200 Metri: un film che parla di sentimenti e separazioni

Fattitaliani



di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista, scrittrice 

200 Metri: film di notevole spessore, di genere drammatico del 2020 diretto da Ameen Nayfeh con Ali Suliman e Anna Unterberger. Uscito al cinema il 25 Agosto 2022 e distribuito in Italia da I Wonder Pictures con paese di produzione Italia, Palestina, Svezia, Turchia, questa avvincente pellicola si distingue, tra le altre, per esser vincitore del premio del pubblico alle Giornate degli Autori a Venezia nel 2020.
Al centro della vicenda, ambientata in Palestina, Mustafa, un padre di famiglia che vive ad appena duecento metri (da cui il titolo) dall’abitazione della moglie e dei figli, ma con la barriera di "separazione israeliana" a dividere le rispettive case. E mentre la moglie Salwa ha accettato di lavorare dall’altra parte della barricata, Mustafa non accetta la necessità di un visto israeliano per poter semplicemente vivere nella propria terra dove la moglie ha una residenza. Non può quindi che limitarsi a un gioco di luci notturne per poter dare la buonanotte alla moglie e ai figli, i suoi Amori, "senza i quali non può vivere", proiettando lo spettatore sulla scena di una tenera, quanto struggente, buonanotte quotidiana alla propria famiglia "lontana". 
Documenti "passepartout" non presi, stress familiari, una moglie che dorme solo due ore a notte per gestire due case "separate da un muro", una tensione palpabile, evidente anche nelle musiche cupe, assolutamente in sintonia con la situazione di complessa gestione. 
Una condizione esistenziale di quasi impossibile risoluzione, sennonché soltanto l’infortunio di uno dei figli del padre amorevole e testardo riuscirà a dare uno scossone all’opprimente immobilità: infatti, complice un disguido burocratico, che lo costringe al ritiro del permesso di soggiorno per il documento di identità scaduto, Mustafa si vedrà costretto a sottoporsi ad un’odissea sulla linea del confine. Ecco l'idea ineluttabile di pagare un contrabbandiere e affrontare un insidioso viaggio (con i conseguenti rischi), dove la morte sfiorerà anche una clandestina tedesca, ospite degli stessi contrabbandieri, e un ragazzo in cerca di un lavoro migliore, per compiere una tratta così incredibilmente breve in linea d’aria, con la preghiera amica di coloro che sopravvivono in condizioni avverse. 
Siamo di fronte alla trama di un film che, per quanto paradossale per un Occidente progressista e familista, risulta perfettamente credibile se calato nel contesto del conflitto tra Israele e Palestina. Il regista Ameen Nayfeh, al suo esordio, fa trapelare infatti che 200 Metri racconta in parte la sua storia, così come quella di migliaia di palestinesi. Una storia in cui ci si abitua a tutto, fino alla negazione dei propri diritti fondamentali, quali la libertà di movimento. Ecco che 200 metri, film teso, appassionato e mai banale, affronta la violazione di questo diritto fondamentale molto da vicino, generando nello spettatore il senso amaro del vivere nel quotidiano in un’area di conflitto da tempo immemore.
200 Metri, un racconto emotivo e coraggioso di una storia di vita quotidiana, eccezionale nel rappresentare, con semplicità, cosa accade da anni, inesorabilmente, in terra di Palestina.
Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top