Note di Giovanni Ortoleva
Quando pensiamo ai romanzi cavallereschi la nostra mente viene affollata da
corazze, scudi, stendardi. Vediamo pesanti armature venire montate sui cavalli
dagli stallieri, imbracciare lance di legno e sfidarsi a duello in nome di una
dama distante. Sentiamo il rumore del loro cozzare riempire le foreste di
un’Europa mitica, ancora piena di boschi. Quando pensiamo ai cavalieri
dimentichiamo, sistematicamente, la loro carne. La carne che vive dentro le
armature. La carne che tanti colpi prende, si lacera, ribolle alla vista della
propria dama e gronda di sangue dopo un torneo. Questa è uno spettacolo sulla
carne. In uno dei miti più noti del ciclo bretone, Ginevra, moglie di Artù, e
Lancillotto, il più valente cavaliere del Re, cadono preda di un amore che porterà
a scontri intestini e lotte fratricide, fino alla tragica caduta del regno. In
seno alla cultura cortese nasce una storia che celebra il tramonto della tavola
rotonda, come un cane che si morde la coda: è proprio il tanto decantato amore,
spesso al centro delle prove affrontate dai cavalieri di Artù, a decretare la
sua fine. Setacciando gli ampi materiali che formano il ciclo arturiano e gli
circolano intorno, da Chretien de Troyes a sir Thomas Malory, da Dante
Alighieri a Robert Bresson, Giovanni Ortoleva e Riccardo Favaro attraversano il
mito e ne compiono una riscrittura essenziale, capace di far intravedere
attraverso la vicenda dei due amanti l’affresco di un mondo in rapido
cambiamento. Nella loro infinita, incolmabile distanza dal mondo reale, i romanzi
cortesi parlano ad ogni epoca facendo riflettere su ciò che in essi si trova e
che nella realtà manca. Non possiamo sapere che effetto facessero su chi li
ascoltasse nella prima parte dello scorso millennio, ma a colpirci oggi non
sono tanto gli animali fantastici o gli incantesimi quanto il mondo ideale dei
cavalieri, la loro condivisione di valori per cui morire. Oggi la tavola
rotonda, la cui forma indicava che nessuno poteva esserne il vertice, è più
inimmaginabile degli ippogrifi. Se è vero, come dice Denis De Rougemont, che
l’Occidente si fonda sull’idea di amore descritto nei romanzi cortesi, viene
naturale chiedersi come ha fatto a perdere tutto il resto che si trova in
quelle pagine. A questo proposito, proprio la storia di Lancillotto e Ginevra è
cruciale. Quando la moglie di Re Artù e il suo cavaliere più valoroso avviano
la loro relazione clandestina stanno mettendo in moto il processo che porterà
alla fine del regno di Artù. Stanno decidendo, o non stanno riuscendo ad
evitare, di distruggere la tavola rotonda. Stanno scegliendo l’amore al posto
degli ideali. Stanno scegliendo per noi.
di Riccardo
Favaro e Giovanni Ortoleva
liberamente tratto da Chretien de Troyes, Sir
Thomas Malory e Robert Bresson
regia di Giovanni
Ortoleva
musiche di Pietro
Guarracino
luci di Massimo
Galardini
con Leda
Kreider e Edoardo Sorgente
produzione Fondazione
Teatro Metastasio di Prato
in collaborazione con Kanterstrasse, Capotrave/Kilowatt,
Olinda
INFORMAZIONI
Orari:
lunedì ore 19:00
dal martedì al sabato ore 21:00
domenica 16:30
Prezzi:
Biglietto intero € 18,00
Biglietto ridotto € 12,00 (studenti, under 26,
operatori)
Biglietto online € 15,00
Carnet 4 spettacoli € 40,00
Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma
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