Sei
stata inserita nel programma “Up Next Italia”. In che cosa sarai rappresentante
del “Made in Italy”, cosa porterai del tuo essere italiana?
Non so bene definire in
che cosa consista la mia italianità: beh, innanzitutto nella lingua. Nella mia
musica ci sono molte influenze straniere, ma negli arrangiamenti musicali di
certi pezzi come “Dalla terra all'universo” o “Carrefour express”, per esempio, si
possono intravedere delle atmosfere di certe canzoni d’amore degli anni
Sessanta o di brani di Mina.
Devo dire che siamo molto
diverse: Rettore è proprio punk, nel senso che “entra, spacca e via” e studia
meno le cose. Io, al contrario, sono più precisa in alcune cose e ho una base
stabile. Ci bilanciamo bene insieme, lei è una botta d’irriverenza e meno male,
perché m’invita a sciogliermi e a buttarmi data la mia giovane età.
Fra
le canzoni del tuo album, quale potrebbe essere la più rettoriana?
A lei è piaciuta molto
“Prozac”, io penso subito a “Morphina” per la ricerca della musicalità insita
nella scrittura del testo, nell’uso della lingua e dei suoi suggestivi mezzi
espressivi.
Rettore
ama molto gli animali. In quale animali ti identificheresti e quale assoceresti
a lei?
Non sono molto afferrata
sull’argomento, conosco poco le dinamiche del mondo animale. Io mi vedrei forse
come un uccellino, mentre per Rettore sceglierei il cane, perché è il suo
animale preferito e poi perché la vedo come una persona molto fedele.
Giochiamo
adesso un po’ coi titoli di alcune tue canzoni. Ogni volta che hai in mente un
progetto o una canzone, con chi ne “Parli”?
Con il mio ragazzo o con
il mio manager.
La
vita va davvero presa a “Morsi”?
Secondo me sì, però senza
esagerare e buttarsi in troppe robe senza senso. Nonostante abbia solo 24 anni,
ammetto di avere già parecchi rimpianti per alcune cose che avrei voluto fare e
che ancora non ho fatto, come ad esempio l’Erasmus.
Quanto
conta to be in “Vogue”?
Essere in voga serve per
una questione di numeri. La musica è arte, certo, ma ci si vive anche. La cosa
più importante è fare dei lavori di qualità che resteranno nel tempo a
prescindere dalla moda.
A
proposito di “Connessioni”, come ti rapporti a internet e ai social?
Per il mio lavoro devo
stare molto sui social e vorrei abusarne meno, specialmente con internet sul
telefono. Già se ci fosse solo il telefono senza la connessione sarebbe meglio,
risulterebbe meno vincolante. Invece, con la rete risulta tutto un po’
limitante ed è frustrante a volte rimanere sempre in contatto con gli altri
anche se si tratta spesso di contatti non reali.
Quando
hai un’ispirazione sei mentalmente “Altrove”?
Direi proprio di sì. Una
sera ero a cena con degli amici: ad un certo punto mi è venuta in mente una
canzone e mentre loro parlavano, io ero “Altrove” e scrivevo il testo sul
telefono. Si trattava della seconda strofa di “Spreco di potenziale”.
La
copertina di “Chimica” è superlavita, molto rettoriana anche quella…
È un omaggio a lei, così come il testo del brano è un omaggio al suo "Kobra". Giovanni Zambito.