Sinclair è considerato uno dei
capostipiti della “scena di Canterbury”, corrente del rock progressivo che si è
sviluppata tra gli anni Sessanta e i primi Settanta, legata anche alla
contaminazione di generi come il rock psichedelico, il jazz, la musica d’avanguardia
e la musica elettronica.
È tra i fondatori di gruppi fondamentali di questa
scena nata nel Kent in Inghilterra, come Wilde Flower a soli 15 anni, Caravan
ed Hatfield and the North, e membro in altrettanti gruppi come Camel, National
Health, In Cahoots.
Nel 2006 ha lasciato la sua storica
casa di Canterbury per trasferirsi definitivamente in Italia, in un trullo a
Martina Franca (Taranto).
La sua musica dopo tanti anni, ha la freschezza magica del tempo sempre vivo, la magia dei suoni ‘giusti’ e delle emozioni condivise, come si è ascoltato l’altra sera nel progetto “Taranterbury band of dreams”, nell’Arena della Villa Peripato nella 4° edizione di Taranto Jazz Festival, sotto la direzione artistica di Antonio Oliveti.
Il suono di Canterbury si è risentito, sospeso tra
fremiti progressivi, spigolature jazz e d’avanguardia, schegge di psichedelia,
rock e vibrazioni elettroniche, melodie rigogliosamente poetiche e nel bisogno
generale di ritrovare la magia, ormai quasi perduta, di fare musica mentalmente
aperta e senza paraocchi.
Nel corso della sua carriera è stato circondato
da tanti musicisti innovativi, sempre protesi a creare qualcosa di nuovo.
Per Sinclair la scrittura e la composizione non
sono mai attività che si esauriscono con la registrazione dei brani, perché
anche i pezzi più ‘definiti’ possono essere sempre aperti a una
reinterpretazione, la vita continua e sia il pubblico che i musicisti cambiano
nel corso degli anni.
I concerti, invece, conferiscono nuova linfa alle
composizioni, spesso con l’aiuto di nuovi musicisti.
E con lui voce e basso si sono esibiti, Francesco
Festinante alla chitarra con la quale sua band ‘Il Sogno di Rubik’ arriveranno
altre collaborazioni ed esibizioni, come quella avutasi in occasione del
concerto al Jackstore Social Club di S.Vito (TA) a settembre del 2022 e Vito
Rizzi tastierista della stessa band.
Inoltre Angelo Losasso, batterista in pianta stabile da
oltre vent’anni. Al flauto, Gianluca Milanese, unico flautista italiano ad aver
suonato con Joe Zawinul (Weather Report), attivo sul panorama italiano da 30
anni ed al fianco di Richard Sinclair da venti.
“La maggior parte della musica che ho fatto è
stata possibile grazie al contributo di quelli che condividevano le mie stesse
idee musicali; per questo ora sono felice con i miei nuovi amici e spero di
poter registrare presto nel mio studio personale, immerso nella natura. Mi
piace ancora viaggiare e suonare dal vivo. Si cresce pensando ai soldi come a
una priorità imprescindibile, piuttosto che a cercare di raggiungere la
felicità tramite la creatività personale” aveva riferito Richard Sinclair in
una sua intervista.
Una cosa è certa, lui sul palco si diverte e lo
si è visto anche da come duettava alla chitarra in sintonia con Francesco
Festinante (foto sotto) con il quale collabora da due anni e da questa collaborazione
è nata la registrazione di un brano e la composizione di brani inediti.
La voce principale della scena di Canterbury, il canto e il basso di Richard Sinclair sono stati una costante fonte di gioia per gli amanti della musica di Canterbury presenti l’altra sera.
Una voce profonda
e bassa, la sua, un talento per melodie memorabili, il suo, che pochi possono
eguagliare, oltre a una tecnica fantasiosa e fluida al basso.
Per gli
intenditori, i brani eseguiti sono stati: Rifferama, What’s Rattlin, Felafel Shuffle,
Out of the Shadows, What in the World, Disassociation, In the Land of Grey and
Pink, Golf Girl e Who do you think you are.
L’atteso Richard Sinclair, bassista
straordinario, improvvisatore instancabile e vocalist, nel corso degli anni ha
portato il proprio contributo a decine di progetti nei territori del rock
progressivo e del British Jazz più avanzato.
A Taranto ha confermato di rimanere
il portabandiera di una forma di canzone che incorpora armonie sofisticate,
influenze ‘popular’ e humor di stampo tipicamente britannico, in una
commistione assolutamente unica.
Vito Piepoli