Un viaggio fantastico
attraverso centinaia di opere dei più spaventosi artisti giapponesi del XVIII e
XIX secolo con storie leggendarie che, unendo mito, brivido e mistero, hanno
dato origine a manga, eroi e mostri del sol levante
Xilografie, rari libri
antichi, e poi ancora abiti storici, armi tradizionali, una enorme armatura
samurai… e la famosa sala per rivivere dopo trecento anni il terribile rituale
delle cento candele
DA COSA E’ ISPIRATA LA MOSTRA YŌKAI
Cento Candele e Mille
Spaventosi artisti
Dopo il grande successo
alla Villa Reale di Monza, la mostra Yōkai. Le antiche stampe
dei mostri giapponesi arriva a Bologna, nelle sontuose stanze
quattrocentesche di Palazzo Pallavicini, dal 7 aprile al 23 luglio
2023, con il patrocinio del Comune di Bologna, della Regione
Emilia Romagna e del Consolato Generale del Giappone a Milano.
Ideata e prodotta da Vertigo
Syndrome e curata da Paolo Linetti, massimo esperto di arte
giapponese e curatore di importanti collezioni private, la mostra presenta al
pubblico occidentale il fantastico mondo dei mostri della tradizione nipponica,
attraverso più di duecento opere del XVIII e XIX secolo, tra stampe antiche,
libri rari, abiti, armi, un’armatura samurai. In esposizione anche una
straordinaria collezione di netsuke, 77 piccole sculture in avorio un
tempo usate come fermaglio.
La mostra si apre con
una sala immersiva che fa rivivere al visitatore l’esperienza
della più leggendaria prova di coraggio dei samurai: il rituale delle 100
candele. Rituale
che iniziava dopo l’ora del tramonto e vedeva i samurai riunirsi in una stanza
illuminata dalla luce di cento candele. Ognuno di loro doveva raccontare ai
compagni una storia popolata di yōkai, i mostri giapponesi appunto, con l’obiettivo
di testare il loro coraggio spaventandoli a morte. Al termine della storia, chi
l’aveva
narrata doveva alzarsi, spegnere la candela di una lanterna, prendere uno
specchio e specchiarvisi nell’angolo più lontano dagli altri: l’oscurarsi
progressivo della stanza accompagnava la narrazione di racconti
sempre più spaventosi e carichi di suspense.
Allo stesso modo i
visitatori faranno il loro ingresso in una stanza totalmente buia, illuminata
soltanto dalla fioca luce di cento candele che proietteranno sui loro volti
rosse ombre tremolanti. Le candele si spengeranno poi una ad una, accompagnate
dalla voce roca del fantasma di un vecchio samurai, morto dopo essere impazzito
per aver incontrato un vero mostruoso yōkai nella notte.
Il Rituale delle cento
candele ebbe una grande influenza sul mondo dell’editoria. A Palazzo
Pallavicini si trovano alcuni preziosi volumi riccamente illustrati che
raccolgono le leggende narrate in queste occasioni, oltre a un importante
nucleo di xilografie policrome che davano forma ai racconti, realizzate dai più
famosi artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo.
Ognuno di questi autori
era specializzato nel suscitare un diverso sentimento in chi le osservava; è
così che Tsukiyoka Yoshitoshi, ultimo grande maestro dell’Ukiyo-e,
sapeva rendere l’opera sanguinosa e terrificante, come ne L’Uccisione del
vecchio Tanuki da parte di Naoyuki nel palazzo di Fukujima; Kuniyoshi
Utagawa era in grado di rendere la scena spaventosa e di forte impatto
visivo, come nel trittico La principessa strega Takiyasha e lo scheletro
[del padre] da Storia di Utö Yasutaka, in cui l’enorme scheletro
incombe su tutto l’impianto compositivo; d’altro canto, Chikanobu Yoshu
è noto per la massima tensione psicologica che sapeva infondere nei suoi
lavori, Kyosai Kawanabe per l’atmosfera divertente e grottesca, mentre Kunisada,
con la sua onnipresente e posata grazia, era invece l’autore ideale per
generare empatia verso protagoniste tragiche e romantiche.
Tra le stampe in mostra,
spiccano le straordinarie xilografie di Hokusai, del quale vengono
proposti alcuni dei famosi quaderni manga, quando la parola “manga” aveva
ancora il suo significato originario di “immagine divertente, fatta senza scopi
seri”, tutti raffiguranti mostri della tradizione nipponica, e “Il libro di
combattenti cinesi e giapponesi”, una delle sue opere illustrate più pregiate,
proposta nella sua prima edizione, oggi rarissima. Si segnalano inoltre i
capolavori dei tre più importanti maestri della scuola Utagawa: Hiroshige,
Kunisada e Kuniyoshi, ai quali il celebre editore Senzaburo Ibaya aveva
commissionato “Cinquantatré stazioni parallele del Tokaido” (la via che univa
Edo a Kyoto), chiedendo loro di rappresentare ciascuna di esse attraverso
leggende e storie di paura.
