LA PSICOANALISTA ADELIA LUCATTINI: “ATTENZIONE ALL’INSIDIOSA NORMOPATIA”



“Attenzione alle persone normopatiche. Rischiano di scomparire nella loro ipernormalità. Infatti, si conformano rigidamente e oltremisura ai comportamenti che rendono benvoluti e socialmente accettati, senza avere mai il coraggio di esprimere la propria individualità e soggettività. Ad affermarlo, alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è la psicoanalista e psichiatra Adelia Lucattini, membro Ordinario della Società psicoanalitica italiana componente dell’International psychoanalytical association. I casi di violenze di questi ultimi giorni hanno evidenziato la difficoltà a riconoscere i segnali prodromici in persone dai comportamenti ipernormali, apparentemente tranquille ma che, in circostanze specifiche, possono divenire autori di violenze.

“Il concetto di normopatia indica un adattamento eccessivo alle norme sociali al punto da diventare patologico”, spiega Adelia Lucattini, “In altre parole: quando l'individuo si sforza così tanto ed eccessivamente di conformarsi alle norme sociali di comportamento, da perdere la sua autenticità e libertà, rischiando di incorrere in una sorta di malattia della normalità”. Questo fenomeno può essere particolarmente rilevante in molti contesti, anche in quelli in cui si sviluppano le violenze contro le donne. Lo psicoanalista francese Christophe Dejours associa il concetto di “normopatia” a quello di "banalità del male" della storica e filosofa tedesca Hannah Arendt che lo ha ampiamente descritto nel suo saggio incentrato sul processo a Adolf Eichmann. Le radici della violenza di genere spesso affondano nella costruzione sociale del genere stesso, nei modelli di comportamento interiorizzati e inconsci, sia individuali che familiari. La normopatia, purtroppo, può contribuire a perpetuare modelli dannosi o patologici. Gli individui normopatici, conformandosi rigidamente alle norme di genere, potrebbero adottare comportamenti misogini e discriminatori, poiché la loro personalità, desoggettivata, aderisce a tali norme in modo assolutamente acritico”.

Nel contesto delle relazioni intime, la normopatia può manifestarsi attraverso una sorta di "conformismo relazionale", dove uno dei partner cerca di adattarsi e conformarsi in modo eccessivo alle aspettative sociali, spesso a discapito della propria autenticità e del proprio benessere psicologico. “Questo può portare a dinamiche disfunzionali, in cui la coercizione, il controllo e la violenza possono emergere come conseguenze tragiche di un adattamento distorto alle norme sociali, interpersonali e relazionali”, prosegue Adelia Lucattini, “È importante considerare l'impatto della normopatia nelle dinamiche di coppia e nei legami intimi. Promuovere la consapevolezza di tali dinamiche e incoraggiare   “l’essere in relazione” in modo autentico e rispettoso, può essere senz’altro, un passo significativo nella prevenzione della violenza di genere”.

Allo stesso tempo, Adelia Lucattini focalizza l’attenzione anche sul “maschilismo interiorizzato e  inconscio che può albergare nelle donne e di cui, in alcuni casi, ne sono succubi del tutto, inconsapevolmente.

Le donne dal Dopoguerra ad oggi, tuttavia, è bene evidenziare, che passando attraverso i processi culturali e sociali avviati dal Sessantotto, hanno fatto significativi passi avanti. Il femminismo non consiste nell’imitare o nel contrapporsi agli uomini, bensì nel far valere quotidianamente i propri pari diritti sul lavoro, in famiglia e nella società, ottenendo il ruolo che si è guadagnato e che ci si merita in tutti gli ambiti,  conciliandolo con le proprie esigenze personali, affettive, sentimentali, nell’avere una famiglia propria.

È il diritto di realizzarsi all'interno di una vera uguaglianza. Gli obiettivi da raggiungere sono, per citare il celebre motto associato al periodo della Rivoluzione Francese Liberté, Égalité, Fraternité”, “Libertà, Uguaglianza e Fraternità”.

Fattitaliani

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