in attimi fuggenti che non offrono la possibilità di immaginare e pensare trasformazioni durature per se stessi e per la propria vita. Dal momento che ogni trasformazione richiede tempo e che la mente ha i suoi tempi maturativi che non possono essere forzati, è inevitabile che i giovani si sentano pressati, affaticati e ansiosi. La crescita richiede tempo e pazienza, il tempo va interiorizzato e fatto proprio, la pazienza va esercitata e appressa dall’esempio degli adulti. È un processo di acquisizione, un esercizio metodico e guidato, che rende capaci di reggere i sacrifici e le inevitabili frustrazioni della vita. 

In questo periodo, molti ragazzi stanno occupando le scuole. In che modo una buona riforma del sistema educativo potrebbe contribuire al benessere degli studenti? 

Con l'occupazione gli studenti hanno dichiaratamente sollevato interrogativi sulla reale capacità delle Istituzioni educative, di comprendere i loro bisogni e le loro esigenze non solo formative ma anche pedagogiche, educative e umane”.

La problematica non risiede negli insegnanti, ma nell'organizzazione della scuola stessa, eccessivamente aziendalizzata e burocratizzata. È importante che la scuola prenda in seria considerazione le richieste degli studenti e le proposte di miglioramento con l’inserimento di insegnamenti che spaziano dall’educazione sessuale, alla storia delle istituzioni e alle attività artistiche, che in altri paesi europei sono già inserire da alcuni anni nel percorso di studio curriculare. Nulla di nuovo quindi e del tutto in linea con altri paesi della Comunità Europea. 

Crede che gli ultimi avvenimenti recenti, come il Covid-19, la guerra e i femminicidi, abbiano influito negativamente sugli adolescenti?

Hanno certamente avuto un peso. Il ripresentarsi del Covid-19, con la forza “stagionale” che caratterizza alcune malattie infettive, le crisi belliche internazionali, le espressioni di disagio sociali, quali le baby-gang e i femminicidi, che contribuiscono a creare un clima di tensione, incertezza e paura.

L’eccessiva mediatizzazione dei fatti di cronaca nera spesso induce apprensività e timori negli adolescenti che, invece, hanno bisogno di essere rassicurati, confidando sulla loro capacità di comprensione e di poter intravedere una prospettiva positiva, senza negare i problemi reali ma contestualizzandoli e dimensionati correttamente.

È certamente essenziale concentrarsi sui disturbi mentali gravi, in quanto causano grande sofferenza ai pazienti e alle loro famiglie, nonostante il grande impegno profuso dai servizi pubblici per la salute mentale. D’altro canto, è altrettanto necessario occuparsi del disagio psicologico “sottosoglia” che si manifesta in molti giovani, prevenendo o intervenendo su apatia e distacco emotivo, sostenendo sia i ragazzi che i loro genitori.

Quali sono secondo Lei, le leve importanti da considerare, per la prevenzione di questo disagio psicologico nei ragazzi? 

La Scuola, con i necessari cambiamenti organizzativi, la promozione di attività necessarie per la crescita psicologica ed emotiva, per la socializzazione, per un’istruzione integrata a basso costo o a costo zero, quali lo studio della musica (bande di paese e di quartiere, fanfare, musica corale, etc.), la pratica dello sport con campetti di quartiere per gli sport di squadra, attività culturali con cinema, concerti, musei, mostre, Opera,  teatro, gratuiti sotto i 20 anni di età; incrementare la frequentazione degli oratori e di tutto l’associazionismo. La cultura e l’avere delle opportunità di conoscenza misurandosi con se stessi, veicolata da adulti motivati e autorevoli, sono da sempre una forma di prevenzione primaria dei disturbi psicologici.

Il Natale potrebbe essere per i ragazzi, un’occasione da non perdere per riposarsi e staccare la spina dalla frenetica routine quotidiana?

Le festività natalizie sono un'occasione unica per stare insieme, condividere momenti in cui il “fare insieme” delle attività per cui normalmente non c’è tempo.  La cooperazione anche su piccoli progetti familiari, dal decorare, al cucinare, al dedicarsi a piccoli lavori per la casa, è anche un’importante forma di comunicazione, al di là delle parole. Certamente, il tempo per parlare e ascoltare va cercato e lasciato emergere dall’intimità, giocosa e costruttiva, tipica dei periodi di vacanza e dei giorni di festa. Sentirsi vicini, aiuta a riprendersi e a migliorarsi. Bisogna invitare i ragazzi a staccare dalla routine quotidiana, a riposarsi e svagarsi. Esiste un tempo per ogni cosa: un tempo per studiare e un tempo per riposare, un tempo per apprendere ed un tempo per sedimentare, un tempo per il sacrificio e un tempo per il piacere. Bisogna incoraggiare e valorizzare tutto il tempo trascorso con i genitori, che sono la fonte di una specifica forma di amore e di prezioso sostegno.

Dott.ssa Lucattini, come la psicoanalisi può essere di aiuto ai giovani, sempre più colpiti negli ultimi tempi da insoddisfazione e apatia? 

La psicoanalisi è una cura e spesso ci si rivolge ad uno psicoanalista quando si avverte un qualche tipo di disagio interiore. Il percorso analitico offre però anche la possibilità di   conoscere se stessi, attiva la capacità riflessiva e la capacità di associare non solo interiormente, ma anche i fenomeni esterni. È noto che è un supporto per alleggerire lo stress, per affrontare scivolamenti depressivi, per gestire le reazioni ansiose e per non essere stretti nella morsa delle paure e delle fobie che portano spesso ad una limitazione della propria vita al di là delle oggettive difficoltà esterne, oltre i traumi stessi a cui chiunque può essere esposto. Aiuta e insegna a vivere meglio. 

Quali consigli si sente di dare ai genitori? 

Approfittare delle feste per passare del buon tempo con i propri figli dedicandosi ad attività anche piccole, ma che sono rese speciali dallo stare insieme; 

Utilizzare il tempo delle vacanze per riposarsi e per parlare; 

Stimolare i figli a fare delle attività sportive insieme, delle camminate, sperimentare insieme gli sport invernali, dedicarsi a quelle attività per cui non c'è mai tempo neppure durante i fine settimana come il cinema, il teatro, la musica e tutto quello che è offerto in questo periodo. 

Quali consigli utili può dare invece ai giovani? 

Sapere che essere preoccupati e normale, lo è per l'età, ma anche per le cose che accadono, è importante chiedere un aiuto psicologico solo se si supera di molto la capacità di sopportarlo;

Informarsi sempre da persone competenti e fonti attendibili sugli avvenimenti, senza lasciarsi influenzare troppo dai social che danno informazioni parziali e incomplete, talvolta purtroppo distorte o false, basti pensare al proliferare delle fake news;

Approfittare del periodo delle vacanze natalizie per riprendersi, fare attività fisica, dedicarsi a attività per cui non poco tempo o non c'è proprio tempo durante l'anno; 

Trascorrere un po' di tempo con i propri genitori. Lontano dalla routine e dalla fatica del lavoro e dello studio, può essere davvero bello, si possono scoprire dei lati insospettabili nei genitori non solo in quello che possono trasmettere, ma quanto possono essere simpatici o insospettabilmente divertenti.

Fattitaliani

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