Lulu Rimmel: fare musica è un vero e proprio lavoro. L'intervista



"Non posso parlare. Solo cantare": potrebbe essere questo il motto che riassume l'esperienza e le aspirazioni della giovane Lulu Rimmel, che intervistata da Fattitaliani conferma pienamente lo spirito della frase riportata sul suo profilo Facebook."Sono Veronica Tulli, nata a Roma, ci dice. Sono una songwriter, cantante e performer. Più che un lavoro è uno stile di vita e la ragione per cui mi alzo dal letto la mattina. "
Come nasce la tua esperienza professionale?
Nasce sicuramente da un'esigenza. L'esigenza di esprimere qualcosa che si ha dentro che proprio non vuole saperne di restare lì dov'è. Credo che tutta l'arte in generale nasca così. Se non hai davvero l'esigenza di dire qualcosa non ha senso fare arte.
 
Chi è quindi Veronica Tulli?
Direi che soprattutto Veronica Tulli è una sognatrice. Sono sicuramente una persona concreta, ma inseguo i miei sogni in maniera caparbia perché credo davvero in quello che faccio e non ho paura di buttarmi a capofitto in ciò in cui credo. Si prendono tante porte in faccia, ma ci sono dei momenti preziosi e unici.
Un sogno nel cassetto?
Come ogni altro musicista che prova a vivere della propria musica, vorrei che in Italia si comprendesse che fare musica è un vero e proprio lavoro, che fosse riconosciuto come in altre parti del mondo. Che la gente la smettesse di avere l’errata convinzione che sia solo un hobby. Vorrei che in Italia si desse dignità al lavoro del musicista e che non fosse un continuo inseguimento alla “gloria” momentanea, al passaggio mediatico, o alla raccomandazione di chissà chi.
 
Che ci dici sull'esperienza sul set fotografico de "La leggenda di Kaira" di Emanuela Del Zompo?
Fare uno shooting è sempre una cosa divertente e simpatica soprattutto se si ha l’occasione per mostrarsi in altre vesti e interpretare personaggi diversi, mettendo comunque un po’ sé stessi nel ruolo. A parte il caldo atroce di luglio e i miei vestiti che non erano assolutamente adatti alla stagione, è stato bello conoscere persone nuove, mettersi in posa, ridere insieme. C’era un clima molto disteso e tranquillo. È stata un’esperienza piacevole e divertente. 

Nella scala dei tuoi valori cosa metti al primo posto?

Credo che al primo posto ci sia il cercare sempre di essere una persona vera e corretta, con gli altri e con me stessa in primis. Andare avanti e perseguire un obiettivo senza calpestare o ferire qualcuno per ottenere un risultato. Secondo i miei valori il fine non giustifica mai i mezzi.
 
Sei giovanissima. Da grande cosa speri di fare...?
Spero di continuare ad occuparmi di arte per tutta la vita, in tutte le forme che mi appassionano. Mi auguro che questo mondo non annichilisca la mia voglia di fare musica e arte in generale.
 
Parliamo delle tua musica... C'è un messaggio che vuoi trasmettere?
Le mie canzoni sono tutte canzoni d’amore. Credo che in un certo senso tutte le canzoni lo siano. Non c’è un messaggio preciso da mandare nell’etere. Forse il vero messaggio è che “non sei solo”. Non sei la sola persona che prova quelle cose, che si ritrova in una stanza buia a fare i conti con i propri demoni. Non sei la sola persona al mondo che abbia sofferto per amore, o che sia delusa da qualcuno, o che non si senta mai abbastanza. Sono cose che provano praticamente tutti almeno una volta nella vita. E penso che ritrovare un po’ di sé in una canzone, in un certo senso sia catartico. Ti fa sentire meglio. Perché appunto, non sei solo. Anche altri provano o hanno provato quello che senti tu.
 
Quando scrivo canzoni mi ispiro soprattutto alle emozioni di un determinato momento, mi concentro sulle sensazioni che ho provato e le traduco in musica. Mi lascio ispirare da un’idea embrionale e poi la lascio crescere nella mia mente. In realtà è un processo facile per me. Le parole, la musica, sono già lì.
Come vivi il tuo rapporto con la sfera spirituale?
Nonostante non professi nessuna religione, mi ritengo una persona
 molto spirituale. Credo nell’energia dell’Universo, il famoso cerchio della vita, per intenderci. Credo fermamente nell’equilibrio di tutte le cose. Dopotutto, non c’è luce senza ombra. Poi non so se esiste un essere onnipotente che ci guarda, non so se c’è un senso in tutto ciò che succede nel mondo. Magari sì, magari no. Non mi stupirebbe nessuna risposta in particolare. 
Che cosa significa accettarsi secondo te?
Non mi piace molto la parola “accettarsi” perché ha sempre un’accezione negativa. Più che accettarsi, una persona dovrebbe prendere atto di ciò che è, nel bene e nel male. Ci sono cose che si possono cambiare e cose che non si possono cambiare. Tutto qui. E sulle cose che si possono cambiare ci si può lavorare, si può partire da lì. Bisogna concentrarsi sulle cose giuste, non su ciò che non si ha, ma su ciò che si può fare con quello che si ha. 
E il mondo della disabilità?
La disabilità è parte della mia vita. Più che sul problema oggettivo della mia condizione fisica, le difficoltà che incontro tutti i giorni sono più che altro barriere architettoniche e culturali. Spero che in un prossimo futuro che essere etichettata come una persona con disabilità sia obsoleto e non necessario, che non sia più motivo di discriminazione. Mi impegno sui social per sensibilizzare e informare sull’argomento, ma la strada è ancora lunga, soprattutto in Italia, purtroppo. Spero che il mio piccolo contributo possa fare la differenza. 
 

Foto di Giancarlo Biagini

Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top