La Toscana di Elisabetta Rogai incontra la Calabria di Filippo Cogliandro. Una rivoluzione per “le experience” di cibo, arte, vino e turismo

Fattitaliani



San Casciano in Val di Pesa e Borgo di Palizzi.
Quello di Elisabetta Rogai è un percorso creativo che coniuga la storia  di due Borghi votati al vino, destinati ad essere uniti per tante comuni peculiarità

Elisabetta Rogai nata in Toscana e residente da tempo a San Casciano ha celebrato, con la sua tecnica EnoArte® il vino toscano, il Chianti Classico, ma in luglio, con la sua personale patrocinata dal Comune di Reggio Calabria,  dall’Assessorato alla Cultura, dallo chef Filippo Cogliandro e dal Comune di Palizzi, vorrebbe riuscire a realizzare un suo progetto: un patto di amicizia fra i due Comuni, portando alla luce il lavoro e la qualità che c'è dietro il vino di Palizzi, borgo su magici calanchi  ubicato nel  territorio intorno a Reggio e il comune di San Casciano Val di Pesa, cuore del Chianti Classico.

A tale scopo ha pensato di coinvolgere le cantine, ciascuna con un proprio linguaggio, produttrici di un vino storico, tipico di questo antico borgo che è il Palizzi IGT, vino rosso e secco molto conosciuto. Infatti quello di Elisabetta Rogai è un modo fisico, tangibile e reale di dimostrare la sua radicata convinzione, ovvero che la creatività nasce da una miriade di stimoli diversi

Il  famoso “Vino di Palizzi” IGT, forte e corposo che nasce in un borgo tra i più suggestivi dell’area grecanica sarà usato dall’Artista per celebrare con una performance live i 50 anni dal ritrovamento dei due Bronzi nel mare di Riace, per l’ evento  Calici D’arte a cura di Elmar Elisabetta Marcianò, inserito nelle celebrazioni con una mostra itinerante che si snoda dall’Accademia Art Gallery, il locale di Filippo Cogliandro e altri luoghi istituzionali tra la città di Reggio e il Comune di Palizzi, borgo dell’area grecanica conosciuto come città del vino.

Le narrazioni fondamentali dell’Artista sulla tela vogliono  essere  un racconto, un riflesso dei tempi in cui viviamo che trovano ispirazione nella quotidianità.

La Rogai vuole raccontare San Casciano, il “cuore” del vino toscano abbinandolo a Palizzi, uno dei borghi più suggestivi dell’area grecanica che conta 10 cantine. Elisabetta Rogai vuol dare un nuovo mood ad un progetto contemporaneo con la sua tecnica, ormai collaudata da anni: dipingere con il vino al posto del colore, unendo arte, cucina e vino del Borgo di Palizzi. 

Una volta, l’arte culinaria iniziava e finiva nel piatto attraverso un percorso sensoriale di colori, sapori, forme e complesse combinazioni di ingredienti. Ma da tempo stiamo assistendo a una trasformazione nel settore metropolitano. Un modo non solo per dar spazio a una vocazione più umana e “umanistica”, ma anche per aggiungere uno spessore culturale e caricarlo di un’anima, di valori condivisi da tutti.

L’opera esce  così “metaforicamente” dai musei, dalle gallerie, dalle sedi tradizionali, per entrare in una dimensione quotidiana e largamente frequentata: quella delle piazze, dei locali, ristoranti, hotel, studi legali, spazi metropolitani, trasformando così una semplice cena in una appagante esperienza multisensoriale.

La Personale di Elisabetta Rogai aggiunge un tocco di arte e creatività al panorama unico che si gode da Reggio, la storia di una Regione, il mito de La Fata Morgana, il mare, i Bronzi di Riace, ed è una testimonianza  di come arte e vino possono incontrarsi, toccarsi e fondersi fino a diventare complici di un successo che, grazie alla poliedrica attività dell’Artista, ha portato il nome di Firenze e dell'Italia  in tutto il mondo.

