Riccardo Chailly alla Scala, presentazione del libro martedì 27 giugno



Il Teatro alla Scala dedica un volume di saggi al suo Direttore Musicale che ha compiuto 70 anni lo scorso febbraio. “Riccardo Chailly alla Scala”, a cura di Franco Pulcini, sarà presentato martedì 27 giugno alle 18 nel Ridotto dei Palchi: insieme al Maestro e al curatore ci saranno gli autori dei saggi Elisabetta Fava, Angelo Foletto, Elvio Giudici e Giorgio Pestelli.

Il volume, che copre in 223 pagine l’attività del Maestro alla Scala dal 1978 al 2023, è stato realizzato dall’Ufficio Edizioni del Teatro alla Scala con la grafica dello studio Tomo Tomo, che ha curato la nuova immagine coordinata del Teatro. Alla prefazione del Sovrintendente Dominique Meyer e all’introduzione del curatore Franco Pulcini seguono due saggi principali di Elisabetta Fava e Giorgio Pestelli dedicati rispettivamente all’attività del Maestro in ambito operistico e concertistico, insieme agli approfondimenti di Elvio Giudici sull’attività in video e in disco, di Raffaele Mellace sull’impegno nel campo della musica sacra e di Angelo Foletto sulla musica contemporanea. Conclude il volume una cronologia curata dal Responsabile dell’Archivio storico e artistico del Teatro Andrea Vitalini. Il ricco apparato fotografico include immagini di Erio Piccagliani, Silvia Lelli, Roberto Masotti, Andrea Tamoni, Marco Brescia, Rudy Amisano e Giovanni Hänninen.

Di seguito un estratto dal saggio iniziale di Franco Pulcini.

“Devo dire che le conversazioni con Riccardo Chailly sono state tra i momenti più importanti del lavoro musicologico necessario all’interno di un Teatro. E sicuramente lui è stato per me l’interlocutore più interessante e competente, pur avendo avuto a che fare con diversi altri grandi artisti. La nostra vicinanza professionale è stata talmente salda ed emotiva che, nei momenti in cui si lavorava su quei capolavori, avevo l’impressione di un rapporto fra ottimi amici ai quali il destino aveva donato solide affinità elettive; salvo che, nel divorante Teatro, si riprecipitava subito nei reciproci ruoli, soprattutto nel suo, con le sue responsabilità apicali agli occhi del mondo. I teatri tengono sempre viva l’opera, ma ho l’impressione che la Scala di Chailly abbia anche scritto un capitolo importante della sua storia. Il fatto che il Maestro abbia sempre considerato sostanziale l’approfondimento musicologico è un valore di cui lo ringrazio a nome di tutti i colleghi che praticano quel misto fra critica, analisi e disamina del passato, che tanto ci aiuta a comprendere i valori dell’arte musicale e melodrammatica”.

Fattitaliani

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