Anemos, il regista Fabrizio Guarducci a Fattitaliani: ogni mio progetto è sempre una sfida. L'intervista

Fattitaliani
Presentato in anteprima regionale al Cinema Spadaro di Acireale, il film Anemos - Il Vento, diretto e prodotto da Fabrizio Guarducci (Una sconosciuta - Mare di Grano), prodotto e distribuito da Fair Play e liberamente tratto dal romanzo 'Theoria' dello stesso Guarducci, edito da Lorenzo De' Medici Press, ha un cast internazionale composto da Vincent Riotta, Marc Fiorini, Alessio Di Clemente, Giorgia Wurth, con la partecipazione straordinaria di Sebastiano Somma. Si avvale delle musiche originali firmate dal Maestro Pino Donaggio, il montaggio di Paolo Marzoni, la direzione della fotografia di Stefano Spiti, le scenografie di Ester Musatti ed i costumi di Gabriella Ferrera. L'intervista di Fattitaliani al regista Fabrizio Guarducci.

Quali pensieri, emozioni e preoccupazioni hanno accompagnato il primo giorno delle riprese?

Iniziammo con una delle scene più difficili, il vento sull’Etna… era veramente forte. Vedere il girato mi ha dato forza, perché ho potuto constatare che ero sulla strada giusta. 

Facile e indolore passare dal libro al film? che cosa ha dovuto "sacrificare"?

Cercavo di fare meno dialogo possibile per coinvolgere attivamente e direttamente lo spettatore. Il passaggio dal linguaggio letterario a quello cinematografico non è stato facile e qualche volta ho dovuto ricorrere alla letteratura.

Quanto di inizialmente concepito e organizzato a livello di regia per "Anemos-Il vento" è cambiato durante la lavorazione? 

Inizialmente i personaggi storici non erano presenti, ed ho voluto inserirli per facilitare la narrazione, senza nominarli perché non volevo che lo spettatore fosse influenzato dal loro ricordo storico.  


C'è nel film una scena, un dialogo, una battuta che potrebbe racchiuderne e sintetizzarne il senso?

Si, quando l’ombra si presenta per la prima volta a San Benedetto che ha lasciato il monastero per cercare il Divino.

Fabrizio Guarducci, Fonte Facebook

Rispetto al primo film, si è visto più sciolto e immediato nella regia? ha fatto tesoro di qualche mancanza o errore commesso?

Gli errori si fanno sempre, l’importante è che non siano così grossolani da incrinare la struttura del film. Ogni mio progetto è sempre una sfida.

Se dovesse pensare al suo percorso e fissarne un momento particolare come in una dettagliata inquadratura, quale momento della sua carriera sceglierebbe?

L’approccio dei situazionisti a Parigi nel 1965, per la grande spiritualità che ho trovato in dei veri rivoluzionari. 

Che cosa Le piacerebbe che lo spettatore provasse vedendo il film?

Che si mettesse alla ricerca, che cominciasse a cercare il divino abbandonando il dogma.


Che personale rapporto intrattiene con i personaggi evocati? 

Esclarmonde è il personaggio che più mi ha spinto a fare questo film, la sua forza e determinazione mi sono di esempio nella vita. 

E con i luoghi che fanno da sfondo?

Con Tuscania c’è un legame particolare e decennale  che mi ha spinto a fondarci una scuola internazionale. Ma anche con la Sicilia, patria di La Pira, da sempre attenta alla spiritualità e per questo a me cara. 


Facile nel suo mestiere alimentare un percorso interiore e il senso del divino?

No è un percorso individuale e difficile, che deve essere comunicato agli altri per realizzarsi. Dopo 50 anni di ricerche sono pronto a comunicare quanto ho scoperto con il prossimo. Per questo ho parlato dei Catari, in quanto ognuno di loro cercava, attraverso la meditazione, il Divino insieme a tutta la comunità;  non era un fenomeno individuale come lo è attualmente, e questo  si rifletteva in una società più giusta e altruista. 


IL FILM

Il film - in cui il vento (Anemos) è metafora del Divino, che si sente ma non si può vedere - racconta il rapporto tra gli uomini e il senso del divino: dai miti greci al cristianesimo, fino ai giorni nostri. Grazie a personaggi noti, anche se non esplicitamente menzionati, come Platone, Pitagora, San Benedetto e Gesù, lo spettatore ripercorre i momenti della Storia in cui il vento diventa portatore di un messaggio di spiritualità, per cercare di dare una risposta alle domande che l’Uomo si chiede da millenni. La narrazione parte dalle esigenze di una madre di rispondere ai dubbi del figlio sul mistero della vita, che ci fanno considerare alcuni personaggi che, nel corso della Storia, hanno avuto lo stesso dilemma: la ricerca del divino al di fuori di ogni risposta dogmatica. Durante il percorso si evidenziano le esperienze individuali di filosofi, monaci, profeti, mistici, fino ad arrivare a quelli che si sono più avvicinati ad una risposta certa: i Catari, perché la ricerca del Divino era un fatto sociale e non individuale e questo si rifletteva su una società giusta ed egualitaria in cui tutti i beni erano in comune. L’anello di congiunzione è Benedetto da Norcia che ha lasciato la comunità religiosa per ritirarsi umilmente in una grotta, per distaccarsi e cercare quella scintilla divina, che poi ha condiviso con tutti i suoi seguaci.

“Il film vuole aiutare ad indicare un percorso interiore che purtroppo non si fa più, in quanto la scintilla divina dell’Uomo è sotterrata da un individualismo materialista che l’ha soffocata. Da qui una pressante esigenza di ritirarsi e cercare le risposte seppellite dentro di noi”. Fabrizio Guarducci

“Anemos  - Il vento” è un film girato prevalentemente nella splendida Sicilia, ricca di luoghi straordinari, magici e colmi di storia, l’obiettivo delle nostre produzioni è valorizzare la bellezza dell’Italia, offrendo allo spettatore alcune location uniche, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Tuscia alla Toscana: le Gole dell'Alcantara, l'Orecchio di Dionisio, il Parco del Plemmirio, l’Etna, la Valle dei templi, l’Arco Magno, l’Abbazia di San Giusto, e molte altre. Guarducci pone al centro del film un messaggio di spiritualità, che muove le emozioni dentro allo spettatore, e come per il suo primo film “Mare di Grano” riesce a promuovere con estro e originalità il nostro territorio nel mondo.” Matteo Cichero coproduttore del film.

“Per chi è appassionato di natura in generale, succede spesso, trovandosi a contatto di particolari scenari e singolari condizioni, di percepire un’energetica “presenza” spirituale, qualcosa di sublime e di elevato, che va oltre i semplici canoni di giudizio estetico, questo “vitale” elemento è il VENTO. Le location siciliane scelte per girare questo film, conducono il popolo in cammino con il suo Dio, sostenuti  dall’alito esistenziale per la loro “peregrinatio animae”. Grazie a Fabrizio Guarducci per questo film, una grande opportunità per la mia Sicilia, anche in ambito didattico, auspico che le istituzioni si adoperino alla promozione e divulgazione.” Carmelo Nicoloso location manager del film.

Durata: 75’

Distribuzione: Fair Play

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