MONINA RISPONDE A VANNACCI, LETTURA DOVEROSA


Mercoledí 27 Settembre alle ore 17:30 nella libreria Borry Books di Roma Termini ci sarà la presentazione del libro “Il mondo per il verso giusto” di Michele Monina che in maniera del tutto speculare affronta le tematiche discusse da Roberto Vannacci, con una visione del mondo sintonizzata sull’oggi dove le minoranze vanno tutelate, al pari del pianeta. L'intervista di Fattitaliani.

di Bernardo Oriali

Tra centinaia di migliaia di post sdegnati sui social, articoli più o meno compiacenti di fronte alla slavina di acquisti incomprensibili del libro del generale Roberto Vannacci, nello stupore di un mondo editoriale che vede sovvertire ogni certezza, il critico musicale Michele Monina ha pensato di metterci la faccia, di sedersi davanti al computer e per una volta di rinunciare a scrivere della bellezza di note, parole, melodie e di ribattere punto per punto – in un libro che è addirittura doveroso leggere – alle argomentazioni farneticanti del militare. Ne è nato Il mondo per il verso giusto. Le cose come stanno per il nuovo marchio del Gruppo editoriale Fanucci che si chiama Moralia, un volumetto di 166 pagine che si percorrono con la gratitudine nei confronti di chi finalmente sembra ridare un senso alla civile convivenza, ideale fondamento della società occidentale.

Monina, con quali sentimenti lei ha letto il libro di Vannacci?

Innanzitutto con spirito di curiosità, vista la eco che il libro in questione ha sin da subito avuto sui media nazionali. Curiosità magari anche mista a un certo pregiudizio di fondo, perché il libro è stato presentato come una sorta di Bignami di tutte quelle idee discriminatorie che negli ultimi anni un lavoro anche faticoso da parte degli uomini di buona volontà stanno portando verso l’estinzione, spero. Pregiudizio che ho subito voluto mettere alla prova con la lettura, appunto. Nei fatti, posso dirlo a ragione veduta, pregiudizio assai ben riposto, perché il Vannacci pensiero emerso è assolutamente spalmato in tutte le pagine del Mondo al contrario.

Il successo di vendite che lo ha riguardato sembra dimostrare che non esista più la verità incontrovertibile... come ci si può difendere?

Non credo sia mai esistita una verità incontrovertibile, anzi, temo che quando una e una verità soltanto ci viene spacciata per quella buona siamo a grande rischio di menzogne molto ben infiocchettate. Credo, però, che esistano dei fatti incontrovertibili, come che in Italia non esista il diritto all’odio, e che chi indossa una divisa dovrebbe a prescindere difendere chi è più debole, quindi il più discriminato, non certo chi è più forte.

Lui si è rivolto a una risacca di intolleranti e razzisti, si può dire?

Non so, perché non ho la palla di vetro, se la sua sia una strategia molto ben architettata, o semplicemente l’aver colto il triste spirito dei nostri tempi, ma di fatto il pensiero “di pancia” espresso anche in un italiano piuttosto stentato nelle trecento e rotte pagine del libro dal generale Vannacci ha parlato alla “pancia” di chi con la “pancia” pretende di poter ragionare. Si è detto, forse lasciandosi andare a una qualche vaga idea complottistica, che che dietro c’era un piano per andare a raccogliere tutti i malpancisti di destra, in qualche modo lì a sentirsi traditi dall’atlantismo della Meloni, io penso piuttosto che a fare discorsi da bar, anche piuttosto biechi, si possa finire per raccogliere il plauso di chi al bar, metaforicamente, ci vive.

Chi sono invece i suoi lettori ideali?

Immagino e spero siano quanti sono rimasti incuriositi da tutto questo parlare del libro di Vannacci ma si sono guardati bene dal leggerlo, per autostima e anche un po’ per fastidio. Qualcuno che avrà apprezzato, sulla fiducia, non solo il fatto che io lo abbia letto con attenzione, ma abbia anche poi deciso di rispondere punto per punto, disinnescando quella che è una sorta di bomba intelligente buttata sull’oggi, una bomba che ammazza la sensibilità e lascia in piedi solo i livori.

