Il messaggio
richiama in maniera forte e profonda i valori fondativi del teatro rispetto
alla comunità, a concrete pratiche di pace, alla costruzione di possibili
prospettive.
Stimolata anche
dalle parole di Peter Sellars, l’artista Roberta Arduini del quartetto Oasi di
Pesaro, ha diffuso anch’essa un suo messaggio. Roberta Arduini è scrittrice di testi e autrice di
progetti di parole e musica, spettacoli molto profondi, unici nel loro genere,
come il suo ultimo “Il Soffio della Nuova Vita”, nel segno di una rinascita,
ispirato a questo momento drammatico della pandemia Covid, ed è al lavoro per
un suo quinto spettacolo.
In merito ci
rimettiamo integralmente alle parole dei due artisti, riportandole di seguito
senza aggiungere altro. La traduzione del testo inglese del messaggio di Peter
Sellars è di Roberta Quarta del Centro Italiano dell’International Theatre
Institute.
Cos’altro aggiungere…. in attesa di poter
tornare alla nostra straordinaria normalità……. che in un momento
di forte difficoltà, che la Speranza, l’Amore e la Misericordia non possano mai
mancare nelle nostre vite. Buona lettura
Vito Piepoli
Cari Amici,
Mentre il mondo è sospeso di ora in ora, di minuto in
minuto su un flusso quotidiano di notizie, posso invitare tutti noi, in qualità
di creatori, ad entrare nel nostro ambito, nella nostra sfera e nella nostra prospettiva
di tempo epico, di cambiamento epico, di consapevolezza epica, di riflessione e
visione epica? Stiamo vivendo in un periodo epico della storia umana e i
cambiamenti profondi e significativi che stiamo vivendo nelle relazioni degli
esseri umani con se stessi, tra di loro e con i mondi non umani sono quasi al
di là delle nostre capacità di comprendere, articolare, parlarne ed esprimerci.
Non stiamo vivendo in un ciclo di notizie 24 ore su 24, stiamo vivendo al bordo
del tempo. I giornali e i media sono completamente impreparati e incapaci di
affrontare ciò che stiamo vivendo. Dov'è il linguaggio, quali sono i movimenti
e quali sono le immagini che potrebbero permetterci di comprendere i profondi
cambiamenti e le rotture che stiamo vivendo? E come trasmettere in questo
momento il contenuto delle nostre vite non come reportage ma come
esperienza? Il teatro è la forma d’arte dell'esperienza. In un mondo
travolto da enormi campagne stampa, da esperienze simulate, da previsioni
terrificanti, come possiamo andare oltre l'infinito ripetersi di numeri per
fare esperienza del carattere sacro ed infinito di una singola vita, di un
singolo ecosistema, di un'amicizia o della qualità della luce in un cielo
strano? Due anni di COVID-19 hanno offuscato i sensi delle persone, ristretto
la vita delle persone, interrotto le connessioni e ci hanno messo in uno strano
ground zero dell'insediamento umano. Quali semi bisogna piantare e
ripiantare in questi anni, e quali sono le specie invasive e troppo cresciute
che devono essere completamente e definitivamente eliminate? Così tante persone
si sentono al limite. Tanta violenza sta divampando, irrazionalmente o
inaspettatamente. Tanti sistemi consolidati si sono rivelati strutture di
crudeltà continua. Dove sono le nostre cerimonie della memoria? Che cosa
dobbiamo ricordare? Quali sono i rituali che ci permettono finalmente di reimmaginare
e cominciare a provare passi che non abbiamo mai fatto prima? Il teatro
della visione epica, dello scopo epico, del recupero, della riparazione e della
cura ha bisogno di nuovi rituali. Non abbiamo bisogno di essere intrattenuti.
Dobbiamo metterci insieme. Abbiamo bisogno di condividere lo spazio e di
nutrire lo spazio condiviso. Abbiamo bisogno di spazi protetti di ascolto
profondo e di uguaglianza. Il teatro è la creazione sulla terra dello
spazio dell’uguaglianza tra umani, dèi, piante, animali, gocce di pioggia,
lacrime e rigenerazione. Lo spazio dell'uguaglianza e dell'ascolto profondo è
illuminato da una bellezza nascosta, mantenuta viva da una profonda interazione
col pericolo, l’equanimità, la saggezza, l’azione e la pazienza.
