Ernani all'opera di Anversa. Fattitaliani intervista Vincenzo Costanzo (Ernani) ed Ernesto Petti (don Carlos)



Con la regia di Barbora Horakova Joly e la conduzione di Julia Jones e Alessandro Palumbo, l'Opera Ballet Vlanderen ha messo in scena un'edizione del raramente rappresentato Ernani di Verdi. Per quest'opera dalla trama intricata la regia ha preferito concentrarsi sui quattro caratteri principali, scavando in particolare nella psicologia di Ernani e sulle sue motivazioni, cui da' voce il bravo Johan Leysen servendosi di un testo aggiunto - in fiammingo - di Peter Verhelst che tenta in qualche modo di esplicitare il 'non detto 'del libretto. Le video proiezioni (bellissime!) di Tabea Rothfuchs immergono lo spettatore nei fantasmi e nei traumi di Ernani, in una atmosfera tetra e gelida di violenza di una guerra non del passato ma attuale.

La messa in scena scarna, plumbea fa da sfondo a una performance con una connotazione fortemente teatrale che richiede ai cantanti un notevole impegno vocale ma anche fisico. Nel cast due bravi cantanti italiani, il tenore Vincenzo Costanzo (Ernani) ed il baritono Ernesto Petti (Don Carlos). Il successo in sala è stato veramente notevole, parecchi gli applausi a scena aperta;  'a caldo', poco dopo che è calato il sipario e ancora risuonano gli applausi, li incontriamo.....

Vincenzo Costanzo: Salve a tutti amici di Fattitaliani! Abbiamo appena terminato l’opera ed è stato un trionfo! Sono molto felice perché ho debuttato in questo stupendo teatro, in quest’opera molto difficile che però da' grandi soddisfazioni! Mi reputo veramente soddisfatto e passo la parola al mio caro amico Ernesto.

Ernesto Petti: Un saluto a tutti! Anch'io sono molto contento di questa prestazione: il teatro era gremito e la gente è rimasta entusiasta; abbiamo fatto una bellissima prova e abbiamo portato un poco di canto italiano in Belgio.

Vincenzo, quali sono gli elementi più difficili nel fare Verdi?

Beh sicuramente la linea di canto e anche saper 'scolpire' la parola: queste sono due cose fondamentali che Verdi richiede; perché è fondamentale per una partitura verdiana comprendere appieno ciò che Verdi ha scritto ma anche il senso che gli ha dato il librettista. Verdi io lo trovo molto nelle mie corde, anche perché ho iniziato con lui; vinsi 10 anni fa il concorso voci verdiane a Busseto e ho iniziato subito a cantare Luisa Miller, che è stata la mia prima opera; poi la mia seconda opera è stata Macbeth. Anche se ho cantato molto Puccini però con Verdi ho iniziato e continuo ancora a cantare Verdi.

Ernesto qual è il tuo rapporto con Verdi?

Un bellissimo rapporto! Diciamo che la maggior parte delle opere che ho fatto fino ad oggi sono opere verdiane; Verdi richiede una un’estensione molto ampia e una facilità nel registro acuto del passaggio che per fortuna grazie alla tecnica e grazie anche alla natura io attualmente mi ritrovo e quindi diciamo che è il compositore che mi sta dando più soddisfazioni in generale.

Vincenzo, ci sono stati momenti di particolare difficoltà in questa messa in scena di Anversa?

Questa regia è una regia molto 'fisica' quindi la difficoltà sta nel mantenere il fiato basso nonostante debba correre, saltare, salire delle scale e fare una lotta greco romana con il mio amico fraterno Ernesto! Quindi mantenere la linea bassa e il fiato è stata la difficolta' più forte per me; abbiamo cantato in voce anche alle prove di regia proprio per renderci conto se era fattibile! Mi sono trovato molto bene con Barbora (Horakova, la regista n.d.r.) e questo modo 'fisico' ha aiutato anche l’interpretazione

E per te Ernesto?

Come diceva Vincenzo questa è una regia molto 'fisica',  che ci ha messo molto alla prova! Dopo la lotta abbiamo una scena anche molto importante... all’inizio nelle prove ci trovavamo col fiato corto e sembrava un po' difficile ma poi dosando le forze siamo riusciti a venirne a capo. Abbiamo avuto la disponibilità della regista - che è una persona fantastica e che ci ha aiutato molto: se avevamo qualche difficoltà da qualche parte ci ha aiutato con delle modifiche. E' una regia moderna però di quelle fatte bene, che dà soddisfazione !

Vincenzo, quali sono i tuoi sogni per il futuro?

Io vivo il presente e mi concentro su questo. Il futuro è un vaso di Pandora che non voglio aprire. Mi concentro sul presente e cerco di fare e dare del mio meglio sia nel canto che nella vita. Forse nel futuro mi vedo più sereno - o forse no, perché io sono sereno! -e quindi quello che verrà verrà!

E per te Ernesto?

Io la vedo la stessa maniera . Non penso molto al futuro: l’unica cosa che vorrei è di non essere totalmente dipendente dalla carriera, di avere una vita serena e di non essere schiavo del lavoro; però dal punto di vista la carriera ovviamente tutti quanti abbiamo delle aspirazioni, delle grandi aspirazioni !




Fattitaliani

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