Le creature ed i mostri
che popolavano queste illustrazioni, protagonisti delle locali leggende
tradizionali, sono gli antenati dei Pokemon, dei robot giapponesi, dei
personaggi rappresentati nelle animazioni di Miyazaki.
LE NOVITA’
DI BOLOGNA, UN’ILLUSTRATRICE DA TUTTO ESAURITO E TUTTO QUELLO CHE COMPLETA LA
MOSTRA
Marga “Blackbanshee”
Biazzi, gli eventi collaterali e il prestigioso volume d’arte
Rispetto
alla tappa di Monza, la mostra Yōkai è stata totalmente
ripensata per Bologna, dove vengono presentate anche opere mai esposte prima.
Tra le altre, segnaliamo due
splendide xilografie di Kuniyoshi, in cui l’artista ben esprime la sua ironia e
la sua passione per i mostri: una raffigura la buffa danza nuziale di due sposi,
sotto le cui mentite spoglie di trovano due giovani volpi, l’altra ci
mostra, con grande comicità fumettistica, un fantasma ed una donna gatto che
passeggiano fianco a fianco, intenti in una conversazione. Molto curioso, poi, un ventaglio da guerra di un generale che, secondo
la tradizione samurai, muovendolo dava ordini in battaglia.
La mostra si completa
con una serie di tavole ad opera di Marga “Blackbanshee” Biazzi,
illustratrice da sold out nelle maggiori fiere del fumetto italiane con
richieste di collaborazioni da tutto il mondo. Ogni tavola presenterà in chiave
contemporanea un racconto e un mostro grazie allo stile che la caratterizza in
maniera inequivocabile. Tutte le sei illustrazioni saranno raccolte in un
cofanetto venduto in anteprima in una edizione speciale presso la mostra
e poi mai più, diventando di fatto un oggetto raro da collezione.
Una
serie di eventi collaterali collegati alla mostra animeranno i mesi di apertura
della mostra con conferenze, workshop, concerti e visite guidate.
Accompagna la mostra un
catalogo d’arte Skira. Skira è partner editoriale della mostra Yōkai grazie alla
realizzazione e alla produzione di un volume di pregio che presenta grandi riproduzioni
delle opere della mostra, i segreti le curiosità e le leggende ad esse
collegati, in collaborazione con Vertigo Syndrome e con la curatela di Paolo
Linetti.
IL
MISTERIOSO MONDO DEGLI YŌKAI, MOSTRI E SPIRITI DELLA
CULTURA
GIAPPONESE
ANTICA
Yōkai, yūrei,
oni, bakemono, kappa e tengu
Le leggende giapponesi,
sin dalle origini quando ancora venivano tramandate oralmente, sono popolate da
mostri e spiriti. La parola yōkai
indica complessivamente tutte queste creature, ma anche la sensazione di paura
e di stupore di fronte ad un evento straordinario, spiegabile solo
presupponendo una presenza non umana. Nel periodo Edo (1603-1868) queste
leggende acquistano valore letterario e i mostri che vi compaiono cominciano ad
essere raffigurati da artisti famosi, sino a che, in epoche più vicine alla
nostra, assumono caratteristiche sempre più concrete e fisse, attenuando il
loro aspetto terrificante e diventando oggetti di intrattenimento.
Queste entità sono molto
diverse le une dalle altre. Ci sono gli Yōkai, creature inquietanti,
apparizioni inspiegabili, che se hanno sempre un aspetto mostruoso, non sono
però sempre malvagi. Hanno tutti poteri straordinari, divini, alcuni di loro
possono mutare il proprio aspetto a piacimento. E poi ci sono gli Yūrei, fantasmi
o spiriti di persone uccise in modo cruento, che non riescono ad abbandonare il
mondo degli uomini, ancora assetati di vendetta verso chi gli ha fatto del
male. Gli Yōkai interagiscono con gli umani in mille modi, spesso
casuali, mentre Yūrei non danneggiamo
quasi mai un umano a caso, inseguono il loro assassino, cercano
pacificazione.