Questo fenomeno, diciamo editoriale, dimostra che una legge Zan contro l'omofobia è urgente. Non le pare?

Era urgente già prima che Zan la codificasse, in realtà. Il fatto che non sia passata, prima ancora del successo di un libro nel quale un generale dell’esercito rivendica non solo il diritto all’odio, ma anche si dia da fare per stigmatizzare tutte quelle minoranze discriminate, ne è prova provata.

In che modo ha lavorato per sovvertire le alzane teorie del generale?

Non è stato un lavoro difficile, in realtà, perché proprio usando quel buon senso cui il generale Vannacci dice di aver ricorso per la stesura del suo libro far saltare una alla volta le balzane idee del Mondo al contrario veniva piuttosto naturale. Quel che è stato invece difficile è stato il non cadere nel tranello di parlare di pancia, magari buttandola in rissa, perché se è vero che chi ha letto quel libro è un non lettore che si è appassionato di un caso, per altro finora neanche dovendo mettere piede in libreria, è anche vero che il mio è un libro che pretende una lettura cosciente, di testa. Non perché io alzi troppo il tiro, figuriamoci, quanto piuttosto perché per smantellare i castelli di carta di Vannacci sono ricorso a esempi concreti, puntuali, concentrando nella metà delle sue pagine tutte le chiavi per farlo capitolare.


Anche le donne sono state offese…

L’elenco di chi esce offeso da quelle pagine è lungo. I gay, certo, e tutta la comunità LGBTQ+, il fatto che lui aggiunga ironicamente, dice, dei + ad libitum la dice già lunga. Ma anche le donne, appunto, riportate indietro di qualche secolo, in perfetta linea con quel Carlo Ciccioli in forze a Fratelli d’Italia che ha parlato di donna regina del focolare, a proposito del parlare alla pancia della gente. I migranti. Gli ambientalisti. Gli animalisti. Più in generale, però, direi le persone di buon senso, che si sentono offese da tanta violenza verbale, nascosta male dietro una parvenza di ingenua ignoranza, come quando usa la parola “normale”, parlando di omosessuali, per dire “rappresentativi della maggioranza”, ben sapendo che colloquialmente dire a qualcuno che non è normale equivale a dire che ha un difetto, l’anormalità come fallacia.

Un altro grave attacco è ai cosiddetti talebani dell'ambientalismo, ma che competenze ha il generale in merito?

Il generale, che pur riporta dati e grafici, un tot al chilo, ha una idea di sostenibilità tutta sua, che va in direzione ostinata e contraria, Faber mi perdoni, rispetto a quanto la comunità scientifica ci sta dicendo da tempo. Parla per esperienza personale, perché ha girato il mondo. Cerca, e temo trovi, l’accondiscendenza di chi, come lui, si informa su Google, invece che affidarsi alla comunità scientifica, agli esperti veri.

Il fatto che parli di giustizia "fai da te" ci deve far temere per una deriva di violenza?

Questa deriva ogni tanto prova a fare capolino nelle pagine di cronaca nera, purtroppo. Da tempo. Io credo sia piuttosto un voler esacerbare un sentimento, diffuso, di insicurezza, ricorrendo a un machismo alla Chuck Norris che, non fosse tragica la situazione, dovrebbe indurci al sorriso. Proprio in quelle pagine, per altro, quelle dedicate all’autodifesa e alla casa, il generale si lascia andare a considerazione bestiali nei confronti delle donne, trattate come meri oggetti, per altro anche di quelle della sua famiglia, sua moglie e le sue figlie. A riprova che come diceva il poeta Freak Antoni, una volta toccato il fondo si può sì risalire, ma anche cominciare a scavare.

 

Fattitaliani

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