MIRACQUA, LA SVELA MISTERI, SAMUELA PIERUCCI: i libri sono amici preziosi. L'intervista

Fattitaliani



È uscito in tutte le librerie “Miracqua, la svela misteri”, il nuovo libro di Samuela Pierucci edito da Intrecci. Con questo nuovo racconto, l’autrice esordisce nella narrativa per bambini e ragazzi.

Una mattina di luglio Miracqua - una ragazzina dotata di insoliti “poteri” e di una grande sensibilità - si ritrova coinvolta in una strana vicenda. Si mette subito a indagare perché è certa che nel suo paese, Pieveluna, stia accadendo qualcosa di eccezionale: raduna i suoi amici Raul e Labèl e senza perder tempo il trio inizia l’avventura. Tra gatti rapiti, una soprano scomparsa, l’ambiguo custode della chiesa, un nonno smemorato, spettri, misteri e vini “speciali”, Miracqua e i suoi compagni riusciranno a scoprire cosa si nasconde a Pieveluna? “Miracqua, la svela misteri. Il caso dei rubagatti” è un breve giallo per i più piccoli che li immergerà in vicende coinvolgenti tra natura e tradizioni.

Samuela Pierucci vive a Firenze dove lavora come anestesista all’Ospedale Careggi. Con Intrecci ha già pubblicato i romanzi “Vuoto fino all’orlo” (2016) e “Quel poco che basta” (2020), oltre a contributi in raccolte a più mani.

Che lettrice era Samuela Pierucci da bambina?

“Ho sempre amato leggere. Sono sempre stata una lettrice curiosa ed eclettica. Amavo in particolare i libri di avventura, i classici, ma anche i fumetti di Topolino. Ho un ricordo vivido de "La freccia nera" di Stevenson e di molti libri di Jules Verne, libri che trovavo in casa o che prendevo in prestito dalla piccola biblioteca della mia scuola elementare”.

In questi due anni i medici, ma gli anestesisti come lei in particolare, sono stati particolarmente impegnati con la Pandemia. Dove ha trovato il tempo per scrivere un libro?

“Per me scrivere è sempre stato necessario. Nei momenti impegnativi come questi si deve trovare il tempo per farlo più spesso o comunque con più dedizione. Scrivere è terapeutico: fa bene per guardarsi dentro, ma anche per evadere dalla realtà. In particolar modo scrivere storie avventurose per ragazzi è stato un viaggio nel tempo”.

Lei ha due figli. Cos’hanno detto appena l'ha finito? Sono stati critici?

“Tiziano e Davide sono stati contenti di vedere il libro finito con la copertina illustrata dalla loro zia (mia

sorella Deborah, ndr). È stato come vedere ripagati gli sforzi fatti ogni volta che gli chiedevo un po’ di silenzio. La storia però ancora non l'hanno ancora letta. Una di queste sere lo faremo tutti insieme”.

Dove ha trovato l'ispirazione? E come mai proprio un giallo?

“Avevo in mente da tempo di ambientare una storia nel paesino in cui sono nata e ho vissuto fino a 24 anni. Stare a contatto con la natura e avere molto tempo a disposizione per fantasticare, senza la miriade di stimoli della città e senza i social network, mi ha allenata ad usare la mia immaginazione. In particolare, avevo voglia di immergermi nel gusto dell'avventura e del mistero che tanto mi affascinava da piccola. Così ho deciso di far diventare la mia eroina una detective per caso, che poi è un po' il mio sogno”.


Tornerà ai romanzi o continuerà sul filone per ragazzi?

“Ho in mente altre storie con protagonista Miracqua: non so quando mi fermerò, le idee sono tante. Per adesso nel mio futuro di scrittrice vedo questo orientamento, anche se in parallelo porto sempre avanti altri piccoli progetti come poesie e racconti”.

Tre buoni motivi per convincere i ragazzi a leggere questo libro.

“I libri sono amici preziosi che ci danno una mano a capire noi stessi e il mondo in cui viviamo. Poi perché dopo aver letto un libro ci si sente più ricchi e sono anche certa che si diventi anche più felici. Infine, perché leggere è divertentissimo”.

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