Proscenio, Eva Forte a Fattitaliani: Mi piace far entrare il lettore sulla scena. L'intervista


Arriva al Teatro Hamlet di Roma dal 4 al 7 maggio L'Undicesimo Giorno della Falena il racconto scritto da Eva Forte e adattato e diretto da Tina Agrippino. In scena, dal giovedì al sabato alle ore 21.00 e domenica alle ore 18.00, Hillias Granata, Julietta Sirbu, Alberto Papalia, Giorgia Cecchini, Caterina Morganti, Ludovica Cherchi, Rita Vigliotta, Cristina Galli, Maria Stefania Pederzani, Rosa Maria Marcucci, Sergio Mandato, Alessandro Papi Sbaraglia, Giorgio Agrippino, Eunice Naso, Giulia Piselli, Emanuele Perrone, Andrea De Sanctis. Fattitaliani intervista l'autrice Eva Forte per la rubrica Proscenio.
In che cosa "L'Undicesimo Giorno della Falena" si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi?

Si tratta dell’unico mio romanzo che prende vita da una storia vera. A parte qualche personaggio anche i nomi sono tutti quelli reali. Inoltre è stato pensato proprio per i più giovani, anche se poi alla fine ha avuto più successo tra tutte le persone che hanno vissuto appieno gli anni 90. L’idea era quello di usare una testimonianza vissuta sulla propria pelle per dare un segnala ai giovani d’oggi: non è vero che siamo invincibili e purtroppo se non facciamo attenzione tutto può accadere anche a noi. Infine è un libro vivo, nel senso che per alcuni mesi ha avuto un seguito sui social dove abbiamo pubblicato sei nuovi capitoli di approfondimento del romanzo per dare l’idea di una storia senza fine, che continuava a raccontarsi sui social come fanno i ragazzi d’oggi.

Quale linea di continuità, invece, porta avanti?

La mia penna è sempre la stessa. Mi piace far entrare il lettore sulla scena, descrivendo nei dettagli ogni particolare. Alcuni punti dei vecchi romanzi possono risultare forse lenti, ma la bellezza di vivere tra le righe penso che poi possa ripagare il tempo con gli occhi fissi sulle pagine.

Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti...

Fin da piccola ho sempre adorato recitare, da ragazza ho fatto anche l’animatrice nei villaggi turistici e la parte più bella era proprio far parte del cabaret serale. Ma amo ancora di più restare nell’ombra e organizzare. La soddisfazione di vedere un mio romanzo diventare spettacolo teatrale è stata la massima gioia proprio per questo. Sarà sul palco senza esserci fisicamente e potendo così guardarmi dal di fuori.

Quando si scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi? Qui i personaggi sono pure parecchi...

In questo caso è difficile fare un parallelo proprio perché i personaggi esistono veramente, anche se non tutti. Però non ho voluto condizionare nella scelta dei vari attori proprio perchè avrei fatto una copia troppo reale della storia. Il teatro per quanto si avvicini a storie reali deve avere sempre quell’alto e di fantasia che così ha sicuramente di più.

È successo anche che un incontro casuale abbia messo in moto l'ispirazione e la scrittura?

Si quasi sempre. Mi piace catturare quello che mi accade intorno per poi metterlo dentro i miei scritti. In particolare in questo ultimo romanzo ci sono tantissimi fatti realmente accaduti che sono stati inseriti in alcuni casi proprio nel momento in cui sono accaduti e altri romanzati. Poi sta al lettore ritrovarci quello che più ama.

Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?

Quando ho preso in mano per la prima volta l’adattamento teatrale non sono riuscita a leggerlo per giorni. Avevo paura di trovare troppe modifiche o magari di aver passato messaggi sbagliati. Sono alla fine con il mio socio ci siamo messi a leggerlo tutto per ben due volte e ne siamo rimasti affascinati. Non è facile costruire un romanzo sul palcoscenico!

D'accordo con la seguente affermazione di Julian Beck "Faccio teatro perché questa è la bellezza che offro in risposta alla distruzione del mondo"?

Ogni forma d’arte è secondo me un modo per sopravvivere alle bruttezze del mondo. Il teatro ci offre la possibilità di scappare dalla vita quotidiana, dai problemi, dalle sofferenze nel lasso di tempo che va dall’apertura del sipario alla sua chiusura finale. Sta a noi poi portare a casa il messaggio che doveva passare per stare meglio!


Il suo aforisma preferito sul teatro... o uno suo personale...

“La scrittura è la pittura della voce - Voltaire” proprio per rinforzare la mia idea che ogni forma d’arte è la salvezza dell’anima

L'ultimo spettacolo visto a teatro?

Insieme a te non ci sto più con la regia di Matteo Vacca. Adoro gli spettacoli divertenti che però alla fine lasciano anche una lacrimuccia!

Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo?

Se parliamo di teatro forse proprio il cast dello spettacolo teatrale citato prima. Elisa Pazi, Fabrizio Pallotta, Serena Ricci, Eric Bastianelli e Francesca Baragli. Poi aggiungerei Valerio Mastandrea e Marco Giallini ma anche per altri motivi!!! :-D

Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?
Ho adorato Rugantino. Ma se dovessi scegliere sicuramente andrei su un Musical. Musica e recitazione insieme riescono a trasmettermi più di ogni altra cosa.

La migliore critica che vorrebbe ricevere?

Quando si parla dei mie romanzi la cosa che mi rende più soddisfatta del lavoro fatto è sentirmi dire che sono stati letti tutti d’un fiato e soprattutto che molte cose non risultano scontate. Anche quando leggo un libro adoro i testi che non mi fanno capire tutto in modo banale. Mi piacciono i colpi di scena e cerco anche io di inserirne più di uno nei miei romanzi. Per quanto riguarda l’adattamento teatrale spero che faccia venire voglia di leggere o rileggere ancora il libro. Sarebbe una doppia vittoria!

La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?

Non sopporterei di sentire che uno dei mie romanzi non abbia trasmesso nulla al lettore. Mi sembrerebbe di aver preso in giro chiunque abbia stretto tra le mani una parte del mio spirito.

Dopo la visione dello spettacolo, che cosa Le piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?

La voglia di leggere anche gli altri romanzi e magari farmi sapere cosa susciteranno in loro. Il confronto è sempre alla base di tutto.

C'è un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé l'essenza e il significato de "L'Undicesimo Giorno della Falena"? 

Sono due le scene a cui sono più affezionata. La scena della panchina di Villa Borghese e quella delle amiche intorno al tavolo quando fanno la seduta spiritica. Non aggiungo altro sperando che i lettori di questo articolo avranno voglia di leggere il romanzo! Giovanni Zambito.


LO SPETTACOLO

Anni ’90. Un gruppo di adolescenti, legate da una forte amicizia, condividono la gioia della prima vacanza fuori casa, le emozioni del primo amore, pronte a proteggersi dai brutti incontri. Presto dovranno però confrontarsi con il dolore. Insieme raggiungeranno la consapevolezza che “la vita è un dono prezioso che non può essere buttato via”, e che le persone care resteranno dentro di noi per sempre.

“Sin dalla prima appassionante lettura, Eva Forte mi aveva contattato per la preparazione di un booktrailer, avevo intravisto la possibilità di un adattamento teatrale” spiega la regista. “Ho narrato la vicenda secondo una sequenza temporale per rendere più fruibile lo spettacolo, ricostruendo dei dialoghi, là dove fosse necessario, per poter meglio esprimere, in un linguaggio teatrale, le emozioni che Eva ci ha donato nelle pagine del suo libro”.

L’undicesimo giorno della falena è un racconto delicato, scritto in punta di piedi, per poter affrontare emozioni forti che scorrono tra le righe. Leggerlo fa quasi sentire il suono del silenzio, facendoci vivere in prima persona le vicende che deve affrontare un bellissimo gruppo di amici di quartiere. Al centro la scenografia di una Roma bene dislocata tra Villa Borghese e la misteriosa Piazza Mincio, all’interno del quartiere Coppedè. La cornice di due tra i più famosi licei di Roma, l’Avogadro e il Giulio Cesare, insieme al modo di vivere degli adolescenti di quegli anni.

 

L’Undicesimo giorno della falena, una nuova scommessa editoriale”. Così la casa editrice La Ragnatela Editore affronta questo nuovo modo di fare scrittura, avvicinandosi ad un mondo social che è in costante aggiornamento. “I giovani oggi vivono esponendo ogni momento delle proprie giornate sui canali social. C’è chi balla, chi canta, chi parla semplicemente di sè stesso e chi invece ne fa un vero e proprio investimento sulla propria vita lavorativa e di immagine. Una costante però unisce tutti i giovani d’oggi, il rimanere costantemente connessi sapendo che il giorno dopo la loro vita, e di tutti quelli che amano seguire, continua pubblicamente. La nostra scommessa è proprio quella di dare il via ad un romanzo itinerante, che ha un suo inizio e una sua fine nel libro pubblicato, ma che avrà poi storie parallele che andranno ad arricchire i personaggi descritti nella storia.

INFO:

Dal 4 al 7 maggio 2023

h 21.00 – domenica h 18.00

Teatro Hamlet

Via Alberto da Giussano 13 – Roma

Tel. 0641734901 – Cell.  333 4313086

www.teatrohamlet.it

Biglitto 12euro

Fattitaliani

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