Nel Sutra dell’Ornamento Fiorito, Buddha
elenca dieci tipi di grande pazienza nella vita umana. Uno dei più potenti si
chiama Pazienza nel Percepire Tutto come Miraggio. Il teatro ha sempre
presentato la vita di questo mondo come somigliante a un miraggio,
consentendoci di vedere, attraverso l'illusione umana, la delusione, la cecità
e la negazione con chiarezza e forza liberatorie.
Siamo così certi di ciò che stiamo guardando e del
modo in cui lo guardiamo che non siamo in grado di vedere e sentire realtà
alternative, nuove possibilità, approcci diversi, relazioni invisibili e
connessioni senza tempo. Questo è un tempo per una profonda rivitalizzazione
delle nostre menti, dei nostri sensi, delle nostre immaginazioni, delle nostre
storie e dei nostri futuri. Questo lavoro non può essere fatto da persone
isolate che lavorano da sole. Questo è un lavoro che dobbiamo fare insieme. Il
teatro è l'invito a fare insieme questo lavoro.
Grazie di cuore per il vostro lavoro.
Peter Sellars
Stiamo vivendo profondi cambiamenti che la nostra mente stenta a comprendere e quindi ad esprimere. Camminiamo su rotaie liquide, inondati da un flusso di notizie che ci disorientano e ci allontanano da noi stessi, dai nostri simili e dalla vita stessa. I media, i giornali, la scienza, i politici, sono divorati dalla paura, come Noi, e dietro le loro solide maschere si nascondono bambini immaturi, colmi di rabbia, di risentimenti, di paure, che non ascoltano la propria sofferenza e le proprie sensazioni corporee, ma vivono nell' inconsapevolezza, e quindi nell'impreparazione e nell'incapacità di affrontare questo momento epico. Per difendersi l'Uomo si anestetizza, si separa e aggredisce, credendosi Dio; il conoscitore del bene, e il conoscitore del male. Il nostro disagio interiore rimane inglobato e represso nella paura dell'ignoto, nella confusione, nelle contraddizioni, nella separazione e nei conflitti che invocano una forte domanda di senso. Proprio per questo trovo che il bisogno interiore dell'essere umano, debba essere accolto, ed espresso tramite uno stimolo potente: La PAROLA. Sono certa che le Parole di Bellezza e di Cura, possano stimolare l'essere umano verso un "rinnovamento catartico" di cui sente grande necessità. Inoltre il forte impatto emotivo, con il quale vengono espresse, può davvero scuotere le nostre “impalcature” e stimolarci alla trasformazione, alla guarigione e al cammino verso un'umanità più consapevole. Il Teatro, è quindi il mezzo ideale per aprirci a una relazione intima con noi stessi, per fare esperienza diretta di comprensione del mondo che ci circonda, e per condividere insieme ad esso i nostri tormenti interiori. Ed è quello che cerco di fare io con i miei spettacoli (umani sociali e ambientali) di Parole e Musica, perché in uno spazio comune e intimo come il Teatro, è possibile seminare e far nascere un germoglio, che ci stimoli a rimetterci in equilibrio con questo meccanismo perfetto che nutre la Vita; con gli animali, le piante, i batteri, i virus, i minerali, l’aria, l’acqua, la terra, il fuoco. Parti di un'unica cellula, di un'unica Anima che da sempre vuole unirsi a Noi, nella cura reciproca, con gesti quotidiani, per intonare il LA UNIVERSALE che nel bene assoluto echeggia. Ora la parola chiave è: UNIONE. Solo insieme possiamo lavorare e costruire quelle scale che ci permettono di risalire il fossato, vincere i demoni del globo materiale e mettere la tecnologia al servizio del nostro spirito, dell’evoluzione umana e dell’integrità interiore. Solo insieme possiamo far in modo che i nostri conflitti e le nostre contraddizioni, siano la spinta verso il sole di una nuova alba e guarirci a partire dagli anelli più deboli della catena. Solo insieme possiamo fare spazio vuoto per accogliere, spingere e generare. E allora, nel nome dell'uguaglianza, della bellezza, dell'ascolto e dell'unione, vi invito ai miei spettacoli per fare Teatro INSIEME al mio Quartetto OASI di Parole e Musica, e per ricamare INSIEME il tessuto di questa società.
Roberta
Arduini, Quartetto Oasi - Pesaro