Dietro ognuno di questi lavori dell’Artista, infatti, c'è una storia personale, che ha in sé qualcosa di magico, e ciascuna di queste narrazioni delle due Regioni si ricollega ai luoghi, a Cantine Aperte, alle Strade del Vino, al Turismo, al cibo, all’agricoltura, ai prodotti a kilometro zero, un processo creativo, che è come una successione di idee che lasciano vedere la sua creatività nel lavoro. Ed è allora che l'arcano prende vita da una miriade di luoghi e prospettive diverse: San Casciano in Val di Pesa  e il Borgo di Palizzi.


A Reggio Calabria l’incontro di Elisabetta Rogai e Filippo Cogliandro
, la grandezza dell’arte e della cucina di Filippo Cogliandro,  valorizzata e reinterpretata con rispetto e sapienza, arricchita da un tocco di creatività di una grande Artista come Elisabetta Rogai e la sua tecnica EnoArte®, altro ingrediente del tutto italiano, fondamentale quando si tratta di inventare accostamenti cromatici nuovi e sorprendenti…

Quella di Filippo Cogliandro è una cucina basata sull’estro che scava nella memoria  tirando fuori rivisitazioni ragionate, mai estreme, dove il richiamo alla tradizione casalinga si fa meno presente per lasciare spazio alla sua creatività esplosiva, il suo sapere modulare l’arte sul filo sottile tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione, tra la voglia di andare a ritrovare antichi sapori e il modo di prepararli con la cura di non snaturarli nel riproporli. La sua è una rivisitazione da grande chef, gentile, ragionata, creativa ma mai troppo estrema.

Come ci dice Filippo Cogliandro accogliendoci….. Io tengo sempre presente un grande detto di Gualtiero MarchesiBisogna esaltare la materia, non sé stessi” e per me cucinare  è come scrivere una musica, nota dietro nota per comporre una sinfonia, mi sento come un direttore d’orchestra, un artista, un pittore che unisce i colori e crea un dipinto, per me questo lavoro è vita, passione, fatica, creatività, inventiva, studio delle origini, la chiave di lettura della storia della cucina  e la ricetta per ridonarle la centralità che merita nella vita civile, la forma d'arte per eccellenza. Senza dimenticarne un importantissimo risvolto: il rapporto fra le due funzioni complementari di chi cucina, il «desiderio di capire» e la «passione di trasmettere».


Palizzi, una storia che viene dal mare

Alle pendici dell’Aspromonte meridionali, Palizzi è un borgo ricco di storia. Ricade nel territorio dell’area ellenòfona e ne fece parte culturalmente e linguisticamente. Alcuni ipotizzano fosse anticamente una delle sette città ricordate da Aristotele e fondate dai calcidesi.Il gesuita Cesare de Cara sostenne che queste coste furono occupate dagli Heltei-Pelasgi provenienti dalla Mesopotamia, prima deii greci. Ad avvalorare questa posizione sono alcuni reperti come cocci, vasi e piatti tipici di quell’epoca. Questo territorio fu popolato sin dall’antichità in quanto ricco e fertile: vi è infatti un clima mite, abbondanza di acque sorgive e creta, che veniva lavorata per ottenere vasellame e mattoni. Palizzi è un borgo importantissimo per la sua posizione geografica. La regione dove sorge, infatti, è la parte più estrema della penisola, quella che un tempo veniva chiamata Esperia Enotria – rispettivamente “terra d’occidente” e “terra del buon vino”– e che poi prese il nome di Italia. Il centro della cittadina è caratterizzato da molti Catoja, che in dialetto calabro vuol dire ambiente sotterraneo (dal greco kàto=sotto, ghèo=terra. katòghio in greco), utilizzati anticamente per conservare nel tempo vivande e come rifugio durante le invasioni di popoli stranieri. 

 

www.elisabettarogai.it

www.laccademia.it

 

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