Tra questi Yōkai, il cui termine indica
letteralmente i mostri, s’incontrano i Kodama, spiriti
delle piante, gli Omukade (centopiedi giganti e velenosi), gli
immensi Kaiju (bestie solitamente provenienti dal mare), gli Oogumo
(ragni delle caverne dalle dimensioni di vitelli che prosciugano i dormienti),
i Bakeneko (gatti mannari-mammoni a due code), i Gama
(rospi vampiri); o ancora i Bakemono, mostri mutaforma per
nascita come le Jorogumo (avvenenti donne che rivelano alle
vittime la loro reale natura di enormi ragni), e le Kitsune
(sensuali donne volpi); i Tanuki, simpatici tassi trasformisti;
i Kappa, esseri acquatici, che importunano le natanti; le Ningyo le
sirene giapponesi la cui carne profumatissima può donare agli uomini giovinezza
o morte atroce; Okiku, il fantasma inconsolabile che cerca il
decimo piatto a lei rubato…
Questo mondo fantastico
ha ispirato la letteratura e il cinema, i manga, gli anime e i videogiochi,
basti pensare al gigantesco Godzilla, ai Pokemon mutaforma, alle creature
create ad arte dal maestro Hayao Miyazaki o ai giganti antropofaci di “Attack
of Titans”.
LA MOSTRA YŌKAI
NELLE PAROLE DELLA PRODUTTRICE
Dopo molti anni di
esperienze e consulenze artistiche – racconta Chiara Spinnato, fondatrice di
Vertigo Syndrome assieme al pubblicitario Filippo Giunti – abbiamo
deciso di investire in una società che rispecchi pienamente la nostra visione,
il nostro entusiasmo e la nostra metodologia di lavoro.
Vogliamo creare una
mediazione tra le conoscenze approfondite degli studiosi, le esigenze degli
spazi espositivi, e ciò di cui ha realmente bisogno il pubblico delle mostre:
conoscenza attraverso l’esaltazione del divertimento, apprendimento che sia
anche e soprattutto stupore e rapimento.
Quello che rende una
mostra esaltante non è soltanto ciò che viene esposto, ma anche il percorso che
il visitatore compie all’interno di essa, che deve essere adattato
appositamente per ogni luogo o città che lo ospita.
Yōkai è
stata la prima mostra prodotta da Vertigo Syndrome, esattamente un anno fa, ed è
stato importante farle iniziare il cammino della società
con un’esposizione dai contenuti eccezionali come
questa, frutto di un grande lavoro di ricerca e di collaborazione con un
esperto della cultura giapponese come Paolo Linetti.
LA MOSTRA YŌKAI
RACCONTATA DAL SUO CURATORE
La mostra è il frutto di
uno studio che ha messo a confronto storici dell'arte, studiosi del folklore
giapponese e professori di mitologia greca, teologia, leggende e storia della
scienza occidentale e permetterà al visitatore di conoscere in modo
approfondito le creature affascinanti, bizzarre e assolutamente non comuni che popolano
le leggende giapponesi, facendo chiarezza su terminologia, inesattezze ed
errate interpretazioni purtroppo molto diffuse – sottolinea il curatore
Paolo Linetti.
Molti di questi spiriti
provengono direttamente dal folklore e della cultura popolare, trasmessa
attraverso le generazioni. Creature spaventose con poteri prodigiosi, alcune
malvagie, altre benevole, alcune che preferiscono vivere in aree selvagge ed
evitare gli esseri umani, altre invece che scelgono di vivere vicino, o tra di
essi. I segreti di questo mondo saranno rivelati in un percorso che raccoglie
stampe, libri antichi, abiti, armi, spade, un’armatura samurai, oltre a un
nucleo di preziosi netsuke
e nuove opere che arricchiscono questa seconda tappa.
LA MOSTRA YŌKAI E’ ADATTA AI RAGAZZI?
La mostra Yōkai è molto adatta ai
bambini e ai ragazzi.
Saranno proprio loro,
bambini dai tre ai dodici anni quelli più stupefatti, divertiti e incuriositi
dalle innumerevoli attività pensate proprio per loro che si trovano alla
mostra. Tutti i bambini che arriveranno in mostra saranno accolti dall’invito
di partecipare ad una caccia al tesoro all’interno delle sale della mostra per
trovare delle tracce lasciate da un fantomatico Ambrogio, esploratore di yōkai, che ha bisogno del
loro aiuto.
Al termine della caccia
al tesoro, ogni bambino riceverà come premio una delle ambite dieci spille da
cacciatore di tesori raffiguranti uno yōkai. In uno degli spazi della mostra, sarà
creata una sala gioco piena di mostri da colorare, un gioco di carte realizzato
da noi dove ogni bambino potrà creare il proprio yōkai personale e uno
scenario dove far scorrazzare gli yōkai ricevuti in regalo. Questo permetterà ai
genitori (o almeno a uno dei due) di godersi la mostra dedicandole tutto il
tempo che merita senza timore di dover intrattenere un bambino annoiato che
vuole tornare a casa a giocare con i videogiochi.
