di Emanuela Medoro
Un aspetto interessante
dell’opera di Mario Fratti è l’uso
di due lingue, l’italiano e la lingua inglese, non nativa, acquisita nell’età
adulta. Fu non solo drammaturgo ma anche filologo, ovvero studioso della lingua
inglese, per cui elaborò un suo metodo originale, usato negli USA per quaranta anni.
Laureato in lingue
straniere alla Ca’ Foscari di Venezia,
aveva di sicuro già acquisito una buona padronanza dell’inglese. Una volta
trasferitosi definitivamente a New York
nel 1963 sentì il bisogno di arrivare ad usare un tipo di lingua inglese il più
possibile vicina a quella nativa. Infatti osservò che i nativi producono una
qualità di lingua diversa da quella che parlano gli stranieri non nativi, anche
quando la padroneggiano bene. Da questa osservazione nacque un suo straordinario
modo di arricchire il suo inglese, per arrivare ad una comunicazione parlata e
scritta il più possibile vicina a quella dei parlanti nativi.
A proposito di questa
attività di ricerca, Mario Fratti annotava:
“L’inglese non è la mia prima lingua. Durante
la mia lunga carriera ho trovato che ci sono molte espressioni o modi di dire
in inglese che, a causa della unicità del loro costrutto, non saranno mai
facilmente usate da quelli la cui prima lingua non è l’inglese. Per far sì che
le traduzioni in inglese dei miei lavori suonassero più autenticamente inglese
(o inglese-americano), ho dato la caccia ed ho collezionato molte frasi
inglesi, costrutti grammaticali, che sono in qualche modo così idiomatici che
non saranno mai ovvi per quelli la cui prima lingua è diversa dall’inglese. La
raccolta è durata circa quaranta anni.” Questa citazione proviene
dall’introduzione scritta per un mio libretto che raccoglieva alcune sue frasi
per argomenti, e le traduceva in italiano. Ricevetti da lui una lettera di
ringraziamento che ancora mi commuove, quando la rileggo.
La raccolta consiste in
una decina di quaderni pieni di frasi provenienti da contesti diversi, fra cui
cito il New York Times che leggeva tutti i giorni. Leggendo alcuni di questi
quaderni ho notato particolare interesse per frasi che toccano i temi
ricorrenti nella sua opera di drammaturgo: persone e atteggiamenti, idee e
sentimenti, conflitti, bugie e inganni, relazioni sociali, il lavoro e gli
affari, vincitori e vinti, la politica e lo spettacolo. Rileggo le fotocopie di
alcune pagine dei suoi quaderni, le frasi mi sembrano bellissime e ne riporto
un breve elenco ad esempio, separandole con una sbarra come faceva lui.
Why are you pushing me
away? / cold water in her hopes/ You look deep in thought / let’s not cloud the
issue/ right to the heart of the matter/ he’s on the war path/ at least I am
consistent/ a big turn out at the polls/ memory is the salt of earth/ on the run
home/ your tone was wasping/ we are not that possessive…
Scelgo di riportare la
traduzione in italiano di queste frasi nell’ordine in cui sono scritte perché
mi piace far vedere al lettore il modo in cui lui le scriveva, senza interventi
o modifiche: Perché mi allontani? / Doccia
fredda per le sue speranze/ Sembri assorto nel pensiero/ Non oscuriamo l’argomento/
Proprio al cuore della questione/ Sta sul sentiero di guerra/ Almeno, sono
coerente/ Un grosso cambiamento alle urne/ La memoria è il sale della terra/ Di
corsa a casa/ Il tuo tono era stizzoso/Non siamo così possessivi…
Rileggendo queste frasi
mi sembrano tanto belle, potrei andare avanti tanto… mi fermo dicendo che questi
quaderni sono una preziosa raccolta di lingua inglese, fatta da una persona
dotata di una eccezionale, direi unica, sensibilità per la comunicazione di
fatti e sentimenti.
Sarebbero un tesoro da
studiare e meditare se diventassero parte della biblioteca di lingua inglese
dell’università dell’Aquila, e anche un bellissimo ricordo di Mario Fratti, un concittadino, un
drammaturgo che ha lasciato un’opera per il teatro complessa, ricca di temi,
osservazioni e brillanti dialoghi ispirati da argomenti di attualità.
A conclusione di questi
cenni su un particolare capitolo dell’opera di Mario Fratti, ricordo le visite che spesso faceva a L’Aquila, dove incontrava tanta gente
che lo apprezzava e amava. Noi dobbiamo
avere sempre un ricordo di tanta gratitudine e profondo affetto per questo aquilano
apprezzato e amato in tutto il mondo.
La presentazione a
L’Aquila del libro “Il mondo di Mario
Fratti” di Goffredo Palmerini,
il 12 luglio prossimo, sarà un’occasione d’oro per ricordare il valore e la
fama del drammaturgo ma anche per sottolineare la sua grande sensibilità e
umanità. E con questa nota voglio ricordarlo in questi giorni quando il 5 di
luglio avrebbe festeggiato il 96° compleanno.