Libri, Francesco Buzzolan ci racconta “Appunti di viaggio”

In occasione dell’uscita di “Appunti di viaggio”, abbiamo chiesto a Francesco Buzzolan di raccontarci com’è nata l’idea di questo libro.

Francesco, parlaci del tuo amore per la scrittura: quando hai deciso di diventare scrittore?

La parola scrittore mi incute un certo timore. Diciamo che nella scrittura ho trovato un modo per canalizzare i miei pensieri, per esprimerli ed esprimermi oltre la parola. Sebbene scrivere sia sempre stato un sogno per me, l’esordio non è stato il frutto di un percorso razionale ma al contrario “occasionale”. Nel 2020 ad inizio della pandemia da Covid 19, confinato come tutti tra le mura domestiche ho semplicemente dato libero sfogo a pensieri e riflessioni sul senso della vita in relazione a ciò che stava accadendo. Ho deciso di mettere tutto nero su bianco e devolvere i proventi del ricavato ad una fondazione che si occupa di ricerca medica in ambito pediatrico. Ed è stato proprio grazie a questo progetto che ho realizzato quanto importante, gratificante e auto realizzante sia per me scrivere.

“Appunti di viaggio” è la tua nuova avventura editoriale. Qual è stato l’input che ti ha spinto a scriverlo?

Innanzi tutto il grande desiderio di condivisione che mi pervadeva mentre ero alla scoperta del mondo durante i miei viaggi di lavoro. Tante sono state (e continuano ad essere) le emozioni e le sensazioni vissute immergendomi in contesti differenti che era difficile per me contenerli. Penso alle difficoltà che ho dovuto gestire in autonomia, agli incontri illuminanti, alle situazioni inusuali. Allo stesso tempo i paesaggi, le persone, i contesti sociali ed economici con i quali mi sono dovuto confrontare; senza dubbio un grande bagaglio di esperienza che se tenuto per sé non avrebbe avuto il valore che ha acquisito per me ora.

Il passo conseguente alla condivisione è stato una sorta di passaggio di testimone, rivolto a potenziali nuovi viaggiatori, mettendo al servizio la mia esperienza e i miei consigli pensando all’utilità che potrebbero avere. Mi piace pensare che tutto questo acquisisce un senso soprattutto nell’utilità altrui.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro?

In tutto è stato un percorso di circa due anni, tra la stesura della bozza iniziale, le correzioni e la messa in opera vera e propria fino ad arrivare alla distribuzione. Essendo la mia prima opera pubblicata da una casa editrice è stato necessario per me parecchio tempo per comprendere le “regole di ingaggio”. Non sempre ciò che vorresti dire (e come lo vorresti fare) combaciano con la creazione di un “prodotto” che deve trovare la propria collocazione nel mercato, specie quello del libro che oggigiorno è sempre più inflazionato e competitivo. In seconda istanza ho dovuto fare i conti con il mio lavoro, la mia vita personale e il conseguente poco tempo a disposizione. Scrivere non è qualcosa che si può fare nei ritagli di tempo, tra una pausa caffè o durante un volo aereo; una cosa è annotare degli appunti in un taccuino e un’altra è trasferire i pensieri su carta con una modalità logica e accattivante. Per quanto mi riguarda scrivere è isolarsi completamente e farsi rapire dall’impeto delle idee isolandosi completamente dalle logiche del tempo.

Cosa vuoi trasmettere ai lettori con il tuo saggio?

Al di là dei consigli pratici per l’organizzazione e la gestione di un viaggio di lavoro, la cosa per me più importante è stimolare il lettore a vedere ogni trasferta professionale come una grandissima opportunità di crescita personale. Viaggiare è una grandissima opportunità per crescere in esperienza, in conoscenza e consapevolezza. Ogni volta che ci si trova immersi in contesti differenti da quello domestico si ha l’opportunità di assimilare informazioni e incamerare emozioni (mente e anima) che possono contribuire ad intraprendere un vero e proprio viaggio alla scoperta di sé stessi. Per dirla in altri termini potrebbe essere una esperienza quasi “terapeutica” che tutti dovrebbero vivere. Crescere, esplorare, imparare, conoscere meglio chi siamo… il tutto proprio mentre svolgiamo il nostro lavoro; è o non è una grandissima opportunità?

Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori e impegni?

Posso dire che scrivere per me sta diventando una grande passione, un modo alternativo per comunicare con il mondo e allo stesso tempo con me stesso. Da quando ho rotto il ghiaccio con la prima pubblicazione ogni esperienza significativa acquisisce nella mia mente e nel mio cuore un potenziale soggetto di narrazione. Idee ne ho diverse, tra le quali un romanzo sentimentale e un testo di avventure che riguarda la multietnicità vissuta in uno dei contesti urbani più famosi in Europa (di più non voglio dire al momento a riguardo). Prima però devo concludere una sorta di passaggio per me obbligato che è attinente alla mia sfera professionale. Il testo che sto ultimando tratta in modo anti convenzionale il mondo delle vendite dove al centro c’è ancora l’uomo e i suoi valori. L’essere umano come valore differenziante nell’epoca dell’intelligenza artificiale, delle piattaforme, del tutto e subito con un click. In sintesi la mia visione della professione che svolgo con passione da trent’anni come se fosse una sorta di testamento professionale da lasciare in eredità ad aspiranti professionisti delle vendite. 


Fattitaliani

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