Intervista a Matthias Graziani, lo scrittore che lascia il segno

Lo stile è innato. Lo si deve affinare col tempo e con l’esercizio

Matthias Graziani è indubbiamente-un abile autore di thriller. Il suo più recente romanzo, La Voce del Crepaccio (Mursia) sta ottenendo consensi davvero notevoli. Non per nulla, a stretto giro dalla sua uscita, è già giunto alla ristampa. Un ottimo risultato per uno scrittore che non si accontenta mai e poi mai delle idee banali.

Matthias, il tuo nuovo romanzo, a poche settimane dalla sua uscita, è andato già in ristampa. Che effetto ti fa?

Sapete, quando esce un tuo libro non sai mai come effettivamente sta andando. Almeno non fino a quando arrivano i resi di deposito delle librerie e passano molti mesi. Quindi è un’attesa infinita. E quando mi è arrivata la notizia della ristampa ho tirato un sospiro di sollievo, perché significa che lo stanno comprando in tanti anche nelle librerie. Discorso diverso sono gli store online come Amazon, dove ci si può basare sulle classifiche di vendita. E anche in queste sta andando bene, tra i primi tre posti nelle novità del genere ed è stato anche al terzo tra i bestseller della stessa categoria ,assieme a Stephen King.

Si dice che in Italia si legga ben poco ma il risultato che tu hai ottenuto fa ben sperare... Tu che lettore sei? Che cosa ami maggiormente leggere?

Il problema è che oggi ci sono troppe distrazioni e quindi il libro non rientra più tra i passatempi preferiti. Io devo sempre avere un libro in lettura, ma spazio tra io generi a seconda del periodo, dai thriller all’horror, dall’avventura storica al fantasy, dal western alla fantascienza.

Tu sei al terzo thriller, che cosa ti affascina in particolare di questo genere letterario?

E’ un genere ruvido, sporco, dove si può osare tanto con la trama e i colpi di scena. E’ anche strettamente legato alla realtà e quindi si può colpire ancora di più il lettore creando tanta atmosfera, andando sottopelle e lasciando il segno.

Come si può oggi, che si è- praticamente- scritto di tutto, trovare uno spunto originale?

Sono dell’idea che in ogni epoca si possa trovare idee originali e diverse. Quello però che contraddistingue la nostra, dove l’offerta è immensa, è la capacità di non accontentarsi delle idee banali. Riuscire a mettere insieme elementi nuovi non è certamente facile, ma è sicuramente possibile.

E trovare il proprio stile?

Lo stile è innato. Lo si deve affinare col tempo e con l’esercizio, questo è certo, ma difficilmente lo si può solamente imparare. I lettori dicono che ho un mio stile, e questo mi fa molto piacere. Ma a parte aver fatto esercizio scrivendo e leggendo, altro non ho fatto. Mi viene così!

Tu quando ti sei sentito soddisfatto del tuo modo sia di raccontare sia di scrivere?

Quando mi sono reso conto che chi leggeva ciò che avevo scritto si emozionava, riuscendo a immaginarsi il mondo da me creato. Poi è importante che lo scrittore sia il primo critico di se stesso.

Quali sono stati i commenti ricevuti dai tuoi lettori riferiti alla tua ultima opera che ti hanno maggiormente colpito e perché?

Hanno scritto addirittura che è un capolavoro, paragonandomi a Stephen King! Ora io non mi sarei mai spinto così tanto in là, ma sono davvero felice che i lettori lo stiano leggendo con così tanta passione.

Le critiche, come le vivi? Quando capisci che sono fondate e non sono state- invece- dettate dalla mera cattiveria e dall'invidia?

Qualsiasi parere fondato, che quindi ti da indicazioni utili, va accolto con intelligenza.

E ora il prossimo 9 dicembre ti attende un importante incontro con i tuoi lettori, ce ne vuoi parlare?

Sarò presentato alla fiera “Più libri, più liberi” a Roma e ne sono molto onorato. Assieme ad altri tre autori Mursia, della collana “Giungla Gialla” dedicata al crime e al noir, avremo l’occasione di parlare a un pubblico dei nostri libri. Sarò molto felice di vedervi tra il pubblico e anche per firmare qualche copia, venerdì 9 dicembre, ore 17:30 nella Sala Polaris, a La Nuvola, Roma.

 

 intervista  a cura di  Laura Gorini



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