Si tratta della mostra diffusa “Il Vittoriale a Erice. D’Annunzio, de Chirico, Sciltian” che si inaugura questo pomeriggio alle 19 ed è articolata fra gli spazi dell’Istituto Wigner-San Francesco e il Museo Cordìci. E’ inserita nel circuito della Erice Card che consente di visitare i principali monumenti del piccolo borgo medievale oltre a usufruire di sconti sulla funivia.
Gregorio Sciltian, ritratto di Eleonora Rossi Drago
Nata da un’idea di Giordano Bruno Guerri, sovrintendente della Fondazione Erice Arte, e di Lorenzo Zichichi (Fondazione Ettore Majorana), la mostra vede la curatela di Victoria Noel-Johnson. Approda ad Erice – conosciuta come “Città della Scienza per la Pace” da quando negli anni della Guerra Fredda il prof. Antonino Zichichi riuniva al Centro Ettore Majorana scienziati e premi Nobel russi e americani e persino Papa Giovanni Paolo II nel 1993 – per contribuire al dialogo di pace fra i popoli, superando gli steccati delle differenze ideologiche e i limiti della geopolitica. In una delle sale, infatti, sarà trasmesso il “Va’ pensiero” di Verdi intonato dal Coro dell’Opera di Odessa nei giorni drammatici della recente invasione russa.
All’inaugurazione sono intervenuti Daniela Toscano, sindaca di Erice, Nicola Adragna (Presidente della Fondazione Erice Arte), Giordano Bruno Guerri e Lorenzo Zichichi. Collegata in remoto la curatrice Noel-Johnson. Tra gli ospiti Rossella Giglio, già direttrice del Parco archeologico di Segesta e archeologi di fama internazionale come Emma Blake e Robert Schon.
Oltre alle tele di Sciltian, fra cui il ritratto di Galeazzo Ciano del 1943, la mostra “Il Vittoriale a Erice” propone i bozzetti di scena originali realizzati da Giorgio de Chirico per la dannunziana “La figlia di Iorio”, tragedia pastorale con musiche di Alberto Franchetti della quale viene trasmessa in video l’edizione magistrale interpretata da Carmelo Bene, e le elegantissime vesti da camera di sei amanti del Vate: raffinatissime camicie da notte in seta e taffetà, sottovesti audaci, un abito in pizzo metallico e persino la fantomatica camicia da notte del Vate, rigorosamente in se e… con una apertura all’altezza del pube. Abiti che fanno parte della collezione permanente del Vittoriale e che non sono mai stati esposti altrove.
Visite: tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, dalle 10.30 alle 19. Biglietto con Erice Card.
Bozzetto di scena di De Chirico per "La figlia di Iorio"
Il Vittoriale a Erice | notizie
La mostra nasce da un’idea di Giordano Bruno Guerri e Lorenzo Zichichi di portare, in un gemellaggio (Erice-Lago di Garda) fra due perle italiane agli opposti estremi del nostro Paese, uno scorcio di Vittoriale in un momento così drammatico non soltanto sul fronte orientale dell’Europa, ma anche per la compenetrazione di ciò che ha costituito la spina dorsale della cultura europea.
Gregorio Sciltian, pittore russo di origine armena, è stato un convinto assertore della pittura come illusione della realtà. Oltre ad avere partecipato a numerose Biennali di Venezia, ha collaborato in Italia con artisti quali Carlo Carrà, Fabrizio Clerici e Piero Annigoni, coi quali condivideva la medesima concezione della pittura. Lo rende un importante tassello del Vittoriale l’aver dipinto dal Dopoguerra in poi sulle rive del Garda, proprio a Villa Mirabella, facente parte del Complesso realizzato, con acquisizioni e costruzioni, da Gabriele d’Annunzio. Proprio questo legame col Vittoriale indusse la vedova a donare 16 tele al Vittoriale, di cui 11 sono state portate a Erice. Fra queste il celeberrimo ritratto di Galeazzo Ciano, eseguito nel 1943 alcuni mesi prima della sua esecuzione.
Per la prima volta le tele del pittore russo vengono esposte a Erice, nota per il dialogo est-ovest-nord-sud durante la Guerra Fredda, cui si aggiunge il coro intonato dall’Opera di Odessa al momento dell’invasione russa. Il video dell’accorato inno “Va pensiero” sarà trasmesso nella sala in cui è esposto il maggior numero delle opere di Sciltian, perché la cultura non deve conoscere separazioni ideologiche o peggio ancora geopolitiche.
Un altro importante tassello che compone l’unicità del Vittoriale sono i bozzetti di scena di Giorgio de Chirico per “La figlia di Iorio” di d’Annunzio, custoditi ed esposti permanentemente nelle sale del d’Annunzio Segreto.
Gelosamente conservate al Vittoriale e mai prima di questa esposizione spostate da lì, arricchiscono la mostra le vesti da camera di sei amanti del Vate e la sua vestaglia. Nelle sale dei bozzetti della Figlia di Iorio si potrà ammirare la magistrale rappresentazione dell’opera teatrale con Carmelo Bene.
Oltre a tutti i bozzetti originali che verranno esposti in una sala, quattro opere di de Chirico sono fruibili in maniera moderna, trasformati dalla direzione artistica del Cigno in lastre su plexiglass di grandi dimensioni. Proprio per far compiere al visitatore un itinerario ericino, le lastre sono nella sala di Sciltian, vicino a due olii ispirati al maestro della Metafisica, mentre due grandi dipinti di Sciltian sono esposti insieme ai bozzetti di de Chirico e alle vesti da camera di d’Annunzio.