Steve McCurry, gli animali nei teatri di guerra con ANIMALS fino al 1° maggio: Palazzina di Caccia di Stupinigi

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Che fine fanno gli animali durante la guerra?

Dal parco zoologico di Kiev sotto le bombe, a chi scappa portando con sé i propri animali domestici, fino ai volontari che si adoperano per salvare quelli rimasti soli.

Sono solo alcune delle immagini di questi giorni che ci ricordano che anche gli animali vivono il terribile scenario di guerra. Riemergono così nella loro forza ed attualità, le riflessioni che ritraggono anche gli animali al centro dei conflitti internazionali. Un tema che Steve Mc Curry aveva già indagato e mostrato al mondo, evidenziando le conseguenze sul piano dell’ambiente e della salvaguardia del nostro pianeta.

 

Con una piccola provocazione: gli animali siamo noi!

Le immagini di guerra al centro di ANIMALS, visitabile fino al 1 maggio alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, ripercorrono un altro conflitto, quello nell’area del Golfo, da cui McCurry torna con alcune delle immagini più celebri dei suoi reportage, come lo scatto che ritrae i cammelli avanzare tra le fiamme nei pozzi di petrolio, e con cui vincerà il prestigioso Word Press Photo. Un premio speciale, assegnato da una giuria altrettanto importante: la Children Jury, composta da bambini provenienti da tutte le nazioni del mondo.

Il progetto ANIMALS origina nel 1992 quando Steve McCurry svolge una missione nei territori di guerra nell’area del Golfo per documentare il disastroso impatto ambientale e faunistico nei luoghi del conflitto. Tornerà dal Golfo con alcune delle sue più celebri immagini icone, come i cammelli che attraversano i pozzi di petrolio in fiamme e gli uccelli migratori interamente cosparsi di petrolio. Da sempre, nei suoi progetti, McCurry pone al centro dell’obiettivo le storie legate alle categorie più fragili, esplorando, con una particolare attenzione ai bambini, la condizione dei civili nelle aree di conflitto e documentando le etnie in via di estinzione e le conseguenze dei cataclismi naturali. A partire da quel servizio del 1992, McCurry ha volto il suo sguardo empatico al mondo degli animali. In mostra gli animali sono protagonisti di sessanta scatti iconici, che raccontano al visitatore le mille storie di una vita quotidiana dove uomo e animale sono legati indissolubilmente. Un affresco corale dell’interazione e della condivisione, che tocca i temi del lavoro e del sostentamento che l’animale fornisce all’uomo, delle conseguenze dell’agire dell’uomo sulla fauna locale e globale, dell’affetto che l’essere umano riversa sul suo pet, qualunque esso sia. Animali da lavoro, usati come via alla sopravvivenza, animali talvolta sfruttati come unica risorsa a una condizione di miseria, altre volte amati e riconosciuti come compagni di vita per alleviare la tristezza o, semplicemente, per una forma di simbiotico affetto. Per creare ANIMALS autore e curatrice hanno lavorato all’unisono addentrandosi nell’immenso archivio del fotografo per selezionare una collezione di immagini che raccontassero in un unico affresco le diverse condizioni degli animali. La curatrice della mostra Biba Giacchetti spiega “Animals ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli in questo mondo, in mezzo a tutte le creature viventi attorno a noi. Ma soprattutto lascia ai visitatori un messaggio: ossia che, sebbene esseri umani e animali condividano la medesima terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il pianeta.”

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