Per le scuole e per i
centri estivi saranno pensate sia visite guidate classiche che visite gioco con
la caccia allo " yōkai d'oro"
all'interno della sala delle cento candele che entusiasmerà i giovani
esploratori.
I mostri giapponesi sono
entrati nella nostra cultura televisiva a partire dagli anni ‘50 con Godzilla,
portando usi e costumi della società nipponica nel nostro paese. Cambiano le
serie, i film e le generazioni che li guardano, ma loro, i mostri giapponesi,
sono sempre lì ad incantare i giovani attraverso nuovi canali, nuovi media e
nuove storie. La visita in mostra per un ragazzo appassionato o curioso di
anime e manga può diventare spunto per un’analisi delle origini dei suoi
personaggi preferiti. I ragazzi più piccoli si divertiranno a ritrovare nelle
raffigurazioni dei vari yōkai le fattezze di
mostri e mostriciattoli protagonisti dei loro cartoni e film di animazione.
IL BRAND VERTIGO
SYNDROME: UNA CROCIATA CONTRO L’UGGIA DELLE MOSTRE D’ARTE
“Il successo della prima
tappa della mostra
Yōkai a Monza, e della successiva esposizione dedicata
alla Stregheria, hanno confermato quello che pensavamo: le mostre d’arte, se
sei abbastanza bravo da raccontarle come qualcosa di emozionante e interessante,
possono attirare persone che solitamente alle mostre si annoiano e che non
hanno nessuna voglia di perdere qualche ora del proprio tempo per fingersi
interessate ad essere arricchite culturalmente.” a parlare è Filippo
Giunti, pubblicitario e creatore del brand Vertigo Syndrome.
Le persone non vanno a vedere mostre (così
come non leggono libri e non vanno al cinema)
come azione fine a se stessa. Le persone cercano lo svago, la sorpresa, lo
stimolo a essere curiose, la riflessione, lo spunto interessante di cui parlare
con gli amici sui social. E il mezzo per ottenere
tutto questo può essere una mostra, così
come può esserlo un libro o un film su Netflix.
Quello che occorre
loro è avere dei punti di riferimento che li aiutino a decidere dove
cercare per non perdere tempo. Ecco l’importanza di creare un brand vero, anche
nel campo delle mostre d’arte. Se sono
appassionato di pittura impressionista non mi lascerò scappare nessuna mostra
che esponga quadri impressionisti, così come, se mi interessa
la seconda guerra mondiale, andrò a vedere tutti i film sulla seconda guerra
mondiale. Però così la scelta si riduce e quindi anche il mercato. Se invece
mi appassiona Quentin Tarantino e mi fido di lui, andrò a vedere tutti i suoi
film, sia che parlino di gangster, di west o della seconda
guerra mondiale. Allo stesso modo la maggior parte dei visitatori della nostra
prima esposizione sui mostri giapponesi è corsa a visitare la mostra sulle
streghe perché si è fidata di noi e del nostro modo anti convenzionale di
intendere una mostra, curiosa anche di scoprire cosa ci saremmo inventati.
Vertigo Syndrome è solo uno, il primo,
dei brand che abbiamo creato, quello che riguarda la produzione e
l’organizzazione di mostre, ma poi quest’anno abbiamo affiancato Kappa Sutra
che produrrà i giochi legati alle mostre e Bastian
Balthazar Book che invece pubblicherà i libri che dai temi delle mostre
nasceranno.
L’idea è quella di creare un sistema di
esperienze che si leghino, rafforzandosi e arricchendosi a vicenda, ma che
possano vivere anche di vita propria, uniti solo dalla missione comune di dare
alle persone nuove cose coinvolgenti da fare, ascoltare, vedere o scoprire
insieme a noi, che siamo i primi che ci entusiasmiamo anche solo a pensarle.
INFORMAZIONI
YŌKAI. Le antiche stampe
dei mostri giapponesi
Bologna, Palazzo
Pallavicini (via San Felice 24)
7 aprile – 23 luglio
2023
Orari
Da giovedì a domenica
dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Chiuso da lunedì a
mercoledì
Aperture straordinarie
Lunedì 10 aprile 2023
Lunedì 24 e martedì 25
aprile 2023
Lunedì 1 maggio 2023
Informazioni
e prevendita sul sito www.mostrigiapponesi.it
Catalogo
mostra: Skira (skira.net)