La chiacchierata con i protagonisti della soap "Il paradiso delle signore" si snocciola attorno a un tavolo. Gli artisti si alternano e parlano a braccio, raccontano del ruolo che interpretano, della loro carriera, rispondono alle incitazioni dei giornalisti. Tutto in maniera naturale, spontanea, senza filtri o sovrastrutture tipiche di una conferenza stampa. Pietro Genuardi parla a ruota libera e fra fiction e dati biografici, mette insieme se stesso e il personaggio di Armando Ferraris.
"Lui - ci dice - nasceva come partigiano e quindi comunista convinto, anticlericale, combattente, sindacalista: sono dei piccoli tasselli che compongono una miriade se minimamente hai l’intelligenza di mischiare nella memoria tutte queste cose!"
"Io sono andato dalle letture di Gramsci a Lama quando faceva il sindacalista ad Alma Du: metteva la carta da gioco rubata al bar nella bicicletta per fare rumore con i raggi per permettere alla gente con la nebbia fittissima di sentire che lui stava arrivando e quindi non soltanto con lo scampanellio del campanello della bicicletta. "
Le rievocazioni di conoscenze e interessi personali si intersecano con il primo approccio al personaggio. Racconta:
"Piccole cose che comunque erano un recondito file nella mia memoria e che ho avuto la capacità e la fortuna di andarlo a prendere e soprattutto questo è solo ed esclusivamente merito mio. Al provino ho avuto il coraggio di spararci il milanese stretto che è una caratteristica molto consona per chi come i partenopei e i napoletani non hanno imbarazzo di parlare napoletano. Il milanese, se non è proprio caratterizzato, tipo i vecchi comici o i legnanesi, è sempre un po' restio."
Alla fine il provino è andato bene, ovviamente.
"Ero al provino e non sapevo se avrei vinto il ruolo ma essendo ambientato negli anni 60 e ambientato a Milano, ho detto sparo il milanese e vediamo se funziona".
Il tuo è un personaggio con il quale sei entrato nelle famiglie di chi guarda “Il Paradiso delle Signore”... Qual è il segreto per mantenere il successo e la conoscibilità negli anni di carriera di Pietro Genuardi? Io sono anche un po' stronzetto "però sei vero”, mi dicono! Nei miei personaggi soprattutto per questo tipo di lavoro provo a non farmi troppe “pippe”.
Se devo recitare Ibsen, Cechov o Pirandello, il ruolo va analizzato, studiato, devi tornare all’origine e quelle cose le devi sapere. La Soap opera è paradossalmente per uno bravo e qua mi incenso un po'…è molto facile essere vero e cercare di rendere assolutamente credibile in base al contesto storico in cui stai, in base all’ambiente che stai frequentando, in base alla relazione che hai con i tuoi colleghi, cercare di mantenere queste veridicità.
Nella nuova stagione ritroviamo Armando tale e quale a come l’avete lasciato. Ormai hanno decretato che la compatibilità tra me e Don Saverio debba essere vinta da me. Sono il laico dei giovani del Paradiso, ho 61 anni e nel Cast sono il più anziano ma, indipendentemente da quello, continuo a citare Dante e non posso più bussare a delle porte che non fanno più parte del mio target…
ELISABETTA RUFFOLO