“Esotica” è il nuovo singolo di
Nicola Bertocchi, alias L’Iperuranio, estratto dal prossimo album “La Verità è
un’Altra”, un brano che parla di canzoni e lo fa, in tipico stile iperuranico,
in modo dissacrante.
Se “Fare Domani” parlava del senso
del dovere e “Ancora un altro po’” dell’amore, “Esotica”
rappresenta il capitolo sulla musica, quello che non fa sconti e fa emergere un
messaggio scomodo, facendolo galleggiare in un arrangiamento rockeggiante e
pieno di ritmo.
Il nuovo disco sarà una vera e propria raccolta di
cose che non vengono mai dette. Dritto al punto e senza filtri, una vera e
propria raccolta di altre verità...
L’Iperuranio prova a dirci che si può essere
leggeri senza per forza essere superficiali.
Parliamo del
tuo nuovo singolo “Esotica” Com’è nato? Cosa rappresenta per te?
Nel prossimo disco, “La Verità è un’Altra”, raccoglierò canzoni che raccontano le cose da una prospettiva diversa. Quella che di solito non si usa. Avevo già 7-8 brani e volevo parlare anche della musica. A quel punto mi sono tolto questo peso. Non sopporto le canzoni scritte attorno alle parole “belle”, di moda. Sia chiaro, ognuno può scrivere quel che vuole. Ma per me che scrivo di testa e di pancia, solo e soltanto per dire qualcosa che voglio dire, quei pezzi lì sono totalmente vuoti. E mi sono messo a ridere di loro. Parafrasando il testo, posso pure andare a Dubai, ma io vengo da Muggia.
Da quali
sonorità è caratterizzato?
Proprio perché volevo giocare sui contrasti e scrivere ironicamente un “finto tormentone”, ho abbinato una strofa morbida e scorrevole a un ritornello ben più duro. Sia in fase di produzione (con Alberto Bravin) che in quella di mix (con Leo Caminati) ho voluto che ci fosse sì una dimensione pop, con un’elettronica molto liquida, ma che la distorsione nei ritornelli facesse uscire la vera anima del brano. Tipo i Queens of the Stone Age al Jova Beach Party! Ahah.
Quali sono
le tue influenze musicali?
Quando ho cominciato a scrivere canzoni i miei riferimenti erano Daniele Silvestri, perché scriveva testi in cui riconoscevo il mio modo di scrivere e non aveva barriere di genere, i Bluvertigo e gli Scisma, che sono tra i miei gruppi preferiti della fine dei ‘90. In generale mi ha influenzato chi mischia pop e rock, chitarra elettrica ed elettronica e dando al testo l’importanza che si merita.
Come e
quando è iniziata la tua passione per la musica?
Sin da bambino ne ascoltavo molta. Poi l’arrivo del brit pop, dopo che avevo scoperto i Beatles. Dai Radiohead in poi ho ampliato gli orizzonti e ho ascoltato anche molta musica italiana. A vent’anni la prima chitarra e un libro di accordi. Due mesi dopo la prima canzone. Uscita oltre quindici anni dopo, tra l’altro...
Con quale
artista ti piacerebbe collaborare e perché?
Mi piacerebbe da morire essere prodotto da Riccardo Sinigallia perché lo reputo un genio e il sound che fa raggiungere ai dischi che produce è incredibile.
Progetti
futuri?
Essenzialmente
chiudere entro il prossimo anno questo secondo disco. Ho in mente dove voglio
andare a parare dopo, ma prima devo chiudere degnamente questo capitolo.