Silvana Gaeta e i racconti di "Meglio un giorno da Venere... che cento da Maria". L'intervista di Fattitaliani

Fattitaliani



Maria è protagonista di una metafora dell'amore disatteso. Con ironia, si raccontano l'approccio, l'innamoramento, la conoscenza, il sesso, i progetti, la delusione. Il tutto nell'arco di un lungo viaggio in treno. Ecco la sintesi del senso e del contenuto dei racconti di "Meglio un giorno da Venere... che cento da Maria" scritti da Silvana Gaeta, intervistata da Fattitaliani.

Il titolo è stato pensato di getto o è frutto di una lunga riflessione? 

La riflessione è stata lunga: volevo evidenziare le diverse declinazioni di Maria nelle svariate situazioni ... dunque pensavo : "Le storie di Maria"...oppure..."Maria nelle sue storie"...ecc... poi, quando mi è stata posta la questione dalla Casa Editrice ... mi è venuta l'illuminazione!... così, di getto "Meglio un giorno da Venere... che cento da Maria". lo sentivo  dire spesso da mia mamma, una personalità fiera e dirompente... ma anche da una  cara amica, compagna di banco al liceo, che a sua volta si opponeva alla sua di mamma, che la voleva più pacata e riflessiva.

Ogni volta che la mia amica le gridava il motto a lei così caro... la mamma la tallonava ripetendole, in un dialetto abruzzese un po' gracchiante: 

" e si t'attocchene pure li cende da pecure???"... ( e se poi ti toccano anche i cento da pecora???)....ecco, io pensavo: ma che c'hanno di male le pecore?...a me non sembravano così orribili i cento giorni vissuti da pecora... che dire, non sono mai stata d'accordo né con mia madre né con la mia amica... cosicché l'ho parafrasato come titolo ironico, riferito a me...

Colpisce la precisazione che la lettura è adatta a un pubblico con più di 16 anni. I temi affrontati sono così scabrosi? 

No, non sono scabrosi... ma di Maria, una volta giovane studentessa affascinata dal suo professore universitario con cui intreccia una relazione erotica pericolosa, un'altra volta casalinga  insoddisfatta del suo rapporto con il marito... o un'altra ancora donna arrivista che utilizza gli uomini nella sua scalata al successo.... in tutte le sue diverse sfaccettature e storie, di Maria dicevo, viene raccontato anche il mondo sessuale... liberamente. 

La storia di Maria ha preso delle pieghe diverse rispetto all'iniziale proposito? 

No, tutti i racconti sono maturati quasi autonomamente;     nati però dal desiderio di mettere un po' di ordine nella mia vita... una sorta di legittima difesa di fronte alle prove, a volte  quasi insormontabili, a cui  la vita ci sottopone...  ad un certo punto è stato urgente metterli su carta.  Ma dal momento che sono racconti brevi e dallo stile paradossale, sarebbe stato difficile che un personaggio prendesse "il sopravvento" rispetto alla mia volontà,  che vivesse di vita autonoma... 

Come trovare un equilibrio fra la narrazione di una storia esterna a sé e il riflesso delle proprie esperienze nei personaggi? 

Non c'è equilibrio... tutte le storie sono sbilanciate verso di me... anche se non ho quasi mai vissuto di persona le storie di cui narro... sono totalmente vicina alla mia protagonista...

Che cosa si augura possa provare il lettore dopo aver finito il libro?

Si scrive e si legge per tentare nuove esperienze, per scoprire nuovi punti di vista... per cercare comprensione  e per provare empatia... 

Come diceva Umberto Eco, chi non legge vive solo la sua vita... chi legge avrà vissuto 5000 anni... perché c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito...

Io auguro agli altri quello che auguro a me stessa quando mi avventuro in una nuova lettura: di uscirne un po' cambiata, come dopo un viaggio. Giovanni Zambito.

IL LIBRO

Maria vive una vita dissociata: immersa in un'atmosfera di latente depressione, insoddisfatta, teme tuttavia di abbandonare questo dolore familiare e conosciuto (e sul quale pensa di avere il controllo), rinunciando così ad aprire la porta che conduce all'amore verso sé stessa ed al coraggio di credere nella propria indole. Il potere: Maria si appresta alla scalata al potere che, come si sa, nella nostra società ha un'accezione prettamente maschile. Il successo è assicurato, ma, in maniera cruda e paradossale, se ne scoprirà il prezzo... Ci si chiede: si deve per forza arrivare fino a questo punto? L'erotismo: Maria, studentessa universitaria affascinata ed ispirata dal suo docente di letteratura, crede di poter traslare nella propria realtà le intriganti lezioni di letteratura noir. Ma l'erotico gioco di ruolo da lei instaurato sfugge presto al suo controllo: il docente percepisce e vive solo il lato reale della situazione, che presto degenererà in una tragica fine. L'amore estremo: Uno dei dolori più grandi e devastanti, la malattia e la morte della madre, porta Maria ad affrontare il tema dell'amore estremo. Quanto coraggio occorre per dare il giusto senso alla vita? Per riconoscere quando il valore della vita è inferiore al valore della morte? Il diritto alla maternità: Maria, moglie e madre, è costretta a scontrarsi di colpo con la forza e l'assurdità della burocrazia di Stato, un potere assoluto che la precipiterà dalla gioia di vivere in libertà, consapevole delle proprie scelte, alla paradossale negazione, dolorosa e totale, del suo essere donna e madre. Le illusioni: Maria è protagonista di una metafora dell'amore disatteso. Con ironia, si raccontano l'approccio, l'innamoramento, la conoscenza, il sesso, i progetti, la delusione. Il tutto nell'arco di un lungo viaggio in treno.

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