Street Food, Alfredo Orofino a Fattitaliani: i nostri sono ristoranti su ruote. L'intervista

Viaggiare attraverso l'Italia e fare tappa in alcuni Paesi stranieri nell'arco di qualche giorno si può... attraverso il gusto e le prelibatezze dell'International Street Food di Roma, fino a domani a Piazza Santa Maria Ausiliatrice. Fattitaliani ne ha intervistato l'organizzatore Alfredo Orofino.
Quali le sono le tappe più importanti che ti hanno condotto fino a qui?
Non ci sono tappe più importanti delle altre, l'Italia è una sola e tutte sono importanti allo stesso modo e livello.
E per quanto riguarda il tuo percorso personale?
Forse Roma, perché mi ha portato fino a questa attività.
Pensavi si sarebbe evoluta fino a questo livello?
All'inizio era uno sfizio personale, dopodiché è diventato un lavoro molto importante di responsabilità perché si crea lavoro per tantissime aziende.
Qual è la particolare caratteristica dell'edizione di quest'anno?
Il fatto di rimanere sotto tono e che dobbiamo rispettare le norme antiCovid.
La posizione del Festival sulla Tuscolana come è stata scelta?
La scelta è studiata: generalmente i nostri sono eventi commerciali e si cercano sempre delle piazze o delle location con un'alta densità di popolazione.





I tuoi gusti personali in termini di Street Food?
Tutto. In primis, comunque, l'Italia: la cucina italiana è la più buona al mondo. Poi, andrei sulla Grecia, in particolare la Moussaka.
Che cosa rende oggi speciale lo Street Food rispetto al passato?
Prima si chiamavano sagre, oggi Street Food con una sostanziale differenza: chi vende nelle sagre ha tutti i prodotti, mentre per lo Street Food chi vende è specializzato in un articolo; si tratta di stand con monoprodotto.
Quale gusto, quale assaggio ti ha dirottato verso il mondo dello Street Food?
L'assaggio di gustare il divertimento e quello che gusta la gente: questo mi ha spinto a continuare.
Non c'è il rischio che lo Street Food possa diventare qualcosa di nicchia?
Non credo proprio. Dal momento che si organizzano degli eventi in strada, per la gente, per la massa, non può diventare un qualcosa di nicchia: tanto vale farlo nella hall di un grande albergo, ma non è il caso.




Con quale stato d'animo i partecipanti hanno aderito a questa edizione?

I partecipanti hanno voglia di uscire: lo vediamo quotidianamente dai numeri dei nostri eventi o di altri organizzatori. Ci sono ancora delle paure, ma gradualmente stanno svanendo e noi siamo qui per questo.
Alfredo Orofino

Una ricetta per uno Street Food Festival perfetto?

La pubblicità, invogliare la gente a capire che il cibo che si prepara per strada non è da meno di quello che si fa nel ristorante. Perché i nostri sono ristoranti su ruote. Giovanni Zambito.

Fattitaliani

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