"Come si fa a parlare di San Francesco D’Assisi senza essere mostruosamente banali? Come farò a mettere in scena questo spettacolo senza che sembri una canzone di Jovanotti?
Se chiedo a un ateo anticlericale “dimmi un santo che ti piace” lui dirà: Francesco.Perché tutti conoscono San Francesco? Perché sono stati scritti decine di migliaia di testi su di lui? Perché è così irresistibile? E perché proprio lui? Non era l’unico a praticare il pauperismo. In quell’epoca era pieno di santi e movimenti eretici che avevano fatto la stessa scelta estrema, che aveva di speciale questo che oggi potremmo definire un “frikkettone” che lascia tutto per diventare straccione?
Aveva di speciale che era un artista. Forse il
più grande della storia. Le sue prediche erano capolavori folli e visionari.
Erano performance di teatro contemporaneo. Giocava con gli elementi della
natura, improvvisava in francese, citando a memoria brani dalle chanson de
geste, stravolgendone il senso, utilizzava il corpo, il nudo, perfino la
propria malattia, il dolore fisico e il mutismo.
Il 24 dicembre celebreremo gli 800 anni del presepe di Greccio, la più geniale (e più copiata) invenzione di Francesco.
Il monologo, orchestrato con le laudi medievali
e gli strumenti antichi di Luciano di Giandomenico, Maurizio
Picchiò e Stefano Carloncelli, si interroga sull’enorme
potere persuasivo che genera su noi contemporanei la figura pop di Francesco, e
percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di
raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo
porterà alla morte.
Dalla predica ai porci fino alla composizione del Cantico delle creature, il primo componimento lirico in volgare italiano della storia, Francesco canta la bellezza di frate sole dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia. Nessuno nella storia ha raccontato Dio con tanta geniale creatività.
Francesco sapeva incantare il pubblico, folle
sterminate, sapeva far ridere, piangere, sapeva cantare, ballare. Il vero
problema con cui mi sono dovuto scontrare preparando questo spettacolo è che
Francesco era un attore molto più bravo di me.
E poi il gran finale, la morte, il rapporto di
fratellanza, quasi di amore carnale che aveva Francesco con “Sora nostra morte
corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare”.
E neanche il pubblico potrà scappare da questo
finale, incatenati sulle poltrone del teatro saranno costretti anche loro ad
affrontare il vero, l’ultimo, grande tabù della nostra contemporaneità: non
siamo immortali.
Giovanni Scifoni
SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50, 00187 Roma - prenotazioni@salaumberto.com
prezzo biglietto da 34 € a 20 € disponibili su www.salaumberto.com - www.ticketone.it
ORARI SPETTACOLI
martedì 5 - mercoledì 6 - giovedì 7 dicembre h. 20.30
venerdì 8 dicembre h. 17 pomeridiana
sabato 9 dicembre h. 21.00
domenica 10 dicembre h. 17 pomeridiana
mercoledì 13 dicembre h. 17 pomeridiana
giovedì 14 dicembre h. 20.30
venerdì 15 - sabato 16 dicembre h. 21.00
sabato 16 - domenica 17 dicembre h. 17 pomeridiana
martedì 19 - mercoledì 20 - giovedì 21 dicembre h.
20.30
venerdì 22 - sabato 23 dicembre h. 21.00